sabato 25 luglio 2015

Dono segreto la libertà di Vita Francesca Genna




OPERA TEATRALE










DONO SEGRETO LA LIBERTA'

di Vita Francesca Genna














 PREFAZIONE DELL'AUTORE.
Tutto ebbe inizio dopo questo sogno che vi propongo di leggere in prefazione e successivi altri  che sempre dormiente mi hanno condotto in vari luoghi  anche all'interno di un tempio buddista, la ruota del tempo in piena cerimonia. Ho dormito 24 ore. Era la notte del  25 maggio 1985 e il 26 maggio. Ho scoperto da poco grazie alla rete internet che realmente in quei giorni all'interno della ruota del tempo i buddisti hanno celebrato l'ultima cerimonia eseguita con rito tradizionale.  Ho fatto visita sempre in sogno, anche ad uno sciamano e altri personaggi,  Leggete cosa mi accadde nel primo sogno e gustatevi l'opera dono dell'amore di Dio per me, ricevuta per mezzo di un messaggero. Una settimana prima ho pregato all'interno di una chiesetta sita nell'ospedale Luigi Mangiagalli di Milano per avere un segno.  Volevo sapere chi ero e se dovevo farmi suora. Nessun risposta al mio quesito  solo un frate messaggero in apparizione onirica  e poi la nascita di un sentimento verso un uomo.  Venti anni dopo , nell'agosto 2005. Dimentica di questo avvenimento che ritenevo essere un semplice aver sognato. Mio marito vinse casualmente 10mila euro con un gratta e vinci. Decidemmo così di fare una bella vacanza in Campania ma le cugine che dovevamo incontrare,  avevano affittato due appartamenti in Calabria e le abbiamo raggiunte. Poi siamo andati a Ischia e Capri.
Abbiamo organizzato una crociera con il parentado ma la nave partiva dal porto di Paola e siamo dovuti andare da Belvedere fino in quella spiaggia. Un' improvviso annuvolamento  ha fatto annullare il giro in mare causa maltempo e non sapendo dove trovare riparo,  siamo andati nel più vicino santuario appena avvistato da una cugina di mio marito.  L'uomo proprietario dell'imbarcazione ci ha atteso in spiaggia per avvisarci dell'annullamento del giro turistico . Con mia somma meraviglia! appena entrati nel santuario la giornata si è aperta . Un magnifico sole ci ha permesso di  visitare il luogo. Io ho riconosciuto una parte del posto  e sapevo dove erano le grotte.  Ho detto: "qui ci sono delle grotte vi porto". Lo so perché io ci sono già stata in sogno anni fa.  Così li ho  condotti  alle grotte.  Ho notato una leggera modifica all'entrata di esse. La grotta del frate nel mio sogno dava direttamente verso l'esterno dove era facile raggiungere il ponte del diavolo. Quando siamo usciti dal santuario perché chiudeva ed eravamo anche gli ultimi, salutato il frate che ci ha aperto il portone per uscire, è tornato il cattivo tempo. Il 2005 era l'anno dedicato a San Francesco di Paola frate di cui non sapevo nulla. Nel mio sogno si è presentato con il nome che utilizzava, il vagabondo.
Al ritorno ho raccontato tutto a Don Giorgio prete dell'ospedale Buzzi di Milano ed egli mi ha detto che ho incontrato un messaggero di Dio. Ho avuto una preveggenza.


Il primo sogno.
 
 

 

 
Mi ritrovai presso una spiaggia a guardare che un frate dentro una barchetta si era avvicinato. Mi osservava con serietà mentre sistemava i remi.
Il sole mi abbagliava ed io socchiusi gli occhi facendomi ombra con la mano.
L' uomo mi incuriosì  e dopo averlo osservato attraccare gli chiesi:
" Chi sei?"
"Chi sei?"...
"Un vagabondo"
" E dai ! dimmi chi sei!"
" Sono solo un vagabondo."

 lo seguì fino alle grotte. Stavo dietro di lui ed egli ogni tanto si voltava a guardarmi senza dire di andare via. Portava in spalla un bastone e alla estremità di esso vi era un fagotto bianco.
Siamo entrati in una grotta concomitante ad altre ma il frate è uscito immediatamente per ritornare subito dopo rimanendo all'entrata Dietro di lui la luce del sole riusciva ad illuminare il luogo. Nuovamente gli ho chiesto il nome ridacchiando per il suo bastone con il sacco. Quando si è deciso ad entrare nella grotta ho notato che posto .al centro c'era un cavalletto ed una tela . Per terra un sasso rettangolare scuro.
" ah! ah! ah!  dimmi chi sei"
Silenzio
"Un vagabondo, Solo un vagabondo.
Ad un tratto mi ha detto:
Non è importante chi sono io ma chi sei tu. E' questo che hai chiesto.
Del signore non dovrai portare la sua croce ma solo la corona di spine"
e vidi l'immagine di Gesù sofferente animarsi in una tela di pittore dopo che il frate con un pennarello aveva scritto velocissimo dei numeri sopra. Quelli dell'Apocalisse.

Tenterai di scrivere tutta la vita ma non vi riuscirai. Solo un libro verrà considerato fra le più belle opere della letteratura italiana .
Il tuo numero è il 22 , il tuo simbolo la tigre.

"Qualunque cosa accada ricordati che Dio ti ama!"
Infine, puntò l'indice verso il mio orecchio destro e mi disse:
Ascolta! :
sentii parlare di me la gente.

" Perché mi giudicano? Perché se sono brava?" Dissi voltandomi verso quel lato.
Nessuna risposta ...
Il frate e la grotta non c'erano più.




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Dono segreto la libertà




Trama e attori della scena prima


 

Nel tempo dei nostri giorni , anno solare 2013 , nel Paese Italia, si celebra questa commedia che parla di libertà intesa come acquisizione dei diritti primari dell'uomo. La scena prima si svolge all'interno di una casa. In una stanza posta sotto sorveglianza dai ricercatori per uno dei numerosi progetti di studio della mente umana che ha lo scopo di ideare un prototipo capace di fare le nostre stesse azioni umane ed avere una sintesi emozionale complessa da trasferire all'interno di un personal computer contenente un cervello ricreato simile al nostro. Altri studi ci sono simili a questo. Il principale è lo studio Human Brain che ha vinto un concorso europeo nel 2005 ed oggi viene eseguito in molti ospedali italiani per contrastare patologie degenerative del sistema nervoso. L''uomo e il ragazzo in studio sono collegati al satellite MK – Ultra. Gi scienziati sono capitanati da Macram nome coniato da MAC – RAM. Essi, grazie ad un sintetizzatore vocale riescono a leggere i l pensiero umano.

In questa situazione disumana con perdita di diritti inviolabili , il padre agisce con rabbia ed inveisce contro i suoi aguzzini. Intanto collabora al progetto che gli viene imposto, l'opera pia maledetta.( detta così perché impegnativa).

Il contenuto dell'opera è liberamente immaginato con lo scopo di riportare ai lettori una proiezione del tempo e della attualità del momento. Ogni riferimento a cose e persone è puramente casuale.

Protagonisti principali dell'opera sono L'Italia con tutti i suoi cittadini e la grave crisi che incombe . Nella prima scena, il tema trattato è la libertà come diritto di avere la consapevolezza di poter disporre di se senza essere strumento di un potere superiore. Di essere uomo che si muove in un contesto civile. La rabbia del protagonista alla fine si trasforma nel desiderio irrefrenabile di tentare la fuga . In questo ambito l'uomo insegna al ragazzo cosa è la vita.

Gli attori della prima scena sono :

Padre ,

Ragazzo

Voce fuori campo , non è la stessa voce del tiranno ma uno dei persecutori.

Tiranno. Voce che interagisce.



Scena prima

La libertà





Si alza il sipario.





In una stanza un uomo che chiamo padre, cammina nervosamente avanti e indietro gridando la sua rabbia ed un ragazzo lo guarda stando seduto vicino ad un tavolo.



Padre

(inveendo verso l'alto :)

Busso al tuo cuore sopito e sorrido con sguardi di lame lucenti!

Non conosco il tuo volto ma il tuo odio che

cola fino in basso dove è ceco il tuo sapere.

(detto con rabbia. Lavora senza volontà di farlo)

Brilla l'opera pia maledetta!

Vuoto è il calice sbattuto a terra!



Ragazzo

Perchè urli?



Padre

(detto con disperazione:)

Dove è sordo il mio sentire?

Voltati ed eremo vai, senza virtù e senza gloria!



Ragazzo:

Che tu dici padre, a chi ti rivolgi?





Padre:

Non parlo a te degli empi ma saggia beato l'arguzia mia

perchè tu possa un giorno ascoltare

canto di vergini e menestrelli.

Che il tuo orecchio non oda

mai ciò che a me è dato udire e

guardare ciò che io rinnego e

copro con la mia nobile mano.

Coperti sono gli occhi miei ma altro non oso fare.

Ogn'or maledico l'istante che conobbi le mie catene!



Ragazzo:

A che brami allor ?

Perdona il mio voler sapere!



Padre:

(tono di poco basso e contrariato)

Scellerato taci!

Non siamo soli ma sprovveduti!



Ragazzo

(a bassa voce tenendo la mano arcuata vicino alla bocca: )

Avvicino l'orecchio e ti ascolto.



Padre :

(a bassa voce)

Libertà figliol, libertà!



Ragazzo

(con voce più alta: )

Un dono!

 


Padre:

Già così io sogno e in grande viaggio.

Libero ero prima di cotal passaggio.

Amavo giovin fanciulla e frutta matura gustavo beato.



Ragazzo:

Ora sono stenti o padre e sacrifici che pesano in cuor.

Vorrei conoscer anche io il tuo bramar desìo.



Padre:

Solerte e fiducioso mi alzerò di nuovo.

Un tempo vedevo negli occhi miei

le stelle di un grande firmamento.

Il viso mio di rosse gote era vestito e

di alamari e specchi addobbavo il mio nido.

Gioiosi giorni conobbi e a te sorrisi o figlio!



Ragazzo :

(con dolcezza)

Di me racconta! chi sono ora?

Dov'è mia madre e la sua storia?

Dov'è quel volto di madonna che mi guardò la prima volta?



Padre:

Figlio mio è qui il difetto!

Non oso risponder per non turbar il tuo giovin intelletto.



Ragazzo:

Parlami allora di libertà ogni ora

affinchè io possa imparar cosa è un sogno ed una gioia.



Padre:

Commuover mi fai o figlio e oserei dir...

(Si arresta all'improvviso perchè sente un rumore )

Chi è là!

Hai visto?

Rischiar mi fai di me la vita!



Ragazzo:

Perdona padre la mia vocale.

Il tono alzai dimentico di tutto.

Troppa è la foga di saper di questo dono che celi in cuor.



Voce fuori campo:

Basta voi due , o son sferzate!



Ragazzo:

Padre, un tremito io sento sulla pelle

con goccia di sudor che dalla schiena discende.



Padre:

E' paura figlio. Su calmati e taci.

Domani è di nuovo l'alba.

Chissà se potrò insegnarti cos'è

(in un orecchio a bassa voce)

la fuga.



Trama:

Cala la notte e il ragazzo se ne andato.



Padre

(con calma si rivolge al tiranno: )

Stuzzica il mio ragionar beato il pensar con te.

Voce che malandrina sei e soggiogar mi vuoi, ti temo!

Stressante è il mio riflessar di giorno e notte con pilotato sogno.

Tiranno ti chiami e mi catturi per questo figlio di mio pensar natio.

Schiavo un dì mi facesti e mia libertà uccidesti.

Ad odiar mi insegni e con crudeltà mi fai pascer l'opera tua !

perciò oggi taccio e poi moro!

Vile destino mi lega e mi ferisce orgoglio.



Tiranno:

Non ti lamentar omo che per sapienza cadi.

Non sono io che ti maledico ma Macram il "divino".



Padre:

Un figlio, un figlio... cos'è un figlio?

Forse non sai che mai crudeltà conobbi come l'inferta?

Da donna fiorisce il seme.

Germoglia e colore prende.

Di acqua, di sole vive e per età poi cede.

Sintetica voce lasciarmi andar non vuoi.

Libero sono nato e non tuo schiavo!



Tiranno:

Or taci quando ragazzo dal riposo fa ritorno.

Parlagli del tuo saper di omo ma ! (piccola pausa)

non proferir parola alcuna di quanto detto

e del segreto!



Trama

E' mattino quando torna il Ragazzo:



Ragazzo

Eccomi padre ammira! un regalo porto!

Puoi guardar dal polifemico occhio.

Grande lente ci mostra vita di mondo.

Magnifici tempi e grandi castelli ormai deserti.

Mari immensi e ogni via dove sentire possiamo

reali storie vissute dall' umano.





Trama

Il padre si accosta e avvicina il capo alla lente

con fare meravigliato.

Poi ammette curioso il suo pensato:



Padre

Voglio vedere destino mio di fato.



Padre

Oh! cosa vedo, oh che sospiro!

Son montagne quelle ed un ruscello.



Trama

Poi sempre il padre rivolgendosi al ragazzo:



Padre

Una lacrima offro per darti emozione.

Guarda o figlio ti mostro:

Lontano, là in fondo c'è cranio l'antico monte!

Tre legni immagino piantati e

al centro depongo di rovi corona.

Cammino al mio passo e vo' in groppa ad un destriero.



Ragazzo:

Oh! padre! Sublime!

Un cavallo alla fine!



Padre:

Non fine ma inizio e corsa veloce

dove il masso si sposta

e nel fondale strapiomba

con magica forza.

Un frate mio amico conduce il cammino.

Un sacco egli porta e vagabondo loda.

Minimo è il pensiero e semplice il suo frutto.

Non figlio ma amor soave in dono mi offre e

tende l'orecchio al serpeggiar di serpi snidate

falsamente fiere.



Ragazzo:

Padre schiacciare tu puoi i rettili strisci?



Padre:

Non posso mio caro.

Si annidano e di cova son ora.

Aumentan ancora.



Ragazzo:

Che triste destino!



Padre:

Lo hai detto bambino.

sessantacinque i denari

ventiduemila i martirizzati.



Voce oltre campo:

Non proferir parola alcuna omo, ti redarguisco!

Osserva il polifemico occhio ed insegna il sentimento.

Colui che ti è accanto è il prediletto.



Padre verso il ragazzo:

Non ho altra sorte che stare al tuo cospetto

ma penso e cerco un segno.



Ragazzo

Mi spiace padre. Io non so nulla.




Padre

Ora fermati e taci.

Guarda è passato un omo oltre quel salice!

di blue vestito

cammina solingo e pare incupito

vaga con passo spedito verso la strada maestra.



Figlio

Saluta tutti con un cenno e pare un capo!

Potrebbe liberarci

urliamogli dove siamo!



Padre

Placa il tuo animo

è più distante di quanto pensiamo.

Invece ascoltiamolo

lo hanno fermato!



Figlio

Ci sono persone che possono tanto

ma difficile e chiedere quesito non compreso.

Io se potessi vorrei una cosa soltanto

libertà e rispetto

nella pace per l'uomo in ogni tempo.



Padre

Bravo ragazzo hai capito insegnamento.

Silenzio ora sentiamo il suo verbo!



 

Trama e attori della scena seconda




La prima scena finisce tronca di proposito. Poi parte il tema della giustizia. Padre e ragazzo guardano dal polifemico occhio una grande lente che proietta immagini passate registrate o create ad hoc dai ricercatori per stimolare i sentimenti del padre ed è una finestra verso il mondo libero,dove vi sono personaggi che si possono vedere come da uno schermo. Nel paese altre lenti sono posizionate nelle piazze principale, nelle vie e nei sentieri. Sono le telecamere. Attraverso questo dispositivo i due possono conoscere il presidente del consiglio sotto tutti i suoi aspetti, virtù e debolezze personali e il suo modo di porsi di fronte ai problemi dell'Italia



Attori:

Vecchio

Fanciulla che di tigre le fattezze prende

Frate

Serpi

Gnomi

Capo gnomo

Uno degli gnomi

Sirena

Tutti (la gente)







Scena seconda

La giustizia





Vecchio:

Fluisce il pensiero mio

innanzi al polifemico occhio.

Mi solleva veder da questa lente

il mondo che a me appartiene.

Ancora tu o fraticello mi sostieni.



D'un tratto appar fanciulla che subito di tigre le fattezze prende.

Fiera di bellezza sorprendente, sbuca da un anfratto

poi ferma i piedi all' uom di stato.

Su strada asfaltata poggia le sue zampe.

Il sole le fa brillare il regale manto.



Tigre:

Son fiera ardua e parlo

dopo averti accanto.

Il Vagabondo ha detto

di insegnarti strada maestra e vita terrena.

Non c'è libertà se non c'è giustizia.

Dono di chi tutto regna.

Speranza di anime pure

lieta novella porto.



Vecchio

Pensavo di trovare al posto tuo il frate.

Di forza e di coraggio armò il mio animo.

Caro errabondo (volta la testa verso un punto qualsiasi

come se si aspetta di vedere il frate) io ancora te invoco!

Promessa mi facesti e con l'indice mi dicesti:

Ascolta e taci

perchè a Dio tu piaci.





Voce di frate:

Oh! tigre di te conosco la favella

e messaggio altrui ti porto!

Non temere prigionia perchè tua è libertà di vita.

Di pietre più preziose sarai vestita a festa

e col calcagno fiera saprai schiacciar di serpe la sua testa.



Appare allora il frate e forte lui sostiene:

Si forte e valorosa e ascolta ancora:

Tre doni io ti porto:

le pagine più belle,

onore e gloria sempre!

Sei tigre lusinghiera.

Di fauci vanne fiera.

Azzanna la giustizia.

Calpesta impudicizia.



Tigre :

Giovin fanciulla io sono

ma amo le gioie e bramo virtù e gloria.

Frate vagabondo dammi il grave compito

perchè io possa un giorno vivere con vanità.

Come regina calpesto il suolo di questo mondo

a volte oscuro e ignoto.

Sorniona come un gatto che fa le fusa e sbrana o

da una zampata.



Vecchio :

Cos'è Giustizia o Tigre fiera?

Cosa vuol dir calpestar la serpe?



Tigre :

Uomo che chiedi hai paura e parli piano.

Alza la voce e sistema il tuo pastrano.

Io tengo in fuori il petto e bramo l'altrui cospetto.

Condanno e guardo il male.

Non temo il mio rivale.



Giustizia vuol coraggio,

temperamento e onor perpetuo.

Dritto guarda avanti e muori per il vero

perchè domani tuo figlio di te sia fiero.



Vecchio :

Mi chiedi impresa di coraggio.

Vuol dir rischiar la vita per Giustizia.

Per dar possibilità ad altri di viver pace

che in vita mia cerco.

E' assurdo tutto questo!

Non posso, non voglio, non ci riesco!



Tigre:

Bada tu, pussillamine!

Sparisci!

Non sai neanche cosa dici.

Esistono uomini di simil virtù.

Eroi senza pari che portavano in cuore

la Costituzione.

Dalla Chiesa, Falcone e Borsellino

son periti un pomeriggio.

Anime pure, temerarie

han vissuto senza inganni.

Io ti parlo di grande forza

a quegli uomini onore e gloria!



Vecchio:

Hai parlato di Costituzione

cosa dici per questo testo?



Tigre:

Non è a me che devi domandare

ma ai procuratori che di esso fanno bibbia.

Scendi a valle e sali le tre scale

incontrerai statua di donna

che su una mano il testo porta.



Trama

Il vecchio si ferma.

La tigre lui osserva

e solo allora si accorge che qualcosa lei cela.

La serpe sotto l'unghie si dimena

mentre le malefiche zanne avida esce.

Nasconde il capo di famelica donna

poi da tigre si trasforma.

Raccoglie il corpo il suo bottino nasconde.



Dopo, il Lui si volta

e un colpo ascolta.

Un tonfo sordo e il sangue cola.

Il vecchio non vede ma si sporca il piede!



Mai liquido più putrido fu motivo di disgusto.

Orripilante agli occhi,

nauseabondo al naso appiccicato resta.

L'uomo cerca acqua

pulirsi riesce e si disseta.



E allor che vede omini che scalano il recinto.



Giustizia appare a lui di marmo costruita.

Arte bellissima e quasi viva

porta in alto seduta e assai distinta

il libro mastro che di luce brilla

e di tricolore il verbo porta.

Una bilancia è nell'altra mano.

Tiene lo sguardo fisso oltre

e sopra il capo vicino ad un piatto

accesa è fiaccola di fuoco ravvivato.



Trama:

Il vecchio si sentì assai piccolo davanti alla giustizia.

Gli altri alla sua vista si nascosero di soppiatto.

Gnomi

Chi sei tu? Chiesero con coraggio

senza celare a lui il volto assai nascosto.



Vecchio:

Non oso parlar a chi non conosco.

Fuggito sono da un losco posto.

Bramo Giustizia e legger Costituzione oso.

Anch'io voglio virtù e onore in ogni loco.



Gnomi:

Bada omo, non sai che dici.

Se rubi il libro poi ci dici.

Nessun riesce ormai da anni

racconta come puoi e a noi poi...



Vecchio:

Vergogna! non cerco simil onta!

Io che conobbi prigionia

voglio conoscer passione mia.

Uomini hanno ucciso e sono morti.

Hanno sofferto e scritto con le vene

la verità che ci appartiene.



Trama:

Sgattaiola uno gnomo dall'anfratto.

Di unghia lunghe è la sua mano.

Anello dor che pesa porta in gioia

lo sfila e verso l'uomo lui lo rotola.



Capo gnomo:

Vecchio amico tuo io sono.

Ti omaggio di questo dono.

Altri denari avrai un giorno.

(Ma il vecchio il digrigno recuperò al volo)

Da quando è nato il mondo

tutto si è contrattato.

Anche Giustizia è in vendita

perciò allunga la tua mano.

Osserva attentamente:

in alto non son stelle ma un mare di gioielli!

Io di te faccio un re e di ori ti ricopro.

Prendi il testo senza leggere e gettalo nel fuoco!



Vecchio:

Cosa mi dici con tanta parsimonia?

Chi sei così malvagio

che attenti a me con l'inganno?



Capo gnomo:

Che ridere mi fai vecchio

guarda attorno a te e svegliati un poco.

In nome di tesori si son venduti onori.

L'uomo si guarda intorno

e vede ogni horror del mondo.



Gnomi:

C'è pure una puttana

se vuoi è la tua dama.

Chiedi ciò che vuoi

o gioca un po' con noi!

Ah! ah! ah! Ah!



Uno degli gnomi:

Capo lascia perdere se alto è il di lui braccio.

Vieni a giocar! Il poker è cominciato!

Non riesce neanche lui a rubare il testo

conviene spaccar la dama

ma moriamo per la sua fiaccola.



Trama

L'uomo tacque sedutastante (vecchio)

e una goccia gli cadde tra le mani.

Forse è pioggia oppur lacrima d'acqua

che scende da una foglia.

Non vide nulla questa volta!



Sirena si sente improvvisamemte.

Bruni i capelli e belle son le vesti.

Dolce nenia canta.

Lo culla e si addormenta ai piedi di giustizia.



Il vecchio in sogno le risponde:

Voglio amarti fata ma...

s'addormenta e tace

accarezzato da lisce mani vellutate.



Sirena:

Nel paradiso io ti porto.

Non leggere il libro omo.

Conosco beltà e passione

so farti battere il cuore.

Dormi come un fanciullo.

Desidera di me fino a saziarti.

Non pensare a nulla ma

torna da dove vieni...



Vecchio:

Prigionier io sono

a farmi fuggir fu il Polifemico occhio.

Libertà io cerco

ma prima ancora in giustizia io credo.



Sirena:

Non esiste ciò che credi in questo mondo.

Arrenditi all'evidenza e sogna ancora.

Spogliarmi davanti a te io oso.

Pura e verginale a te mi dono.

Toccami uomo son carne pura.

Bacia le mie labbra e godi un poco.

Son baci che ti offro se mi sostieni.

Brucia il libro al tuo risveglio

e bevi dal mio calice un vin di bacco.

Lasciati tentare e non mi condannare!



Vecchio:

Non oso svegliarmi

perchè virtù più bella mai conobbi.

Come sirena mi tenti ma io sogno!

Perciò ti dico domani è un nuovo giorno.

Stanotte con me dormi ma dopo non ti ascolto.



Sirena:

Vile marrano!

Non sono il tuo gioco!

non hai compreso pericolo imminente.

Costituzione è un libro di passione,

di nobili gesta e ti porterà alla morte.

Mai uomo osò così tanto.

Io me ne vado!



Trama

Frate che all'improvviso appare:



Frate

La sirena vuol sedurti.

Non lasciarti insidiare e avvincere dal male.

Ricordati che giaci e lei incanta e tace.



Son frate pellegrino e seguo il tuo cammino.

Ti pascio di virtù e di svegliarti ti dico.

Non gnomi o tentazioni ascolta.

Ma solo la di me parola.



Male e bene attanaglian la tua mente.

Operoso fu sempre l'uomo e uguale ad altri

anche se di altro mondo.

Non creder a tutto ciò che vedi.



Diritto non fu mai inganno

ma solo motivo di guadagno!

Lusinghe son fallaci e ruina porta

a chi invano le persegue.



Caddero tiranni

bersaglio di popoli arrabbiati.

Persero tutto i malvagi

perchè giustizia ogni ora conta

e una bilancia pesa azioni rovinose.



Quando ti risvegli facci caso :

Il tuo atto su un piatto giace

e diritto nell'altro appare.



Vecchio:

Grazie o frate che mi illumini e di verità mi vesti.

Non ruberò il testo dei fieri

ma leggerò il contesto per imparare ad essere libero

in questo mondo che appar funesto.



E' libertà che io sento proferir dalla bocca tua.

Spirito di grazia avrai giustizia domani e forse

(piccola sospensione)

già ora.

Con te io voglio aprire la bibbia del diritto.

Citami legge a cui devo obbedienza.



Frate:

Ci sono tante cose che devi tu conoscere:

Una è che devi rispettare il popolo che t'appartiene.

Fondato sul lavoro è il tuo paese.

Salute protegger vuole

con rispetto cerca di organizzare

il di te mondo.



Non hai colore, né religione!

solo diritti e obblighi d'onore.

Non è difficile vivere in pace.

Bisogna essere sociali e solidali.



Vecchio:

Dici parole che mi commuovono un poco.

Io non conobbi il diritto che citi ora.



Frate:

Non è così. Non ti ricordi ma,

ci fu un giorno che conoscesti Democrazia

non una sirena ma giustizia vera.

E' la famiglia la tua vera vita.

Piccolo stato di grande poesia.

Amore di donna incontrasti una volta.

Amore sincero e giustizia di nostro Signore

che non è terreno.



Trama

Appare la Tigre:



Tigre

Ama ciò che è da amare.

Sogna ciò che puoi realizzare.

Cammina veloce e non ti voltare.

Guadagna con le tue opere

e rispetta la tua gente.



Non cercare un cavallo se non sai galoppare.

Alimenta la fiaccola di giustizia

e lotta perchè mai si spenga.

Ardua è l'impresa e non sempre funesta.

Cambia il gioco e non farti fregar di nuovo.



Trama

In groppa la tigre il fraticello

e se ne va lasciando riposare il vecchierello:

Dolce sonno e sogno profondo

ed un risveglio con un libro in mano.

Quanta emozione scorrer le pagine ingiallite.

Racconta di eroi e di imprese coraggiose.

Ogni norma è una storia scritta con onore.


Si scopre l'uomo dalla coperta avuta :

E' la bandiera di una Italia forte e fiera!



Il cuore gli palpita in petto.

Un solo grido si sente!

Giustizia a tutte la gente!

Lottiamo per l'onor!



Il Piave ha mormorato.

Milano l'austriaco ha scacciato.

Terre di Piemonte lo straniero ha condannato

ma Cavour con l'acqua non gli ha ceduto il passo.

Napoli lo scugnizzo all'assalto ha mandato.

Il piccolo Genovese una pietra di coraggio ha lanciato.

Falsa alleanza con la Germania

e aerei di carta per la grande Italia!



Trama

Ad un tratto si sente udir una voce.



Voce fuori campo di Sirena

Vecchio dal Polifemico occhio

tu stai ad osservare il tuo mondo.



Piegata e battuta è stata mille volte la tua terra

ma nobiltà di Spagna l'ha comandata fiera

anche se al popolo negò letteratura e scienza.



Vecchio:

Il tempo che decanti è più lungo ancora.

Non serve rivangar ma a guardar ora.

Voglio un ' Italia di grandi gesta

che si rialzi a realtà funesta.



Frate:

Ricorda figlio che per fare un popolo onorato

serve che la gente impegni il suo operato.

E' la famiglia virtù e forza grande.

Piccolo stato in uno stato assai più grande.

Non pesa la moneta e più non vale.

Aumentan uomini soli, tristi e i servizi per il sociale.

Pesano questi sul popolo d'Italia:

Manca la compravendita e qualcuno che guadagna.

Denari fuoriescono per topi senza scrupoli.

Casse dello Stato son da consolidare

Le tasse aumentano per chi rimane.



Vecchio:

Capito ho l'inganno e perchè poi sempre pago!



Appare la Sirena:

Uomo non ascoltare il verbo.

Seguimi te ne prego.

Voglio portarti oltre, sotto la luna piena.



Trama

L'uomo di colpo cambia luogo e

sopra un monte si ritrova d'uopo.





Vecchio:

Di nuovo solo sono e vago nel mio mondo.

Cerco la libertà ma imparo verità.

Giustizia ho conosciuto

Costituzione ho letto e cosa tengo in petto?

Ho il libro con me dietro.



Voce di campo:

Ah! ah! Ah!



Vecchio:

Chi ride orsù?

Chi è là?

Ancora tu gnomo!



Capo gnomo:

S'affila l'unghie e ringhia.

Lo guarda e lo sfida:

Qualcosa porti in seno.

Gli dice così di netto!



Vecchio:

Guai a te o infido figuro!

Se passi al mio passaggio ti sfido in un duello

io porto grandi gesta e sono un italiano vero!



Gnomo:

Lasciami il libro mastro.

Il diritto così io cambio.

C'è un vento di riforme e non ti puoi appellar.



Tigre:

Non hai capito un fatto.

Guarda il mio manto e prostati davanti.

Rimani a testa china.

Son fiera e decisa

una fiaccola mi porto.

Italia mi chiamo e volo o ringhio.

Di zanne ti condanno

se tocchi il vecchio uomo.



Trama:

Appare di fatto donna con abbondanti poppe.

Una corona in guglie

e una fiaccola di fuoco accesa:



Tigre

Son tigre ma son signora

sono una grande forza!

Il libro dammi uomo

a custodirlo io ci sono.

Guarda i miei piedi:

Son pien di figli

soldati valorosi fino alle caviglie.



Trama:

Gli gnomi uscirono a frotte

ma davanti al fuoco di passione

periron per loro sorte.

E' il popolo che insorge.

Evviva la Nazione!



Trama

Il vecchio finito tutto guardò la donna statuaria

prendere il volo trasformata in aquila.



Vecchio:

Non son più solo disse

con fare un po' commosso.

Davanti a me c'è tutto il popolo.

Voglio anch'io andare in volo

e si aggrappò ad una zampa.



Cieli azzurri di libertà conobbe allora.

Acque cristalline , monti più verdi

e salutò le genti.

C'è un cuore che batte e appartiene a tutti.

E' verde bianco e rosso ed emoziona troppo.



Tutti:

Nessuno tocchi mai la nostra verità.

Giustizia ereditata e libertà con gran forza conquistata.






Trama e attori della scena terza






La giustizia è nata per la società. Per regolare i rapporti umani dando delle norme che tutelano e non condannano. E' difficile garantirla se non si tiene conto che le leggi esistono per fare vivere in pace e sicurezza le persone.

Qui tocco un tema caldo, il diritto di famiglia per l'interesse del fanciullo che deve avere due figure distinte, l'uomo e la donna quali educatori di vita e motivo di confronto per la crescita. Dio padre ha posto questa regola dal principio non dando la possibilità a due persone di uguale attributo di concepire.

Ma se due dello stesso sesso si amano sinceramente chi siamo noi per condannarli?

Perchè la società e la legge non li tutela? Anche San Francesco di Paola dice nei miei versi non posso dare una risposta a questo quesito, mi rimetto al verdetto del creatore. Se due persone provano sentimenti sinceri perchè dobbiamo giudicarli?

Hanno dei diritti anche loro. Il diritto di tenersi la mano in ospedale, di avere gli stessi diritti degli sposi anche se conviventi di stato per la tutela del patrimonio condiviso e creato durante il tempo di unione e di sentirsi accettati come coppia di fatto dalla società senza pregiudizio.





Vecchio  (presidente)

Viandante (gay)

Frate Vagabondo

Capo Gnomo

 


Scena terza

L'unione


 


Vecchio:

Sento un rimbombo come un frastuono

non è un cannone neanche un tuono.

Ho per la mente cose segrete

stesso pensiero dolce e terreno.



Giustizia conobbi appesa all'Italia di forza vestita

leggera è volata e mi ha conquistata.

Caro viandante ti lascio diritto.

Fanne tesoro, libertà e perdono.



Viandante:

Sicuro che legge colpirmi ora può

io giudico tutto e dichiaro perciò

diritto è castigo per chi come me,



non nacque da unione di due nuovi sposi

ma da amore profano perchè condannato.



Giustizia conobbi ignaro del nome

che mai portare potrò

eppur appartenermi per sangue io so.



Che colpa ho io se nacqui da pura passione

senza catene spontaneo di cuore?

Giustizia si fece con tante pretese.

Per me un'altra sorte.

Son chiuse le porte.



Dio che tutto il creato creasti,

perchè son bandito anche se vivo?

Giustizia io chiedo e a te  prego.

E' mio il giardino promesso all'inizio?



Quale verità è giusta per l'uomo

che Dio condanna

e poi sua creatura creata dichiara?



Un nome non porto.

Un casato non ho.

Fatale destino coprirmi sì o no?



Cos'è la giustizia per infante innocente

di quale peccato macchiato io sono?



Costituzione di pagine gialle insegni famiglia

ma amore cos'è?

Amare è un destino.

Io amo il vicino

di uguale attributo perdonami allor.



Male, bene, cosa conviene...

dov'è la morale se tutto qui tace.

Vecchio che urli raccontami tutto.

Io sono l'inganno problema di fato.

Di colpa ho peccato.

Amare io so.



Ci sono cose che non comprendo.

Tu stringi la legge e io grosse pene.

Fanciullo io nacqui e son donna di cuore.

Conosco dolore e infamità d'onore.



Frate:

Difficile è il caso.

Inchino il mio capo.

Non fu mai capito amore profano

che Dio condannò.



Un regno non hai

ne al mondo consenso

ma coppia rimani con l'omo a te degno.

Non tutti son vili, bastardi e infingardi.

Iddio già lo sa.



Per colpa del male

oltraggio è il tuo amare.

Perdona la prova

e chiedi al Padre la porta di verità.

Io porto un mesaggio di pace e speranza

non posso ingannarti, ti lascio a metà.



Vecchio:

Difficile è dire giustizia per tutti.

Ora comprendo e provo pietà.

L'umane genti, son moltitudini

e conoscono inganni di loro sorte.



Non posso sperare la pace per tanti

ma forse ambisco a grandi traguardi.

Ci vuole coraggio ad accettare il diverso

oggi che tutto si muove all'inverso.



Viandante:

Cos'è la famiglia ti chiedo di nuovo?

Apprezzi l'unione di due persone

di sesso diverso che sposi non sono?

Dov'è quel bambino di dolce visino?

Reclama cosciente un padre e una madre

e solo rimane.

Nessuno lo vede che forse ha sete

di cose sincere.



Padre perdona!

Io non ti credo!

Iddio mi ha ascoltato

Anche io sono fiero.

Non avrò mai un figlio e forse è un castigo

ma amo l'amico

e Dio già lo sà.



Gnomo:

Ho sentito castigo e qui mi ritrovo.

Sono lo gnomo di questa città.

Non credere al frate, al vecchio intrigante

seguimi amico ho un affare importante!

Non credere a nulla.

Se paghi preziosi son io tuo marito

e canto convinto.

Ti trovo una strada e una passeggiata

tu porta la borsa, sarà la tua svolta!



Frate scagliandosi verso lo gnomo:

Ignobil figuro ti ordino di andare

dove non puoi più dannare!

L'uomo di qualsiasi condizione

non può essere oggetto di profanazione.

E' essere umano non tuo guadagno!




Frate verso il viandante:

Ricordati figlio che esiste il divino.

Continua ad amare ma non peccare.

Se sincero è il tuo sentimento

giustizia condanna

ma l'altissimo valuta.



Son cose difficili.

Arduo è il mio dire questa verità.

Se amore perdona inganno non c'è.

All'ultima ora si vede cos'è.



Il vecchio si inchina e bacia la terra:

Su questo suolo ci fu prima pietra.

Italia che amo ascoltami un poco:

Dammi la forza di comandare ogni omo!

Son capo di stato e non più condanno

ma valuto anch'io destino di un fato.



Giustizia è rispetto di tutto il diverso

di cose speciali che sono umane.

Non sono un Dio ma padre dei padri

e guardo dall'alto l'uomo più in basso.

Condanno l'inganno ma ho fede e ragione

in questa Italia di molti colori.



Io cerco giustizia ma trovo reato

se l'uomo nasconde ogn'ora il misfatto.

Non c'è giustizia se non c'è rispetto.

Non c'è libertà se non c'è tolleranza

e solidarietà umana.



Io abbraccio le genti e mi alzo in piedi.

Vent'anni d'amore mi legarono i piedi.

Cosciente e superbo in groppa alla tigre

da sempre galoppo su strade di ogni regione

in questa Nazione.



Bandiera io porto.

Nel cuore ho l'orgoglio!

Di tigre son fiero e dico sincero:

Io Falco rapace lei aquila in volo!

Tanti saluti e grazie di nuovo.



 

Trama e attori della scena quarta




Il popolo arrabbiato scende in piazza. Ha fame e chiede un lavoro.

il governo davanti alla grossa crisi economica che incombe non può fare altro che ascoltare le numerose vicessitudini che affliggono le persone per cercare di arrivare ad una soluzione.

Le figure più colpite, Il padre, il commerciante, lo straniero, la vedova si presentano e dicono perchè non hanno pace.



Attori



Popolo

frate

Italia

commerciante

straniero

padre

vedova

voce fuori campo (popolo)




Scena quarta

Lavoro e dignità




Popolo

Rullano i tamburi ma non è festa.

Avanti popolo alla riscossa!

Cerchiamo pane, lavoro e ripresa.

Chi ci ha rubato la nostra vita?

Forza italiano, urla più forte

in tutto il mondo vi è uguale sorte.

All'arrembaggio osiamo dire

forconi in mano e grida infinite.



Trama

Volano pagine di Costituzione

quarto capitolo non ha padrone.

Celle si aprono non è indulto

ma affar di Stato non contemplato.



Popolo

Grande signora dove sei ora?

Cosa succede in questa aurora?

Cos'è scompiglio, chi ha tradito

chi non ha dato o ha dormito?



Europa si chiama la nostra condanna

Italia è ferita, si sente tradita.

Scelte si fanno senza ragione

il popolo ha fame e cerca un signore.



Che dici mio frate?

Chi è il designato?

Cerchiamo qualcuno che ami lo Stato.

Io guardo da un angolo e non capisco ragioni

poi vedo una donna andare dai tuoi.



Italia

Sono l'Italia, non vi abbandono

triste è il destino ma non repentino.

Vi abbraccio fratelli son quasi sconfitta

ma non finita, continua la vita.

Vi osservo e mi chiedo se posso sapere

chi siete e che fate mostrate le mani!



Commerciante

Io sono un commerciante di cose pregiate

ho perso i clienti e non sono tornati.



Straniero

Io sono straniero e voglio conoscere diritti di tutti.

Voglio una casa e la mia salute.



Padre

Io sono padre e voglio portare

un pezzo di pane ai figli e al cane.



Trama

Ad un tratto Italia si sposta di netto

e lì che mi vede e incontro mi viene. (vedova)

Esito un poco ma capisco che è il tempo.

Allora, le dico il vero:



Vedova

Strappata mi fu la vesta

con cupidigia maldestra.

Con passo che tentenna,

vago avanti e indietro

e alla folla non mi lego.

Amor di Cristo mi vestì

e una rosa lascio cader sul suolo

davanti a te signora.



Italia

Chi sei donna quasi ignuda

lei mi chiese porgendomi il suo manto.

Non vergognarti di mostrarti

e raccontami perchè nel viso

tuo traspare il pianto.



Vedova

Vedova sono e orfani del mio grembo porto.

La città dove vivo dei miei beni mi ha reso spoglia

e oggi non ho bandiera per dirti onore e gloria.



Italia

Il vento è fermo e stendardo mio sventolar non vuole.

Costituzione ti dono

e un inchino ti porgo.



Copriti con la mia veste

come si è sempre fatto.

Mandato via è il gran capo

ma diritto e rimasto!



I figli tuoi sono i più belli!

Italia li abbraccia prima di altri fratelli.

Lavoro e dignità gli deve

e non preoccuparti perchè

se madre con te io sono

l'amor di padre li veglia d'uopo.



Non piangere donna al mio cospetto.

Italia ama le madri dei suoi figli

Coraggio ti dico e avanti alla folla mettiti.



Vedova

Infreddolita raccoglier oso l'abbandonata rosa

la metto in capo mentre Italia con forza

si è strappata il manto.



Italia

Se malagente ti ha tolto tanto

io ti rivesto e ti do coraggio.

Poi, mi copre il corpo asciugandomi il pianto.



Vedova

Forse sto sognando mi dico allora

in questa confusione ho visto tutti perder diritti

domani sarò sveglia e triste come ora.



Un uomo io ho sepolto,

l'amore mio di sempre.

Lavoro mi han rubato e denaro dato

a chi non conosce affanno.



Intanto che parlavo,

Il falco pellegrino volava e ritornava

voleva non esser vinto d'Italia innamorato:



Falco

Signori che votate un gesto vi chiedo ancora

Prendete la bandiera e urlate più di ora!

 


Voci fuori campo

Togliamo ai ricchi per dare a chi non ha.

Aumento ai dipendenti rialziamo le saracinesche.



Trama

A furor di popolo urlavan tutti !



Popolo

Vogliamo libertà, giustizia e democrazia.

Un uomo che ci guidi che ami la nostra terra.

Non riforme ma soldi e trionfi!

Clienti e tangenti ci hanno piegato

ma siamo un popolo forte e ci risolleviamo!

Libertà chiediamo in coro.

Dono segreto per ogni uomo!


 


Trama e attori della scena quinta

 

la scena è ambientata nella stanza del padre. L'uomo esordisce provocando il santo

ma viene redarguido. Nasce un dialogo tra i due che tocca temi di una certa complessità. Dove si trova e come recuperare il patrimonio italiano?

Il frate che è san Francesco di Paola ricorda all'uomo che ha dei doveri verso lo stato. Che siamo una famiglia e dobbiamo avere come interesse comune il bene sociale. Nessuno è solo in terra di Italia e possiamo scegliere di dichiare il nostro paese discendente diretto dei nostri averi in cambio di un giaciglio sicuro per le nostre spoglie e una targa che ricordi che ci siamo stati.

 

Attori:

Padre

Frate

 



Scena quinta

Il patrimonio




Padre con aria di sfida avvicinandosi alla grande lente e rivolgendosi al frate:

Volano sottane al vento di piacere

di donna dai grandi affari

e signora delle strade.

Che metro porgi ora o frate vagabondo?

Qual è la tua morale.

.Sei forse ben pensante?

 

Frate :

Bada tu! Padre di triste inganno

puoi vegliar dal Polifemico occhio

ma non tradir il mio cuor di olio unto.

Vagabondo per sentieri

porto messaggio d'amore e pace

e giudizi non oso dare!


Destino ti volle padre di una bugia

ma figlio di un paese senza ipocrisia.

Il tuo tesoro non ha eredi,

tuo padre è lo Stato e a lui va lasciato!

Non è badante che eredita i tuoi denari

ma Italia tutta che li riusa.



Mancata è ricchezza e tesoro gli appartiene

scegli lo Stato e la Chiesa che ti sostiene.



Dovere è dare per ottenere

non hai diritto di sostenere.



Io vagabondo, tu di passaggio

nulla appartiene ad uomo soltanto!

Ciò che è ricchezza in vita terrena

è di chi resta: Comunità intera.



Fratelli riconoscenti curan le tue spoglie

in giardino all'inglese fra sentieri con viole.

Targa riporta lascito e gloria,

sorriso di fanciulla accompagna la tua ora.

Dormi in pace mentre il tuo corpo giace

e Dio lo benedice per l'ora a te felice.



Padre:

Se madre terra è l'Italia e gli italiani son fratelli,

io ho famiglia e comprendo testamento!

Nessun figlio mi piange e straniero conto cointesto

con Banca d'Italia per amor di patria.



Frate :

Tornano i denari che nessuno più reclama.

Si riempiono le casse e si annullano le tasse.

Famiglia di popolo sostiene le spese

per pace e benessere senza interesse.



Semplice è il mio pensare di minimo uomo

vestito di luce.

Io tolgo l'inganno per vita terrena

per farti capire che triste è la fine

di chi mai più spera.

Giustizia è anche questa:

Solidarietà sincera

e coscienza di avere una famiglia vera.



Padre:

Dici parole che mi commuovono un poco.

Non ho mai pensato alla mia ora ignaro.

Adesso ho capito non sono da solo,

ho tanti fratelli che conosco ogni giorno.

Muoio sereno non più col pensiero

sapendo che ho un fiore,

gratitudine e onore!

 




Trama e attori della scena sesta




Quando è visibile la costellazione di Orione, le stanze di un ospedale si illuminano della luce delle stelle. Avvengono nuove scoperte tecnologiche innovative servendosi di leggi matematiche. Anche in campo astronomico ci sono ulteriori sviluppi.

Nuovi pianeti vengono avvistati nel nostro spazio. Sono posti satelliti in cielo e in terra e l'uomo di scienza diventa responsabile della vita umana con le sue scelte .

Gli appare San Francesco di Paola per ricordargli che c'è un limite al grande dono che ha ricevuto. Un muro invalicabile posto da chi ha creato tutto: La morale.

La scienza è grazia ricevuta da Dio per sconfiggere la malattia.

Poi sempre il frate Benedice il medico e lo consola asserendo che se durante la sua missione casualmente lui stesso perisce avrà la vita eterna. Inoltre ricorda che i migliori farmaci si sono trovate in natura, insetti ed erbe, veleni animali, sono stati a lungo utilizzati nell'antichità. Perciò può capitare che grazie ad una casuale puntura di insetto raro un ignaro ragazzino guarisca da una patologia in essere pensando sia fortuna casuale. Ma può capitare il contrario ad altri con altri animali.

Invece, il Brasile è il polmone del mondo, la nostra aria.

Quando la luce divina irraggia tutti a spezzarsi è il robot nato per vanità umana.

Il padre soffre la perdita perchè lo ha considerato a lungo il figlio ma San Francesco Di Paola lo redarguisce dichiarando che ciò che l'uomo crea è fine a se stesso ed è destinato a distruggersi nel tempo. Solo Dio è il creatore e l'uomo è suo subalterno.

Lo scienziato comprende la parola e dichiara che si atterrà ai principi morali.

Emerge anche la figura di Dio Padre che indulgente ci fa scoprire un pezzetto di quelli che sono i grandi segreti della creazione creando una alleanza con l'umanità. Da quì la frase, Dio può tutto!

Attori

Professore

medici

Padre

Ragazzo

Frate.





Scena Sesta

La scienza




Trama

Cosa riporta oggi la lente

è il ragazzo che vede e per primo si siede.

Alberi alti e palazzi distanti sono alla vista di tutti quanti.

Poi si sofferma zummando i centrali.

Dentro c'è un professore che spiega ai dottori

teorie che aiutano noi:



Professore

Costellazione di Orione segna la via

che illumina stanze senza allegria.

Calcoli indefiniti per numeri primi

rivelano leggi di tecnologie.



Nuovi pianeti si scoprono ancora

dopo plutone non batte l'aurora.

Satellite spia vigila alto

e suo fratello resta più in basso.



Colonne portanti ci tengono testa

e realtà diventa funesta.

Con fermezza ed esperienza

tengo il cronometro all'esistenza.



Trama

D'un tratto il ragazzo distratto

volge lo sguardo in un altro spazio.

Un bel giardino di viole vestito

in un mattino d'estate in avvio.



Un medico allunga il suo passo

e per strada incontra il mio santo



Professore

Chi sei tu (gli domanda ignaro)

che ti accosti al mio passaggio?

Dice sentenza il dotto fermato mentre l'abbaglia l'azzurro

di un fresco mattino di sole irraggiato

poi sente la gioia di esser beato.



Frate

Non importa chi son io ma chi sei tu

in questo mondo e nel mio.

Io sono solo un vagabondo al servizio di Dio.



Tu porti le spine di tristi mattini

e momenti felici di faticose conquiste.

Di virtù io nutro il tuo cuore

ma di peccato rivesto il mio onore. (calunnia)



Camice bianco triste è l'inganno

per chi è adagiato in un letto disfatto.

Angelo brilla di luce divina

e s'accosta a quel talamo bianco

per destino di ignaro.



Sorridi dunque se per disgrazia perisci

perchè per gloria domani gioisci!



Nasce l'insetto dopo cent'anni e punge

fanciullo con raro malanno.

Negro è il colore e di zampe ne porta

ricorda è il suo manto che salva l'ingrato.



Farmaco utile per scienza suprema

combatte all'origine un grande problema.



Brasile polmone di tutte le terre

ma Monti nascondono tesori più antichi

farmaci fra boscaglia di erbe ed insetti .

Formiche non sono ma lo sembrano un poco.



La scienza è infinita

aperta ha la porta di chiaro vestita.



Lunga è la strada che ci porta alla via

ma solo un pezzo conoscere puoi

per andare dove tu vuoi.



Trama

(Nella stanza il Padre si avvicina al ragazzo

per guardare cosa accade e dice)

Hai sentito il frate cosa sostiene e il medico cosa detiene?

Mi sono perso qualcosa ma taciamo per ora

Segreti di scienza si svelan costoro.

parlano di cose che anche io capisco poco.



Taciamo comunque

perchè il frate continua

Per lui ho grande stima.



Frate

Dio ama il diritto e crede in giustizia.

Vanta ricerca e morale cerca.

Infinita è l'opera che ci contorna.

Ogni creatura qui nata se stessa richiama

come fanciulla falsamente specchiata

o bifronte ubicata.

Credetemi ancora perchè ho una nuova!

Grande è Dio che d'amore si è vinto

ma ci ha condannato

per un grande peccato.

Triste è il destino per chi si approfitta

di scoperte importanti

per diventare giganti.



Amate l'Altissimo e fate ricerca

per dare vita a missione suprema.

Ci sono persone che chiedono aiuto

assistenza e coscienza

che il male ha negato ma Dio ha condonato.



Cortina c'è in fondo.

Non puoi valicarla

si chiama morale tienine conto.



Il genio è un dono ma può essere tolto.

Ti chiedo perciò di pensarci un poco.

Demonio è passato e ci ha rovinato.

Non fare il tuo male ma aiuta le sorti.



Ricordati sempre che Dio è potente

ti guarda e ti guida se non oltrepassi misura.

Perche lui conosce il tuo cuore fanciullo

e la coscienza per tanto studio.



Trama

Il padre si accosta e abbraccia il ragazzo.

Si sente diverso e dice contento:

 

Padre

Non sono libero di andare e venire

ma attraverso il Polifemico occhio

ho conosciuto mistero del mondo.



Frate rivolgendosi al padre:

Tuo corpo è chiesa di respiro d'amore

custodiscila a fondo e guarda per terra.

Un raggio riflette la lente e illumina tutta la gente

Il padre cammina ma il fanciullo tentenna.

Ad un tratto si spezza!



Trama

Un urlo si sente. Il padre è gemente!

Straziante è il dolore.

Per l'atto accaduto

Ma il frate l'indice alza

e con voce seria proclama:



Frate :

Non puoi chiedere al padre di essere lui.

Non era un umano ma un giocattolo raro.

Dio solo è il creatore e l'uomo vi è sotto.

Ama il tuo popolo e aiuta il prossimo.

Ricordati ancora che l'avrebbe accettato

solo per aiutare e non fare reato.



Trama

Il medico guarda è non dice parola

ma abbassa la testa a virtù maestra.

Poi prende coraggio e afferma deciso:



Professore

Vo' per la via dimentico eterno dell'opera mia.



Trama

Il frate lo osserva con fare deciso

alza il suo braccio ed indica un punto.



Frate

Italia che senti ti porto un tributo

alziamo la testa a virtù Maestra!



Adesso ti lascio altra sorte mi attende

ricorda sempre di esser coerente

per cose di scienza e il padre le accetta.



Dio nella sua magnificenza

illumina il viaggio dell'umana coscienza.

Non vuole l'inganno ne abuso passato

ti chiede la pace e la morale per tanto.



Quando ti senti l'animo inquieto

o se non trovi verità che cerchi

prega con fede e pensa convinto

ad un aiuto sicuro

perchè Dio può tutto!

 


Note dell'Autore

Finisce così questo libro di speranza e di amore.

In attesa che torni a risplendere nuovamente la primavera italiana.

Non dimentichiamoci mai di rimanere uniti sotto il tricolore, per essere sempre più forti e decisi perché  popolo di una grande Nazione.

In passato siamo stati derisi e calpestati perchè non ci siamo riconosciuti simili ma siamo figli di virtù e gloria. Romani e barbari per una goccia. Solo se avremo coscienza di essere un unico popolo e cercheremo il comune interesse,

vinceremo ogni battaglia.

Vita Francesca Genna








domenica 19 luglio 2015

Il miracolo di papa Giovanni XXIII


L'estate era ormai giunta al suo culmine ed io mi apprestavo ad andare in vacanza sulle montagne bergamasche. L'anno prima avevo conosciuto gli ultimi due giorni un amica coetanea di mio figlio e sapevo che questa ragazzina con i nonni li avrei incontrati nuovamente in data uno agosto.
Non sapevo nulla di costoro né della loro storia ma mi faceva piacere rivedere la ragazzina perché nel paese dove andavo non c'erano molti bambini del suo anno di nascita.  Lei quindi insieme ad altri avrebbero creato un gruppo di uguale età.
Accadde invece che arrivata su nei monti credo l'ultima settimana di luglio, la prima notte che dormì nel mio letto mi sognai il papa buono.
Ora vi racconto:
Insieme ad una mia collega mi era stato richiesto di andare dal medico competente dell'ente dove lavoro presso il poliambulatorio di Rugabella a Milano nel  luogo che era effettivamente il suo studio.
Intanto che attendevo di fare la visita ho visto che l'ambulatorio aveva la porta aperta e papa Giovanni XXIII era semi-sdraiato sul lettino delle visite.
Egli mi ha visto immediatamente e sollevandosi, mi ha accolta con un caloroso abbraccio per la gioia di vedermi.
Mi diceva: Figlia mia è tanto tempo che non ti vedo, ti sei fatta grande  e mi abbracciava con molto affetto e calore.
Poi si è staccato da me e sempre seduto sul lettino mi ha mostrato segni di sofferenza.
Mi ha detto quindi che era lì perché non stava bene e lo ha ripetuto  due forse tre volte. Poi ha continuato: "Vedi come sto?  Mi devi fare un favore perché io non ce la faccio.
Il 28 luglio vengono i tuoi amici da * S .  in provincia di Bergamo.  Con loro c'è un bambino. Lo devi aiutare."
"cosa posso fare per lui?"
" Devi dargli da mangiare ed insegnargli a farlo. Andrei io da lui ma non posso. "
Io ho guardato il volto affaticato del papa e gli ho detto va bene. Poi, mi sono resa conto che era passato il tempo perché la mia collega mi chiamava.
Allora ho detto a papa Giovanni:
Devo rientrare al lavoro e sono parecchio in ritardo non so come fare. Il medico non c'è e mi serve una giustifica per il ritardo devo andare a cercarlo.  Così stavo salutando il papa per cercare il medico competente. Il papa mi ha risposto:  Prendi quei foglietti lì sopra. Ti faccio io la giustifica.
La giustifica del papa l'accettano tutti. Ho sorriso e ringraziato. Poi, mi sono incamminata verso il mio posto di lavoro con la mia collega.
Quando mi sono risvegliata per tutto il giorno mi sono sentita l'abbraccio di papa Giovanni.
Il 28 luglio mi trovavo alle dieci a lucidare le mensole in sala e a finire di sistemare subito in modo di uscire di casa. Mio marito mi osservava da un po' e non capiva cosa stessi facendo, come mai mi stavo preparando per uscire alle dieci e trenta e mi spiava divertito.  Mi faceva domande ma non afferrava i concetti. Ad un certo punto gli ho raccontato che dovevo uscire perché il papa buono mi ha detto in sogno che l'amichetta di nostro figlio arrivava in quel giorno.
Lui mi ha risposto: ti sbagli le case in affitto si danno sempre il primo del mese.
Io sono uscita comunque e mio marito mi ha seguito. La casa distava dalla nostra  per un brevissimo tratto e ci siamo arrivati subito.  Davanti alla porta  di casa c'erano i nonni dell'amichetta di mio figlio e il padre della bimba che aveva seguito i nonni ma arrivava da una vacanza in Sicilia. Era stato nelle zone del trapanese e mi ha portato in dono un tamburello.  I due nonni avevano il viso sorpreso e ci hanno chiesto come facevamo a sapere che la padrona di casa gli ha anticipato le chiavi. Io spontaneamente gli ho risposto che me lo ha detto papa Giovanni in sogno e mi ha parlato anche di un bambino ma non lo vedevo.
Il padre della coetanea di mio figlio mi ha fissato un attimo e mi ha detto che ha portato anche suo figlio che si trovava con la figlia grande in giardino. Se volevamo io e mio marito potevamo seguirli  che aperta ormai la casa andavano a prenderli.
Siamo andati giù all'inizio del paese con le nostre rispettive auto e abbiamo visto i ragazzini in compagnia della zia.  Il bambino era piccolo, di circa cinque anni e chiedeva di andare a casa perché molto stanco e aveva sonno. Giocare lo stancava ma anche fare due passi. La famiglia si è subito giustificata dicendo che il ragazzino, senza madre dalla nascita era seguito da un centro psichiatrico infantile e che non si trovava una soluzione al problema che era di natura psichiatrica. Quindi lo hanno portato a casa. Io li ho ascoltati ma pensavo alle parole di papa Giovanni. Devi dargli il cibo e insegnargli a mangiare.
La prima cosa che ho fatto andando a casa, ho telefonato  al poliambulatorio dove lavoravo cercando la segretaria del mio capo che mi stava sostituendo per le ferie.
Gli ho chiesto il nome dei sali minerali che assumevano le dottoresse per la troppa calura.
Lei mi ha risposto Aboca e io l'ho ringraziata , mi ha detto anche di comprare le banane e gli ho detto che i suoi consigli mi servivano  per un bambino che accusava stanchezza. Quando ho attaccato il ricevitore ho fatto mente locale e mi sono ricordata del nome di un ricostituente più completo adatto ai bambini e gli ho comprato il betrofon plus.
Sono andata a casa di quelle persone e ho chiesto cosa mangiava il piccolo.
Solo pastina e si stancava. Difficilmente ingeriva altri cibi perché la madre non era italiana ed il bambino non gradiva  i sapori locali.
Non può sforzarlo ho risposto io e la nonna: no, perché non essendo mio figlio non me la sento di sgridarlo poi, nello stato in cui si trova  meglio accontentarlo se no salta anche la minestra.
Ho chiesto di farlo venire a casa mia con la sorella e gli ho insegnato a mangiare gli alimenti aiutandomi con il ricostituente.
Gli ho chiesto se aveva tremori notturni ed era affermativo.  Il medico del paese ha visitato  il piccolo ed io ho detto di dire al pediatra dell'inappetenza del ragazzino .  Dopo cinque anni ho visto un bel ragazzo che giocava a palla in giardino e i nonni mi hanno detto che era lui. Non lo avevo riconosciuto. oggi è un bellissimo ragazzo.
Grazie al papa la storia è finita bene.


 

mercoledì 15 luglio 2015

Piove

I fulmini sono bagliori di adrenalina che
 si frantuma nei vetri dove nasi stropicciati asciugano la condensa .

La pioggia , questa amica ruba ogni cosa che copre e
 la profuma di giorni spesi a guardare temporali infiniti.
 Sono io che vago sotto l'acqua e bagnata rido la vita.

Sentirsi parte della natura vuol dire essere come la madre terra e
con lei danzare l'eternità.
Piove a dirotto.

 Scroscia questa pioggia che ricorda che tutto vive e batte come me.
 É dolce il suono che urla l'acqua che allaga tutto e mi accompagna fino a casa.
Pulisce ogni cosa e nasconde le ferite più grandi.

Ebbene confesso il mio pianto disperato che nessuno vede e mi lacera dentro.

 É un urlo complice quello che sento venire dalla terra all' improvviso.
Una domanda fatta sottovoce mi giunge: Era amore?
Non posso raccontarlo!


Il solo pensare ferisce e il mio passo rallenta dove la fissità del mio sguardo non vede più.
 Urlare ! vorrei, dovrei farlo per chiedere a Dio un ultimo istante con lui.
Non si può.

Piove lacrime mi dico in un tacito silenzio rotto solo dallo scroscìo.

Le anime

Le anime non hanno padroni.
Vagano randagie sulle strade della vita.
 Si fermano solo se trattenute da un sentimento .
 Baciano aliti di speranze che prima fluttuano e poi si perdono nell'oceano del niente.
 Non credermi mai.
 Sono eterna il tempo di un sorriso.
 L'attimo che distrugge ma ti incanta e ti fa vivo.
 Ho occhi che spariscono nel buio confusi da misteriosi perché senza risposte vere.
Ti cerco in ogni luogo che racconta l'esistenza e la morte che tormenta l'ignaro,
 consapevole di essere solo un respiro racchiuso in un corpo.
Mistero è ciò che siamo ad ogni battito di ciglia.

 Ti faccio una promessa bugiarda in una chiesa fatta di cemento freddo come l'inganno mortale.
 Non ferirmi mai.
 Abbracciami oggi che puoi farlo senza credere che un'altra lei è più importante di me.
 Allunga questo tempo fino a renderlo interminabile e vivo come noi.
Le nostre scarpe continueranno ad attraversare molte strade.

 Consumeranno molte esperienze che perderanno importanza quando
di te o di me non sarà rimasto più nulla.
 Sopravvivere alla polvere è essere vento che
 attraversa ogni confine senza più lacrime da versare.
Solo i giunchi resistono alle intemperie.
Non si spezzano ma fluttuano e non si arrendono. Riposa.

Vita Francesca Genna

Padre

Padre,
fischia il treno 🚃 dei viaggi infiniti in giorni che non rimangono impressi nella mente.
Non palpita il cuore in petto e non urlano i dolori altrui.
Sono lontani un mare ed una terra da me.
Non sentirò la tua sofferenza mentre non escono lacrime da occhi troppo vecchi per vedere il porto e il molo....
Molte navi attraccano portando esperienze di umane virtù.
Tradiscimi nei pensieri e urla mentre calpesto il tuo petto logorato dalle grandi tempeste.
Oggi guardandoti si placa e chiede venia.
Si può odiare e amare per odiare nuovamente le onde che sconvolgono la banchina.
Siamo pesci in un oceano di squali.
Nasconderemo il nostro boccheggiare per salvarci.
Chi è il predatore e chi l'alga che si posa sul masso per lasciarsi cullare dalle onde ogni tanto?
Non io che guardo e mi stupisco di tanto oblio.
Il sole è la mia consolazione più grande.
Il raggio che mi attraversa e con un bacio mi rende importante.
Sono debole davanti ad un sorriso che trema i ginocchi e
brama passionale poesia.
Fuggo e lo perdo per la via all'incrocio del destino.
Tante strade mi dirottano verso fantasie da vivere e castelli da costruire
fino a quando il vento li abbatte fischiando per un'ultima volta il tuo nome.
Era racchiuso prigioniero in un mio saluto sincero ormai dissolto tra le macerie di un palazzo antico .
Vita Francesca Genna