domenica 24 maggio 2015

Milano città mondiale


Milano è una città che non appartiene a nessuno. A torto gli abitanti si dichiarano milanesi e fanno razzismo verso i meridionali. La questione meridionale è un problema sociale che io ho vissuto in primis e conosco.  Siamo chiamati terroni ma siamo i veri originali dei luoghi perché  le  catacombe  c'erano prima che le tribù barbariche occupassero i territori del nord .
La città è la meta ideale per chi cerca una terra promessa che gli dia un sostentamento. E' infida e matrigna e in verità toglie ma attrae da secoli milioni di anime in viaggio. Tutti vogliono andare via ma qualcosa li ancora come se il luogo ha una calamita. Sarà perché è illuminata alla sera e se si va in centro c'è un duomo imponente che può contenere  al suo interno una piramide o per la storia che raccontano i palazzi signorili in stile liberty che oggi sono destinati ad uso ufficio o per le vie che raccontano di culture che si sono susseguite e hanno lasciato un'orma.
Chi sono gli abitanti che si dichiarano a torto originali?  Varie tribù barbare che correndo e spadroneggiando dove sono passati non hanno lasciato un filo d'erba. Si sono uniti alle romane fatte schiave e si sono stanziati. Per i romani non dovevano uscire dalla riserva lombarda e non potevano governare e ricoprire ruoli amministrativi.  Dopo la collaborazione dei Goti e dei Visigoti sono riusciti ad insediarsi in ogni contesto pubblico spadroneggiando  e alimentando il clientelismo al grido di Roma ladrona.  Per me invece è Roma fuori le mura. 

domenica 17 maggio 2015

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Era - Hymne (Gladiator)


Il mio segreto più grande. La mia identità

 Chi sono io?
Chi siamo veramente spesso non lo sappiamo perché la verità si perde nella notte dei tempi.
Io poi, sono una figlia naturale e per me diventa diverso. Non è palese la verità.
Porto un cognome prestigioso nel sangue e nell'anima. Esso ha radici preistoriche e rappresenta un dono verso gli uomini. Mio padre del tempo della pietra, ha posato la clava e guardando il cielo, ha detto per primo Dio esiste. E' stato un dono la sua fede e questo ha cambiato la storia dell'umanità.
E' nata la religione. Gli etruschi hanno tradotto il mio cognome l'aer che vuol dire padre. Poi si è modificato ed è diventato per la Roma arcaica I Lari .  Nel tempo moderno Ilari. Io come il mio bisnonno Iseo I Lari tenore internazionale durante il  secondo conflitto mondiale, continuo a scriverlo con l'articolo scisso dal nome.  Lui lo faceva utilizzando una i con un altro carattere. 
Vesta, mia ava, è stata considerata sorella di Zeus  figlia di Giove, dio della creazione e la mia famiglia ha capito che siamo anime. Spiriti che vivono il mondo e che ogni essere anche le piante hanno una loro energia e si vive e si muore ma si rimane eterni.
I figli di Vesta sono Amuleio e Numitore due grandi Re d'Italia ma fratelli di sangue.
Non volevano che le loro figlie avessero la prole per mantenere la purezza genealogica generata dal maschio e  se esse rimanevano incinte, erano destinate a morire e a non generare il figlio.
Le Vestali così si chiamano le vergini considerate dee sono state tumulate vive per avere amato ed avere permesso così di spegnere il fuoco sacro creando disgrazia al popolo.
Ancora oggi si può vedere il muro delle vestali a Roma. Oggi esso è considerato un monumento nazionale.
La leggenda narra, che a volere la legge che le donne della mia casa non dovessero partorire fosse stata imposta da Numitore perché era sterile e non aveva figli.
La mia antenata  figlia di Amuleio, avendo avuto la colpa di amare un uomo  e riuscendo a nascondere la sua gravidanza, ha abbandonato i suoi figli gemelli  all'interno di una cesta e si è salvata la vita.  La corrente del fiume li ha trasportati  un po' distanti e una famiglia semplice li ha recuperati. Troppo piccoli non potevano nutrirsi così si sono alimentati con latte di lupa e sono diventati grandi. Cresciuti hanno voluto costruire insieme una città ma litigando uno ha perso la vita lasciando solo e re della nuova città l'altro. I due gemelli si chiamavano Romolo e Remo ed erano i figli del re di Alba  Longa.
Ho letto che anche Giulio Cesare  Augusto era un I Lari. Appartengo perciò alla gens patrizia dei Giulia per parte di padre e ho non solo molti personaggi che hanno fatto la storia nel mio albero genealogico ma ho avuto essendo una Ilari, di avere il dono che Dio si è rivelato alla mia casa amandoci e consegnandoci gloria, onore e amore.
I miei padri possono essere considerati sciamani e poi sacerdoti del tempio. Mio padre naturale  ancora oggi lo è. Essi sono i custodi del fuoco che ha permesso l'aggregazione e lo sviluppo del progresso e sono stati strumento di  congiuntura e rispetto verso i respiri di Dio. Le anime degli avi preposti a proteggere ogni casa.  La religione era di natura animista,  e le donne erano considerate dee della prosperità, rappresentanti della madre terra, capaci di farsi amare da ogni spirito e quindi potevano proteggere i confini del territorio. Anche io sono sensibile e animista. Ho ricevuto il "battesimo" animista a 15 anni e quello cattolico alla nascita.  In quanto vestale originale da parte di padre e di madre, lo era anche la mia nonna materna,  abbraccio un albero e nell'abbracciarlo sento che è vivo e ha uno spirito, una sua energia. 

In cosa credo oggi? Sicuramente il mio dio non si chiama più Giove ma considero che ha molti nomi. Allah, Javè , e molti altri nomi che i cattolici hanno il dovere di non nominare. La curiosità casuale che si palesa è che l'iniziale del mio cognome unito all'iniziale dei nomi  mio e dei miei fratelli naturali come me, rivela uno dei nomi di Dio ed è IAVE'.  Tutti e tre da piccoli siamo entrati nell'ordine di San Michele arcangelo ed abbiamo rappresentato durante la cerimonia dei Misteri di Trapani  accogliendo i cittadini  tutti, gli arcangeli Michael, Raphael e Gabriel  per volontà di papa Giovanni XXIII di cui ci sentiamo i figli. Ancora in fasce , mio nonno materno ci ha lasciati tra le braccia delle suore vaticane, sotto la protezione del papa. Tre suore ci hanno accudito personalmente educandoci  con amore e gioia. Mio fratello Elio era il più piccolo, aveva 6 mesi ed è finito tra le braccia di Suor Amabile. Io con suo Beatrice, mia sorella Angela con un'altra. Elio ancora oggi tiene accesa una luce perpetua per il papa buono.  Ma perché mio nonno ci ha affidati alle cure amorevoli del vaticano in un collegio dei frati minori, di sant'Antonio di Padova? Perché la mia famiglia materna ha avuto un grande legame con la chiesa. Il nonno Nino Valois cav. Genna è un Valois, figlio discendente diretto di Josè Valois , conosciuto come Luigi IX  re di Francia. Il re che diventò  frate ed Innocenzo terzo papa, dichiarò santo. Oggi è patrono di Francia. Josè è conosciuto anche per avere unito la Spagna e per avere dedicato la sua vita a ritrovare comprando a qualsiasi prezzo le reliquie della croce. Il pezzo che  ottenne con grosse difficoltà fu la corona di spine.  Un chiodo è custodito sopra l'altare della croce all'interno del Duomo di Milano e un tappeto posizionato lì sul retro portava la mia storia ed un segno per farci riconoscere. Questo è stato il motivo perché fra molte città , mio nonno ha pagato un viaggio per Milano a mia madre. Noi in collegio vivevamo godendo di molti privilegi e a  cinque anni ho debuttato in teatro insieme a dei veri professionisti che da Roma arrivavano per presentare i loro spettacoli. Ero un intermezzo. Una farfallina che attraversando il buio della platea con lo sguardo cercava fra le prime file di un teatro pieno di gente una luce. I capelli lunghi e biondi della mamma. La gente applaudiva perché  mi fermavo due o tre volte a guardare i presenti e accennavo un saluto con la mia mano. Come si può capire,  il mio trionfo artistico è stato un po' casuale ed ha convinto tutti e alla fine anche me, che sarei diventata un'attrice  professionista. Le lezioni di canto fatte con suor Grazia,  una suora bergamasca, sono diventate giornaliere ed obbligatorie. Io invece volevo suonare il pianoforte ma non  mi veniva permesso per non scordarlo.


sabato 16 maggio 2015

Piano di sviluppo per l'economia guardando gli altri stati .

L'Italia antica si è sostenuta ed ha conosciuto il massimo splendore e il benessere grazie ad una porta che affaccia nel mediterraneo e la collega con gli altri paesi che sono gli emirati arabi,  il Libano, l'Iraq, L' Iran, tutti i territori dell'Anatolia, L'Egitto e La Grecia. la Turchia.
Trapani, antica Drepanum è la porta d'oro.
E' una città a forma di falce e insieme a Palermo e MarsAllà oggi Marsala sono state protagoniste della politica commerciale di tutto il territorio italiano che su questo scambio di beni poggiava buona parte dell'economia.
La Sicilia non è sempre stata colonia romana ma lo è diventata. E' stata ceduta dal re Ben Ali' forse sbaglio il nome, in cambio di tre donne romane. Un accordo che ha permesso a Roma di avere anche lei uno spazio in questa coalizione.
Roma ad un certo punto non era solo la città che conosciamo, ma veniva considerata esserlo tutta la penisola e i romani si spostavano in lungo e in largo per lo scambio del bestiame, per le aste e per le merci che acquisivano e venivano lavorate.
E' importante capire questa cosa per comprendere come stabilire una strategia politica di successo e di garanzia che renda nuovamente l'Italia protagonista indiscussa dello scenario politico economico internazionale. Soprattutto oggi che stiamo attraversando un periodo difficile a livello mondiale.
La stessa America ha conosciuto la sua crisi economica malgrado abbia un ponte d'affari qual è la Svizzera sede di molte multinazionali farmaceutiche e tecnologiche e altri interessi regolati dalle S.E.T.T.E.S.O.R.E.L.L.E. che sfruttano le risorse del vecchio continente L'Africa.
Oggi che la Sicilia non è più la Magna Grecia e che non sappiamo nulla degli antichi rapporti con questi popoli da sempre nostri alleati. Ci troviamo a guardare agli interessi che si trovano in territori a nord stipulando un accordo con quegli stati che in passato hanno attinto dalla qualità del nostro splendore, che la monarchia degli aragonesi ha mantenuto continuando i vecchi accordi anche tramite matrimoni di convenienza.
L'errore dei Valois, di Ferdinando D'aragona e Isabella Di Castiglia è stato quello di destinare il risultato dei traffici internazionali dell'alleanza mediterranea verso sì la Sicilia ma principalmente in favore della Spagna.
Rendendo questo stato al massimo del suo splendore.
Mi chiedo se dopo il secondo conflitto mondiale se l'America avesse deciso di rendere la Sicilia il cinquantatreesimo stato degli stati uniti d'America come sarebbe stata la politica estera americana oggi. Ci sarebbero state le guerre in Iraq? Bin Laden sarebbe stato un nemico americano o si sarebbe mantenuto il controllo del mediterraneo tenendo coesa la coalizione antica spostando la ricchezza verso il nuovo mondo?  La Sicilia avrebbe beneficiato da questi interessi ed avrebbe preso il posto della svizzera, quindi centro di banche, di tecnologia e di sviluppo delle varie scienze?
Oggi in Sicilia di grande ha solo la banca del sangue , il centro astronomico,  la sua storia e la sua posizione sempre strategica ma non può godere dei vecchi rapporti per colpa dei conflitti e delle destabilizzazioni di molti territori della vecchia coalizione che spesso a mio avviso si sono sentiti traditi dal nuovo stato Italia che non li ha riconosciuti e per ignoranza non ha voluto mantenere i vecchi affari penalizzando l'economia e creando al suo interno situazioni che ai primi del novecento con l'apertura delle fabbriche e la ricerca di un America da scoprire ha causato situazioni di miseria e di sfruttamento della popolazione meridionale e delle campagne oltre che dei bambini vittime di povertà, malattie, malnutrizione con orari di lavoro insostenibili. La Repubblica quindi dall'inizio non è stata capace in politica estera e ha governato male lo Stato.
Non so perché l'America non ha pensato all'isola come alternativa ai conflitti e non ha voluto sedersi in un tavolo di pace per curare i suoi interessi . Forse perché si pensa sempre che la conquista e la forza sono date dalle armi e non dalle strategie commerciali e politiche.
Se prendessi io in mano la situazione e avessi pieni poteri di direzione mi alleerei proprio con l'America per creare una situazione di ferma dei conflitti in quegli stati e ridefinire i vecchi patti.
Perché? Per affacciarmi  ai nuovi mercati europei con i soldi in tasca e senza debito pubblico.
Anche la più piccola delle aziende quando entra in un mercato ha una sua ragione sociale che gli da sicurezza e gli permette di fare degli investimenti. La ragione sociale per l'Italia è la porta d'oro nel segno della falce e il patto antico con i paesi che si affacciano al mediterraneo fino ad arrivare al mare egeo riprendendo i vecchi mercati. il grano, gli alberi di cedro, il vetro, la sabbia, il sale, la carne, gli ortaggi, i crostacei, la porpora, il pesce azzurro, il petrolio, le spezie, e molto altro ancora anche di tipo di tessuti. Un'economia di qualità  che immesso nell'altro mercato darebbe la possibilità all'Italia di distinguersi nei mercati non solo comunitari ma anche americani per i prodotti semi-lavorati completati all'interno dello stato. Ci sarebbe una spinta diversa anche nel campo dell'arte e della moda dando l'avvio ad un nuovo illuminismo ed a un periodo di pace.
L'Italia a questo punto diventerebbe centro commerciale internazionale e di tramite per prodotti qualitativamente alti e centro di aggregazione fra gli stati membri. Un polo economico al centro dell'Europa teatro di scambi commerciali e di aste internazionali.
Per suggellare il nuovo assetto economico e riprendere i patti con i paesi che affacciano al mar Mediterraneo farei costruire un vascello con i legni e il vetro del Libano e ogni cosa all'interno come i prodotti alimentari del ristorante a bordo dovrebbe essere dato dalla coalizione.
Questo vascello lo farei navigare per tutto il Mediterraneo per le crociere e i soldi ottenuti li utilizzerei per le manifestazioni e gli incontri di rappresentanza. Questo darebbe lavoro alle persone e definirebbe un nuovo patto di ferro.
Non so l'Italia quali strategie vuole prendere per il futuro. Non ha mai considerato veramente la regione Sicilia come dovrebbe. Essa è una grande risorsa economica che ha mandato molti capitali di denaro e di uomini in Lombardia senza avere delle garanzie concrete. Anzi Milano e Torino si sono rivelate vergogne per motivi di razzismo verso i meridionali. I terroni che in verità sono gli originali abitanti dello stato ed hanno dato accoglienza a popoli barbari non certo venuti in pace ma con prepotenza. Ancora oggi questi gruppi misti si definiscono stato a se non riconoscendo a torto l'unità nazionale. Questo comportamento a mio avviso,  è all'origine del nostro mal governo interno e dei furti economici che subiamo dai dirigenti statali.
Per essere grandi ed una forza dobbiamo essere uniti e solidali. Il razzismo nuoce a tutti.
A chi mi dice che è proprietario di Roma fuori le mura che chiama Padania, io rispondo: I tuoi padri quando sono arrivati hanno trovato le catacombe? Allora tutta l'Italia è Roma e tu sei stato accolto. Sicuramento sei oriundo.  Per essere primi allora bisogna essere uniti e concentrati verso un unico obbiettivo: Vincere per esserci. Una sfida grande. Di popolo.


 

venerdì 15 maggio 2015

Un treno per me

L' età  è un'idea. Lo penso mentre sorrido fra me ripensando a ciò che sono.
Ho perso l'autobus e prima il treno. Ho visto chiudersi le porte e sono rimasta immobile  pensando fosse un'occasione persa.
E' sempre così non ci sarà mai un treno che mi aspetta veramente e un capotreno che mi chiede dolcemente di salire. Per farlo devo correre e riuscire a salire prima che le porte si chiudano davanti a me.
Ho un po' di fiato quando quasi subito arriva un altro autobus. E' già pieno e la gente è fin troppo ammassata.
- Ehi!  anche tu qua! mi sento dire da una voce che arriva all'improvviso. Quasi ci abbracciamo dimentichi degli altri.
-  Anche tu prendi sempre questo bus? - mi chiede con sorpresa aspettandosi la mia risposta affermativa. Vorrei rispondergli che sono in ritardo di un ora. Che ho i nervi a fior di pelle e scalpito . Invece maschero le preoccupazioni con un sorriso.
Dove stai andando le chiedo cercando di non farle capire che non ricordo il suo nome.
Si aprono le porte e non mi risponde.
-Ciao ci vediamo.- mi dice in tutta fretta mentre scappa fuori dal bus di corsa  e sparisce fra i passanti e le auto.  Mi ha lasciata un piccolo vuoto andandosene. Una sorta di breve abbandono che ogni giorno viviamo con tutti. Ci si accorge solo pensandoci. Altrimenti non ci facciamo caso.
Finalmente tocca a me scendere alla fermata. Affretto il passo quasi arresa dal mio essere eternamente in ritardo.
Mi dirigo all'entrata.  I portieri mi salutano con cortesia.
Ho molte cose da fare  ma quello che voglio di più è una tazza di caffè  e un attimo di riposo.
Ho il fiatone e timbrerei il cartellino per tornare a casa  perché ho finito il servizio. Ma è solo un desiderio dato dalla stanchezza causata dal viaggio.
Le coincidenze sono le cose che ci salvano quando i treni ci lasciano a piedi.  Ci lasciano sorridere e sperare.  E' questo che penso mentre mi siedo e cerco un pretesto per essere felice.
Davanti a me c'è il vecchio albero che pende da un lato per il troppo peso. Lo guardo tutti i giorni mentre si difende per esserci.
E ' un bellissimo pino  che profuma di Resina ed ora ha fatto dei bellissimi fiori.
A volte lo abbraccio e gli sento la vita pulsare. E' energico, bellissimo ma stanco come ogni persona che ha vissuto tanto.
 
 
 

lunedì 11 maggio 2015

Incontrarsi ancora


I sogni sono quella parte di noi che non smette di sperare e ci riprova.
Ti amo in un modo nuovo  ed ho sbagliato a non crederlo.
Ti amo non si dice a chiunque. E' come una carezza data con spontaneità passando davanti alla vita che si libra e diventa fantasia di gioventù. Ti amo va sussurrato piano, perché fa piangere se ascoltato.
Il nostro cuore potrebbe sentire e non riuscire a sparire. Io non grido forte l'amore e la voce si confonde al silenzio, poi muore.
Il tempo soltanto lui ci fa perdere nella verità che sfugge anche ai nostri occhi.
Giorni senza tempo. Senza più colore.
Ho le stesse mani. Gli stessi occhi   ma i capelli d'argento quando mi incontri. Chissà se mi riconosci.
Un  thè fra il mormorio degli altri perché il mio compagno di vita  più non c'è.
Un segreto avere novant'anni  entrambi con  il cuore così birichino da sembrare quello dei  ragazzi.
La mia caviglia la conservi lì  in quella età  mentre fuggo per la mia strada e tu mi segui. Ricordi belli e  innocenti per due che non si sono mai uniti ma desiderati.
Lo sono anche oggi che il tempo racconta di foglie che si seccano e cadono dagli alberi.
Mi vergogno a pensarti e rido di noi. Di come siamo stati bugiardi. Ti voglio amare soltanto dicesti molte lune fa. Allora perché  ora sei qua?
Non hai sposato me. Non hai conosciuto la profondità dei nostri occhi.
Un velo li copre perciò  sei un'ombra di ieri che prepotente avanza.  Amami adesso oserei chiederti se questo bastasse a farci tornare a quando avevamo 16 anni  entrambi   nell'attimo del nostro ultimo saluto. Proprio dove abbiamo lasciato cadere il discorso.
Ci frega il tempo. La verità che ci guarda ed ha altri occhi . Musetti dolci.
Potessi lo fermerei per dirgli che non ho potuto ma  eri la luce che illuminavi i miei giorni.
La bellezza dei nostri  momenti che rivivono dentro un thè troppo caldo che mi brucia la lingua.
Fa male anche così il tempo che scotta e danza una musica nuova.
Confessami la verità. Un pensiero per me negli anni?
-No, ti ho scordata e persa per incontrarti ora ancora più bella. Amici eterni.
-Ma i miei baci erano belli?-
-Rubati e passionali erano i più dolci ma i più dimenticati. -
-Potresti amarmi ancora come allora se ... --
-Non chiedermi questo segreto oggi che i nostri anni sono andati. Non so se con questo mio pensare del momento te li avrei ridati.
I giorni non tornano e non si replicano. Amami per ciò che sono. Un galante uomo.
 lasciami dire, permetti il mio ardire: Hai ancora una bella caviglia! vorrei seguirti di nuovo in capo al mondo ma siamo solo amici. -
Ridiamo e i nostri sorrisi complici  ci fanno ragazzini.
 
 

sabato 9 maggio 2015

Uno dei sogni premonitori che ho fatto la notte del 25 maggio 1985



L'Incontro con il messaggero di Dio.
 San Francesco di Paola frate francescano dell'ordine dei minimi.
 Protettore dei calunniati, ingiuriati e spergiurati.


Mi ritrovai presso una spiaggia a guardare che un frate dentro una barchetta si era avvicinato. Mi osservava con serietà mentre sistemava i remi.
Il sole mi abbagliava ed io socchiusi gli occhi facendomi ombra con la mano.
L' uomo mi incuriosii e dopo averlo osservato attraccare gli chiesi:
" Chi sei?"
"Chi sei?"...
"Un vagabondo"
" E dai ! dimmi chi sei!"
" Sono solo un vagabondo."
lo seguì fino alle grotte. Stavo dietro di lui ed egli ogni tanto si voltava a guardarmi senza dire di andare via. Portava in spalla un bastone e alla estremità di esso vi era un fagotto bianco.
Siamo entrati in una grotta concomitante ad altre ma il frate è uscito immediatamente per ritornare subito dopo rimanendo all'entrata Dietro di lui la luce del sole riusciva ad illuminare il luogo. Nuovamente gli ho chiesto il nome ridacchiando per il suo bastone con il sacco. Quando si è deciso ad entrare nella grotta ho notato che posto .al centro c'era un cavalletto ed una tela . Per terra un sasso rettangolare scuro.
" ah! ah! ah! dimmi chi sei"
Silenzio
"Un vagabondo, Solo un vagabondo.
Ad un tratto mi ha detto:
Non è importante chi sono io ma chi sei tu. E' questo che hai chiesto.
Del signore non dovrai portare la sua croce ma solo la corona di spine"
e vidi l'immagine di Gesù sofferente animarsi in una tela di pittore dopo che il frate con un pennarello aveva scritto velocissimo dei numeri sopra. Quelli dell'Apocalisse.

Tenterai di scrivere tutta la vita ma non vi riuscirai. Solo un libro verrà considerato fra le più belle opere della letteratura italiana .
Il tuo numero è il 22 , il tuo simbolo la tigre.

"Qualunque cosa accada ricordati che Dio ti ama!"
Infine, puntò l'indice verso il mio orecchio destro e mi disse:
Ascolta! :
sentii parlare di me la gente.

" Perchè mi giudicano? Perchè se sono brava?" Dissi voltandomi verso quel lato.
Nessuna risposta ...
Il frate e la grotta non c'erano più.

venerdì 8 maggio 2015

Io e la droga

Il mio confronto con la droga è stato diretto. L'ho conosciuta bene alla fine degli anni 80. Mi sono spaventata e sono svenuta quando ho visto la prima crisi da astinenza. Non potevo credere che si può stare male fino al punto di desiderare la morte ed essere bloccati da più persone per questo. Il suo volto è cambiato nel tempo. Ho imparato a riconoscerlo negli sguardi furtivi e quasi ladri di chi "se la passa" e non si fa sgamare. Aveva il passo sempre più lento e il sonno sincronizzato con il movimento. Gli occhi di qualsiasi colore ed un foulard per coprire la calvizie .
Ho parlato a lei per confortarla. Non aveva più posti per bucarsi ma il buco che preoccupava di più era quello per orinare perché il sarcoma di Caposi le ha portato via ogni parte attorno che poteva ricordare una vagina. No, non piange la droga ma cerca di accoltellarti alle spalle se il metadone è contato e il naso non è più in grado di aspirare. Non è importante quanti anni ha ne il nome quando il fisico si trasforma e si rimane l'ombra di chi non ha vissuto e non può più farlo.
Ho guardato con innocenza la vita bruciata di altri e gli ho portato il pane e l'acqua.
Il giro quando finisce l'ho visto mentre altri lo iniziavano e per un viaggio sono spariti dalla mia vista. La droga non ha mai un nome. Ha sempre lo stesso volto e dei limoni da chiedere al bar oppure una moneta per raschiarsi le croste dalle gambe.Storie tutte uguali. Ragazze di ogni ceto mascherate con un vestito bello e una siringa sempre appresso.
Un sorriso basta per dirsi niente perché il niente diventano tutte le parole.
La droga è un lavoro. E' la morte annunciata che nessuno racconta. E' l'incubo degli altri. La speranza di una mansione superiore per me.  Aspetto qualcuno che mi telefoni dalla dirigenza perché sono la vincitrice n. 45 e ho un posto in direzione generale che mi attende. Intanto, attraverso il lungo corridoio e un eroe che studia i casi dannati non da Dio, mi guarda con amore e mi sussurra in silenzio vivi.
Francesca Genna 

Piano per la stabilità economica prima parte

8 maggio 2015 alle ore 23.52

 

     Governare un paese non è mai stato semplice e diventa impossibile farlo se si pensa che l'importante è fare quadrare il bilancio  creando tagli e tasse. Essere governo vuol dire avere in mano la situazione geo--politico-culturale  del paese e conoscerne ogni suo aspetto nella forza e nelle sue debolezze. Questa sera ci provo io. Voi dite la vostra . Intanto guardiamo innanzitutto la penisola. Si trova come posizione geografica al centro del mondo. Tutti in essa  ci vedono uno stivale . Io, un corridoio di uomini che vanno su e giù  in quella che è sempre stata l'autostrada verso molti stati vicini.  Strategicamente siamo  al centro dei traffici verso il Medio oriente, i paesi dell'Est  e gli  stati europei  più a nord. E'  inutile che li elenco. La nostra forza è proprio questa e lo è sempre stata. Se sviluppiamo il nostro potenziale  possiamo essere primi in ogni campo. Protagonisti assoluti all'interno di ogni mercato internazionale. Gli  aragonesi e prima ancora i romani lo avevano capito per questo è nato il sacro romano impero.  Noi abbiamo bisogno di unirci agli altri per essere la forza che dovremmo essere e riconquistare il benessere che abbiamo conosciuto dopo la guerra. L'Italia è  una terra giovane in fase di assestamento e  sicuramente nei prossimi anni assisteremo a delle modifiche importanti del territorio . L'errore che abbiamo fatto nel tempo è stato quello di utilizzare le risorse senza preoccuparci di ripristinarle salvaguardando il paese. I nostri figli per questo motivo pagheranno un caro prezzo per esistere. Io personalmente darei l'ergastolo alle persone che in estate appiccano il fuoco  per disboscare.  Ora analizziamo i punti.
    1)Questa è una terra che è nata prevalentemente boschiva. Molte foreste sono state distrutte per dare più spazi abitabili e le costruzioni ci hanno permesso di vivere comodamente ma hanno causato una variazione climatica che ha influenzato non solo la nostra penisola ma anche l'Africa contribuendo al processo di desertificazione che non si è arrestata e all'aumento dei sismi visibili per l'uomo a causa di un surriscaldamento terrestre conseguente con progressiva diminuzione delle fotosintesi clorofilliane che ossigenavano meglio il territorio rendendolo un polmone del bacino mediterraneo ed Europeo.
    Si prevede che se non corriamo ai ripari, la Sicilia e  un pezzo di Calabria seguiranno il destino del deserto.  Per ovviare a questo e diminuire le eruzioni vulcaniche singolari, dobbiamo restituire molti alberi al territorio. La penisola è attraversata da molti vulcani ma la fascia più accesa a mio avviso è quella che parte dalla Liguria e attraversa come una cintura la terra italica arrivando all'altro versante marino.  Le continue eruzioni superiori a 4 gradi della scala R. potrebbe con il tempo alzare le acque liguri e creare una frattura regolare del territorio con altre conseguenze a rimpallo. Ci sono luoghi montani che sono a rischio geologico per smottamenti del terreno. Ora che abbiamo capito questo senza stare a parlare di altre città come Venezia arrivo al dunque. Siamo un paese che vanta un clima mite, ha molte risorse ma è piccolo. Il terreno veramente sfruttabile a livello agricolo se si pensa di ripristinare alberando diminuisce.  Abbiamo un problema che diventa urgente. Bonificare territori come la terra dei fuochi e tutti i luoghi inquinati per non compromettere la geografia soprattutto del Nord.
    Un'idea per il rimboscamento potrebbe essere quella di piantare alberi dalla crescita veloce che   possono essere utilizzati per vari usi. Oppure in molte montagne piantare gli stessi alberi che sono stati bruciati. Il bosco è una grande risorsa di vita Non solo per il nostro stato.
    2) L'economia  nazionale è condizionata dagli apparati statali e parastatali. L'inflazione e il debito pubblico subiscono una enorme influenza da questi organi. Vediamo perché: I dirigenti si sono aumentati lo stipendio notevolmente, togliendo il potere d'acquisto della moneta che ha perso peso.
    I dirigenti insieme alla classe politica sono gli unici che hanno un capitale che non riescono a fare girare per intero creando un blocco della compra vendita e dei mercati interni. Essi sono i nuovi capitalisti e di contro è morto il ceto medio costretto ad abbassare la saracinesca e a dichiarare il fallimento. Lo stato ha fatto stampare moneta senza fondi in oro a copertura creando per tutti un debito di grosse proporzioni. Come dobbiamo fare per raggiungere finalmente la stabilità?
    Secondo me dobbiamo restituire il giusto peso alla moneta riconoscendo che i dirigenti statali e parastatali danno un servizio ai cittadini amministrando la Res pubblica e pertanto non possono prendere  come compenso  più del doppio dell'amministrativo a loro sottoposto di grado superiore. Quindi dai 40 ai 50 mila euro annui fino a sessanta in casi eccezionali. Ed è un bel prendere! se si pensa che queste persone godono di molti diritti.  I medici per esempio hanno lo studio privato e grazie al lavoro in un ente pubblico, si pubblicizzano aumentando la clientela personale oltre la notorietà. Inoltre alcuni hanno una  cattedra e /o interessi con le case farmaceutiche. In più prendono il bonus di 30 mila euro e i soldi della libera professione all'interno dell'ente e la formazione comprendente anche i congressi. Per finire, i soldi per la video sorveglianza, la produttività e forse altro per la ricerca clinica.
    Questo non è accettabile e ci penalizza tutti. Il medico dovrebbe prendere il minimo dallo stato perché privatamente guadagna tanto e tutto ciò che è dato in più è rubato ai cittadini.  Ho fatto due conti ed ho calcolato che abbiamo perso tutti 200 euro se siamo impiegati che prendono fino a 1200 euro. Fino a 500 euro di potere d'acquisto chi guadagna 900 euro.  Io proporrei di creare un fondo di distribuzione della reale risorsa  per un  tempo determinato, complessivamente costituito dagli 80 dati Da  Matteo Renzi,  Presidente del Consiglio,  maggiorati di 120 euro per una sorta di piano di stabilità per promuovere il mercato interno e la compravendita italiana e non made in Cina.
    Il rafforzamento dell'economia interna ci permetterà di pensare anche a delle politiche di ripristino del territorio e dei nostri mari .
    Da sempre l'Italia per stimolare lo sviluppo produttivo essendo un territorio non grandissimo, ha puntato tutto sulla qualità delle merci e dei servizi. E' l'unica strada che abbiamo per essere concorrenziali e pensare di affacciarci in modo più  positivo verso i mercati esteri. Essere grandi come ho scritto prima, vuol dire non riuscire a soddisfare tutte le domande e quindi ci serve qualcuno che sia nostro alleato.
    Il duce si era accorto di questo problema ed erroneamente ha pensato che l'Italia che vince ha bisogno di colonie . No, ha bisogno di alleanze con un altro stato che segue le sue stesse politiche e la sua stessa voglia di esserci da protagonista nei mercati esteri. Ecco perché è giusto avere un mercato internazionale che viene incontro a questa necessità. Probabilmente con questo spirito è nato il Mercato Unico Europeo.  Anticamente la Sicilia perché era chiamata Magna Grecia o granaio d'Europa? Perché gli Aragonesi che erano anche reali di Spagna e avevano annessioni di altri stati hanno voluto come dimora  Marsala, il salotto degli antichi patrizi romani? Perché Palermo ha risentito dell'Influenza araba e oggi vanta una popolazione mista arabo- romana  e splendidi monumenti? Che cosa ha rappresentato il porto di Trapani, la città a forma di falce per l'Iraq, L'Iran,
    la Tunisia, la Turchia, la Spagna, il Portogallo, la Grecia, gli Emirati Arabi , i Fenici e per la stessa America? Noi abbiamo una porta che si affaccia al mondo e il mondo si trova sempre nello stesso luogo. 
    3) Le pensioni sono una nostra croce. Non ci sono per tutti. Mancano i contributi come fare?
    Ho pensato di proporvi una pensione mista. Costituita da una parte versata all'INPS cumulabile con un'altra parte versata ad una compagnia assicuratrice, nel tempo volontariamente anche in sostituzione del risparmio e non necessariamente  versabile ogni mese ma quando si può durante la vita. Dopo un tempo concordato,  si può chiedere la pensione minima anche se mancano due anni di contributi versati all'ente di previdenza perché i soldi versati privatamente vengono accorpati agli anni maturati permettendo al dipendente un riscatto delle dimissioni volontarie. Questa la prima opportunità. La seconda giunti all'età pensionistica regolare con contributi versati con il lavoro, per motivi personali si possono richiedere le dimissioni  dal lavoro a riscatto contributivo, avendo maturato 15 anni di contribuzione con una compagnia assicuratrice  privata volontariamente. la quale si impegna a corrispondere il dovuto per la sua parte versandoli all'INPS. Questo porterebbe ad avere molte persone che lasciano il posto spontaneamente alle nuove generazioni e ad avere la pensione di 40 anni di servizio con garanzia di vivere serenamente la propria economia.

    4) La prima forma di regime o di perdita della democrazia è data dall'impossibilità delle masse di liberare il loro potenziale avendo gli strumenti per farlo. Nessuno nasce imparato ma predisposto ad  apprendere. La conoscenza che si acquisisce ci da modo di affrontare i mille ostacoli della vita e di crearci un'occupazione. L'istruzione quindi, è intesa come necessità per tutto il popolo e deve essere per quanto riguarda la conoscenza di base, uguale per tutti e obbligatoria.
    Un popolo che vuole essere al centro della scena nei mercati generali internazionali non può essere ignorante ed è grave se il ministro che esercita il ruolo di rappresentanza del partito di maggioranza non conosce la storia, il diritto e la geografia di tutti i luoghi e soprattutto del suo paese. E' importante sapere perché l'uomo di stato  x  si porge davanti ad un capo di stato con  grande rispetto oppure non desidera vedere un altro capo  stato.  I motivi che hanno determinato i conflitti e le incomprensioni o perché di certe alleanze. La cultura ci insegna anche a tollerare le diversità culturali e a capirle.
    La scuola è anche comunicazione e proiezione verso molte branche che attraversano la nostra era.
    Oggi abbiamo molti settori su cui spaziare ed inventare altra tecnologia e altra ricerca ma, dobbiamo capire che la ricerca dei principi fondamentali del cosmo e della vita si trovano attorno a noi e sono semplici. Essi non hanno bisogno di libri ma di osservazione attenta e precisa. I libri sono dei compagni che ci guidano in un mondo già esplorato da altri che non può non sorprenderci e riempirci di meraviglia.

    Vita Francesca Genna