domenica 4 ottobre 2015

Siamo stelle che illuminano gli altri

Ognuno di noi è protagonista della sua storia. Essa lo segna e lo modella secondo i fatti che sono stati vissuti. Una cosa però è certa ! anche se ci sembra di vivere delle esperienze simili ad altri, di fatto ciò che abbiamo vissuto prima dell'evento ci rende univoci. Noi, quindi, siamo il centro dell'universo e gli altri sono nostri simili mai uguali.
Prendiamo ad esempio l'amore. Possiamo amare lo stesso ragazzo che ha amato prima la nostra amica, avere con lei molte similitudini  e uguali gusti oltre la stessa età ma, il nostro approccio e la nostra espressione del sentimento per lo stesso individuo è diversa.
Questo perché il modo di amare qualcuno non ce lo insegna l'età, ne l'amica o il ragazzo ma il nostro ingresso alla vita. Quindi rapporto madre e figlio e il tipo di affetto che abbiamo ricevuto fino a sei anni d'età. L'educazione alla vita, al rispetto e all'onorabilità vengono costruiti in questo periodo.
I Se penso a me in senso affettivo, ricordando il mio ieri, penso che ad amare mi ha insegnato il nonno.  il padre di mia madre. Egli ha avuto un ruolo fondamentale nel mio esprimere l'amore considerandolo dono. Il nonno era per me una persona che ogni mattina suonava il campanello di casa, per portarmi un biberon di latte appena munto.
Io lo aspettavo dentro al mio girello rosso e avevo imparato il tempo del suo arrivo. Sentivo il rumore delle ruote e l'apertura della portiera dell'auto che sbatteva per richiudersi.  Poi nonno faceva il suo ingresso  a casa. Dava la bottiglia di latte a mia madre mentre io seguivo attentamente con lo sguardo ogni rito ormai giornaliero.  Mamma scaldava il latte mentre i nonni si accomodavano   seduti  vicino al tavolo del soggiorno.
Non ero consapevole di chi fossero quelle due  persone ma, avevo individuato che l'uomo con i baffi aveva il mio latte e me lo portava. Ottenuta la bottiglia, bevevo soddisfatta l'atteso premio . Finita la bottiglia m spingevo dando dei leggeri colpi con i reni e giravo intorno al tavolo per scrutare i nonni.
Essi parlavano a voce bassa e confidenziale con mia madre dicendo cose a me incomprensibili.
Così ho conosciuto il mio primo amore. Atteso ogni giorno ed osservato ridendo. Da nonno ho imparato l'affettività fatta di sguardi complici e attesa.
Da quel giorno il mio amore ho imparato a guardarlo a distanza rispondendo ad un sorriso complice. Dopo anni,  un giovane senza baffi e non più in dono il latte caldo che sazia, ma amore che nutre e crea vita che ci rinnova.
Questo è un esempio che dimostra la verità del mio contenuto e credo che ognuno di voi se ci pensa, ha un aneddoto che può spiegare il perché dei suoi comportamenti e il suo modo di vivere il mondo che ci attornia. Il modo di approcciarci verso le attività seguono le stesse regole. Il tutto caratterizza la nostra personalità. Chi siamo dunque? Persone che prese nell'insieme siamo cittadini che votano e pagano le tasse ma, prese singolarmente siamo stelle. Brilliamo sempre e i nostri raggi attraversano gli altri illuminandoli. Il donarci senza comprenderlo ci rende meravigliosi.
 

Un incontro straordinario che ho fatto quando avevo 22 anni

Ho affittato da fanciulla una casa all'interno di una riserva geologica.
Una montagna che ha conosciuto la storia della peste del settecento, ricca di boschi e di luoghi incontaminati. La casa del gigante.
In questo ambiente , tra ruscelletti e cascatelle mi sono sentita come Marica che la leggenda vuole essere mia madre ava. Qualcuno dice ma non so se è vero, che fosse nientemeno che la maga Circe andata in sposa ad un fauno del bosco.
Ma andiamo avanti la storia che voglio raccontarvi è straordinaria!.
In questa montagna nella mia casa in pietra che sembrava un fungo inclinato conducevo una vita assai spartana . L'acqua fredda usciva anche dal rubinetto dell'acqua calda e la porta di casa si apriva girando la chiave all'incontrario.
Ero molto felice lassù ed avevo imparato molte cose. Raccoglievo i prodotti del bosco per cibarmi e vivevo il contatto diretto con gli animali. Avevo imparato ad imitare alcuni versi degli animali e mi spingevo verso il rifugio per raccogliere fragole di bosco e lamponi per le mie marmellate. Tutti facevano fatica a salire da me  perché la salita era assai ripida ma io, conoscevo una strada secondaria che non potevo insegnare  perché costeggiava il costone esterno della montagna ed era stretta.  In paese una vecchia del posto, mi aveva raccomandato di non andarci perché irta di pericoli e abitata da serpenti ed altri animali selvatici. Un giorno,  avendo preso troppa confidenza con i luoghi e forte di non essere sola, ho disubbidito il consiglio e il monito della signora ed ero soddisfatta perchè  non ho incontrato nessuno. Sicura di me, ho praticato il sentiero anche di pomeriggio e ho ammirato gli ultimi raggi del sole che mi illuminavano il passaggio.
Ero sola con il mio bastone e gli altri erano distanti da me venti minuti almeno. Forse trenta abbondanti.
Avevo cercato questo mio camminare in disparte depistandoli a passo svelto, per vivere la montagna in silenzio gustandone la bellezza.
Incontravo davanti al mio passo, scenari di rara bellezza e il silenzio mi permetteva di cogliere suoni e luci distinti.
Stavo camminando tranquillamente guardando il raggio che si faceva di una luce più tenue quando, ho sentito sul lato destro un fruscio ed ho visto movimento di foglie. All'improvviso, mi sono trovata di fronte un meraviglioso esemplare!
un serpente di grosse dimensioni e poco più basso di me, in posizione d'attacco a un metro di distanza.
I suoi colori erano verdi e marroni e mi affascinava. Non avevo mai visto niente di più imponente in vita mia. Siamo rimasti entrambi immobili a lungo. Ci fissavamo mi osservava ogni movimento non abbassando mai lo sguardo fisso e fiero di entrambi. Aspettavamo uno la mossa dell'altro per agire. Io stringevo a tratti il bastone pronta a colpire. Ho avuto paura di spaventarlo quando ho sentito le voci dei miei fratelli in lontananza. Dopo pochi minuti il serpente ha deciso di lasciare il sentiero. Si è abbassato come inchinandosi e strisciando è sparito infilandosi tra le foglie dove l'ho visto affiorare all' inizio della storia.
La voce dei miei fratelli si è fatta nuovamente distinta. Dopo dieci minuti mi hanno trovata ancora ferma con il bastone in mano. Quel giorno mi sono sentita speciale.
Vita Francesca Genna

domenica 27 settembre 2015

A proposito di razze e razzismo, cosa penso...

NOI abbiamo bisogno degli stranieri per nutrirci di tolleranza proprio di come abbiamo bisogno del pane e dell'acqua.
Ne siamo digiuni con molta vergogna.
Spesso abbiamo calpestato il vero figlio di questi territori perchè nato nel sud del paese. Lo abbiamo boicottato e umiliato sentendoci padroni della riserva romana creata per l'accoglienza dei popoli che provenivano dal nord.
Da ospiti , essi anche se imbastarditi con i romani, sono diventati tiranni e non ci permettono... di essere una sola speranza ed un solo cuore.
Ben vengano tutti i popoli dunque a rivelare la nostra bassezza morale per me e per tutti quelli a cui gente bastarda, ha costretto a fare enormi sacrifici, rinunce per costruire la sua Roma e, davanti alle macerie, alzare il capo e rimettere a terra i mattoni. Viva la Repubblica, viva questa rivoluzione!
Un caloroso abbraccio a tutti i terroni.
I miei padri hanno fondato questa civiltà ed io rivendico la mia appartenenza a questi luoghi e l'incostituzionalità della lega. Chiedo quindi a nome dei miei avi, la soppressione del partito.. Inoltre a scuola tutti i bambini devono essere educati alla civiltà- al rispetto, alla tolleranza e alla sensibilità.
No siamo Roma, io sono Vita I LARI figlia della madre terra , di Estia e di Remo. La più terrona d'ITALIA.

venerdì 25 settembre 2015

Papa Francesco negli USA - Cerimonia di benvenuto e visita al Presidente...


E' per me un emozione grande vedere l'attuarsi di questo miracolo che Dio ha voluto per tutti.
Un grande papa, capace di entrare nei cuori di molti e  un grande presidente che, come il papa, è amato da Dio.
Un incontro che per la comunità dei credenti e dei giusti segna un  momento di speranza per gli ultimi che hanno diritto ad un giorno di pace.
In questo anno dedicato alle famiglie, spero che anche le famiglie di Cuba abbiano restituita la dignità di tornare ad essere uno stato americano che conquista la legalità con l'aiuto della grande America.
Due figure imponenti quindi che possono contribuire insieme a rendere migliore l'umanità.
Spero in un mondo pieno di pace e se potessi sperare più in grande, vorrei l'abolizione del razzismo costruttore di immoralità e bassezza di cuore.
Siano questi due personaggi illustri esempio di tolleranza e rispetto di ogni uomo. Una società che si arricchisce compiacendo Dio onnipotente.

Li ringrazio di esserci e di essere forti nella fede e nelle azioni.

Vita Francesca Genna (Vita I Lari per Dio)





domenica 20 settembre 2015

Roma è l' Europa

Roma è l' Europa . Essa aggrega gli uomini e crea imperi.
Non esisterebbe il latino se fossimo stati stanziali e osteggiativi verso gli altri.
Ogni uomo ha il diritto alla vita e all'accoglienza.
Deve essere però educato ad accogliere la civiltà che lo accoglie. Questo non lo rende schiavo ma ospite onorato.
Possano nobili piedi di gente che chiede asilo, trovare giusta accoglienza come si conviene per il tempo che essi rimangono e portatori di pace, afflitti dalla guerr
a e dalle carestie, regalarci prosperità e buoni guadagni futuri.
Sia forte e solida l'alleanza tra noi e chi oggi è in difficoltà. Rimanga tale anche quando essi avranno trovato stabilità in altri luoghi o per volontà di Dio, potranno fare ritorno nella loro terra d'origine.
Dio guarda i loro passi e misura i loro orizzonti benedicendo le

 loro vite.
Io li saluto augurandogli lunga vita di pace.
Vita I Lari

Il mio regno

foto di Amuleio e Numitore I LARI                                 ( alto rilievo antico Roma )
Primi re fondatori di Roma - civiltà mondiale

                                               

  Il mio regno è il cuore di chi mi ama.
  La fiamma che arde in eterno
  Il mio spirito che li attraversa.
  Ho una sola parola ed un solo credo:
  Sono tutti per una goccia.
  Roma che cinge a se ogni vittoria.
 
 Figlia del passato guardo al futuro con i tuoi occhi e
 per noi, a volte ho pianto.
 Risorgeremo calpestando chi ci manifesta la sua maledizione.
 Testa alta davanti alle avversità.
 Forza e coraggio davanti al nemico.
 Soldati centurioni sempre.
 Sia nostra : virtù, coraggio e gloria!
 
 Dalla prima isola dopo l'Africa fino a Trieste 
 senza guardare oltre l'ultimo orizzonte,*
 vi riconosco  fratelli.
 Figlia della prima madre
 mi sento vicina ad ogni speranza.
 Noi siamo Roma vittoriosa, il tricolore.
 
Vita I LARI *
 
 
 
Note dell'autore
*( i latini hanno colonizzato il mondo quindi per cercare tutti i romani devo guardare oltre i confini italiani) 
 * La firma non è un falso ma la mia vera identità.
Sono illegittima e porto il cognome materno.
Cav. Genna barone nobile di Spagna (Josè Valois)
 

venerdì 21 agosto 2015

il mio paese

Il mio paese é il mondo.
il mio cuore cammina dentro lui.
Amo il mio cielo
sogno il mare e vecchi spazi ormai perduti.
Non credo che incontrerò ancora le dolci mani che mi hanno insegnato a camminare fin qui.
Per molti sorrisi incontrati ho dovuto dire addio agli abbracci.
Strade asfaltate mi hanno permesso la corsa.
Oggi stanca vorrei fermarmi a guardare l'orizzonte per comprendere quanta strada ho da percorrere.
Non mi sono accorta guardando lontano che i figli mi hanno chiesto un abbraccio. Il mondo è una ruota che gira ed oggi sono io l'ombra di ciò che prima per me è stato.
Sorrisi d'argento e voci nuove mi aspettano.

giovedì 20 agosto 2015

Vorrei Milano cittá nera e musulmana

Ho pensato al desiderio della Lombardia di staccarsi dall'Italia per motivi di ordine razziale che non tiene conto che le persone che abitano tutto il paese geneticamente possono avere la stessa origine mista barbarica come ad esempio a Catania, nelle Madonie e in altri luoghi. Io per ciò che ho visto fare ai numerosi meridionali che hanno costruito Milano senza avere la giusta riconoscenza, li farei proprio staccare anche se ritengo che il partito lega nord é un atto offensivo verso i principi per cui è stata tolta la titolarità governativa al re e ai nobili in favore dei diritti democratici e costituzionali della Repubblica che si è costituita per voto popolare. Io posso dichiararlo con convinzione perché l'ignoranza di molti milanesi mi ha colpita in primis.
Infatti quando nel 1974 sono finita per destino in una scuola statale milanese per frequentare la seconda elementare mi sono meravigliata di vedere che il padre di una mia compagna di classe a chiesto vicino al mio banco di mandarmi via dalla classe o toglieva sua figlia dalla scuola perché non voleva che sua figlia studiasse con i terroni. Io sono finita a metà anno scolastico a Selvino in una colonia dove durante la seconda guerra mondiale hanno trovato rifugio i bambini ebrei e lì ho studiato con serenità, a contattato della natura in un clima cordiale insieme ad almeno mille terroni come me figli di Roma e di Dio. l"ignoranza di molti che a torto si definiscono padani ha fatto si che non si tenesse conto della realtà del paese creando veri casi di intolleranza palese. Io penso che se la Lombardia si staccasse realmente dall'Italia diventeremmo un paese gestito dall'egemonia di stati più grandi che hanno interesse a fare scambi commerciali e scambi culturali e scientifici con i paesi vicini. In passato , come abbiamo appreso dalla storia, la Lombardia è stata sotto il dominio spagnolo,francese austriaco. Ma farebbe gola anche alla Russia perché la posizione geografica gli aprirebbe altri orizzonti.

martedì 18 agosto 2015

l'animismo cenni

L'animismo é la madre di tutte le religioni e conserva dentro di se tutti gli elementi in essere che hanno portato l'umanità a conoscere e sviluppare le scienze e la tecnologia. Nell'animismo essendo il principio del tutto che poi é stato assorbito da tutte le religioni c'è anche l'esoterismo come principio delle scienze occulte ma non si parla di magia o delle messe sataniche che invece sono state una evoluzione distorta e condannata dell'evoluzione di questa branca dell'animismo fatta da persone che sono lontane dalla conoscenza vera di tale religione e filosofia progressista. Questo perché i veri principi dell'animismo non sono aperti a tutti ma sono insegnati oralmente dallo sciamano al figlio.
 La prima cosa che riconosce un sacerdote animista sono gli elementi che regolano le leggi universali . Primo elemento é il suono. Riconoscere lo straordinario potere del suono vuol dire capire l'equilibrio della vita e il tempo. La scoperta che ci sono vari stadi di suono vuol dire anche arrivare a comprendere il concetto di anima che si esprime nel tempo e nello spazio. Noi esseri mortali produciamo suoni che sono regolati dalla valvola cardiaca ma tutti gli organi hanno un loro tempo. Il polmone , il flusso sanguineo nelle vene , il fegato , il pancreas e così.via. L'animista conosce questi suoni e li regola grazie ai suoni della terra che se sentiti , portano beneficio e aiutano la guarigione. So di una persona che affetta da ulcere causate da elictobacter pilori oggi può dire di essere completamente guarita come mostrano gli esami diagnostici perché grazie alle cure tradizionali e a questo tipo di trattamento, la membrana dello stomaco si è. ripristinata e oggi egli é sano. Questo è un tipo di cura antichissimo che permette il riequilibrio dell'organismo. Il principio è che noi siamo come i pianeti e attraversiamo le stesse leggi del cosmo. Il battito cardiaco sempre più regolare diventa il metro dell'animista. Un altro tipo di cura é quello della consapevolezza di avere un problema riconoscendolo. Il paziente é messo davanti ad una causa da affrontare. La malattia non è di natura fisica ma psichica risolvibile. Una volta accertato il problema il sacerdote prepara un nastro con un tot di nodi per ogni nodo fa una preghiera. Poi, assiste insieme al parente del malato o persona di fiducia , la persona in difficoltà durante il sonno per più notti. Regolato il sonno . Dopo un po' di notti il paziente un mattino si sveglia e trova il cordone rotto nel letto. Il sacerdote non c'è. La persona si sente piena di vigore ed energia e continua la sua vita in piena serenità. Messo nella stessa condizione di conflitto la supera brillantemente e si considera quindi guarito. Questa come si può capire é una medicina semplice che non ha nulla di magico o blasfemo ma é il principio che ha dato spunto alla medicina stessa di evolversi. Gli ariani quindi non sono da considerare sensitivi ma attenti al mondo non solo apparente ma anche ignoto finalizzato al progresso di ogni campo. Conoscere gli elementi di base vuol dire avere dei doni rispetto ad altri individui e il riconoscerli da parte della comunità permette il rispetto e il benessere dell'individuo all'interno della sua società. Sull'animismo si potrebbe scrivere un trattato e come risultato avremmo il riconoscimento che l'animismo é l'abc del tutto ma non è tutto perché il resto è invenzione a volte profana. La chiesa a ragione condanna la cartomanzia e la stregoneria che in verità sono blasfemie inventate da persone non tenute a praticare l'animismo perché non lo conoscono ma hanno visto fare qualcosa allo sciamano. Il vero sacerdote non ha bisogno di carte per leggere il futuro ma ha il dono della veggenza e da interpretare i segni che la natura gli offre inoltre gode della protezione degli spiriti di ogni tempo e non teme l'oscurità. Egli ha per dono la fede ed è consapevole di essere fortunato perché puó spaziare in ogni campo senza paura e con forza. La chiave di tutto rimane il suono che copre molti ambiti ed è fonte di vita di ogni essere vivente vegetale o animale. Noi non siamo in grado di distinguere molti suoni vitali perché appartengono a mondo parallelo al nostro fino ad arrivare agli esseri unicellulari. La cosa è reciproca e serve a tutelare gli individui di ogni specie. La vera scoperta del secolo quindi, rimane lo studio del suono che rompe le barriere e questo puó. essere fatto grazie ad un traduttore di impulsi sonori all'interno di un pc. Conoscere i vari stadi del suono vuol dire avere tra le mani un'arma capace di distruggere il pianeta superiore alla bomba atomica e la possibilità per l'uomo di allungare ulteriormente la propria vita.
 

mercoledì 5 agosto 2015

Vorrei raccontarti di quando

Vorrei raccontare di quando e di quando e poi ridere di noi, di te che mi leggi e della vita stessa.
Mi ami? Non rispondermi subito ti prego e fai un lungo respiro  prima.
La tua voce si perde in un pensiero che sorride e rido anche io di te.
Vanità? Forse lo è. Mi scopro ogni volta un po'  soddisfatta nella mia vanità quando capisco di piacerti.
Non ti piaccio veramente ma sei curioso di me e dei miei versi perché?
C'è qualcosa, un filo sottile che ci unisce. Forse riconosci in me il tuo esistere oppure mi sei distante e ti metto curiosità. Non aspetto di piacerti allora ma scrivo  comunque per affascinare i miei quattro lettori perché questa è la mia vera bellezza. L'intrigo delle parole che con giochi sinuosi ed effimeri incantano. Sirena ecco cosa sono.
Ora faccio un tuffo nel mio mare di parole e ti scelgo una frase. La vuoi?
Ah! ho pescato una sola parola. Strizzo l'occhio mentre la sussurro ripeti con me : Io amo .
Wow . Anche io amo il mondo , la vita, il futuro perché il pensarlo mi da gioia.
Sono sempre stata convinta, anche nei momenti più bui che non dovevo dimenticarmi di sorridere e di essere felice dentro perché il futuro ha per forza in serbo per me, una sorpresa che mi meraviglia e mi riscatta.  Questo pensiero in verità è la mia forza e il mio coraggio davanti alle avversità più dolorose. So che non ti sto annoiando ma ti lascio così per riconquistarti ancora domani e domani l'altro. Ricorda il nostro segreto. La mia parola : io amo e sorridi con me a questa vita fatta anche di sorprese. Ti abbraccio.
Francesca
 

domenica 2 agosto 2015

Lontana dalla terra mia

Desolate spoglie degli avi miei non hanno fiori sulla tomba.
Non conoscono le carezze della loro figlia lontana.
Le onde burrascose si infrangono e gridano le loro voci.
Mi chiamano in patria a calpestar l'amata terra.
La luna e le stelle illuminano i cari sepolcri e mi raccontano di pace
in silenziosa attesa.
Un dì tornerò o padre mio e almeno tu che superstite rimani
potrai sentire l'eco del mio addio e un carezzar di pensieri che
attendono il mio volar da te.
Ormai canuto e stanco
non riconoscerai le mie fattezze ma sì il mio cuore di figlia
perduta a nord della terra che mi ha dato vita e lasciata andare via.
Veglia il sole o padre mio è lo stesso che guardo io.
Ti porta il mio saluto lontano ed un bacio.
 

Tutta la vita

TUTTA LA VITA
 

Ripetete queste parole con il cuore. Vi renderete conto che essa è una bellissima poesia. Forse la più profonda mai scritta dalla gente. Vuol dire molte cose. Può essere il preludio e la promessa di un grande amore. Oppure, l'espressione di gioia per alcuni per avere trovato in un altro il loro oggetto di fortuna. Allora, in questo caso  è la più brutta maledizione. Infatti il detto dice: "Sopra una disgrazia ci mangiano almeno in dieci."
Tutta la vita non è una poesia che ho scritto io.
Se l'avessi concepita, avrei potuto aspirare al Nobel per la letteratura!
Invece, io sono un semplice operaio della parola. Uno dei tanti che come me amano questa arte.
A volte, la mia sensibilità mi porta a comporre con esse musica.
Versi che amo rileggere ad alta voce. In essi  vi posso ascoltare una dolce melodia e se chiudo gli occhi, vedo delle immagini che oserei chiamare fotografia immaginata.
No, non sono stata io a scrivere tutta la vita! Altri lo hanno fatto per me.
Altrimenti, a queste parole avrei dedicato una pagina centrale. Nelle pagine successive avrei raccontato di quanto sono stata felice di esserci e di amare.
Avrei scritto della gioia di essere madre. Di come ci si sente ad essere il centro del mondo per gli altri.
Della forza del donarsi per ricevere soddisfazione.
Ma avrei sbagliato! Per tutta la vita è meglio scriverla su un libro con tanti fogli bianchi. Nell'ultima pagina. Proprio alla fine,
senza punti di sospensione. Perché dopo tutta la vita non so cosa c'è.
Forse il nulla fino all'ultimo giorno prima del primo: "La Resurrezione."

 Si dice essere il primo giorno perché il tempo si ferma quando moriamo per un tempo infinito lungo secoli per poi  ripartire con tutte le anime, il primo giorno quello del risveglio.
Chissà, se fosse vero, avrei oggi la stessa età di alcuni grandi della letteratura italiana o delle scienze e se morissi in questo momento potrei interagire con loro. Mi sentirei fortunata e anche un po' emozionata.
Tutta la vita è diverso per ognuno di noi.
Cosa siamo e da dove siamo partiti a costruire queste parole. Quale peso gli possiamo dare?
Quale punteggiatura mettiamo in esse ogni giorno?
A volte è un'esclamazione perché ci imponiamo o abbiamo ottenuto delle soddisfazioni.

 Un punto di domanda se ci siamo persi. Tre puntini di sospensione li mettiamo tutti e spesso. Infatti, capita che le certezze cadano e ci rimangono le nostre aspirazioni. Esse sono tante e noi scegliamo la più bella. Infine, all'improvviso, ci tocca scrivere il punto. Da qui, o si riparte con una nuova vita o è basta per sempre. A questo punto esisti solo nel cuore di chi ti ama fino a quando anche lui smette di esserci.
http://www.italiaebook.it/home/7832-emozioni-in-versi.html

giovedì 30 luglio 2015

A proposito di giustizia

Oggi ho pensato ad una cosa.
Abatantuono (comico italiano) si metterà la mano in testa appena sa che sto pensando.
Mi grida fermati !!!! ah! ah! ah! io invece ve lo dico::
Se vi ricordate bene una volta c'erano i nobili che vantavano il possesso di terre e privilegi perché Ariani che hanno anche compiuto gesta valorose e perché sono i veri proprietari di questo ponte, crocevia dell'umanità che si trova al centro del mondo.
(lettore) - dove vuoi parare con questo?
(io ) niente, voglio dire che un giorno è apparso l'eroe dei due mondi, un certo Garibaldi e ha preteso che si rispettasse la volontà di Giolitti , di Mazzini e di molti altri ben pensanti di creare l'Italia sotto un Savoia spodestando il re delle due Sicilie. E' andato a Marsala a raccontare la novità e i siciliani si sono trovati a pagare le tasse in nome della Nazione unita. Fin qui niente da dire se non che, sono iniziati i primi problemi gestionali e davanti ad un sud impoverito molti nobili hanno perso le terre e molti arricchiti commercianti ed imprenditori hanno comprato titoli nobiliari.
I motivi del dissesto economico in verità erano anche da imputare al fatto che Prima Ferdinando II poi la chiesa con il vescovo sostituto di Giovanna di Castiglia  hanno dirottato la nostra fonte di guadagno primaria, il commercio con i paesi affacciati al Mediterraneo, Turchia, Grecia e Portogallo, verso la  Spagna . Essa ha conosciuto un periodo di ricchezza e splendore  concomitante con l'inizio di un periodo difficile per l'economia italiana.
Comunque arriviamo al periodo industriale, all'abbandono delle campagne fino alle prime due guerre e compare Mussolini.
Questo mangia, beve a casa dei nobili ma fa confiscare le loro terre.
In totale sono due furti ai nobili per giustizia.
(lettore) hai ragione. I nobili avevano case e terre e noi dovevamo lavorare per loro. Lo stato ha richiesto equità sociale.
(Io) perfetto. quindi è giustizia che se muore un nobile i contadini si appropriano delle terre in gabella dichiarando che il loro capo è morto per fattura a morte e  per sorte perde ogni avere per fare giustizia di popolo e la vedova con i figli torna dalla madre perché non ha cibo. Ella insegna così che le vedove non devono dichiarare la disgrazia, ma digiune devono vestirsi bene e andare ai ricevimenti. Tanto la pancia non ha specchio. Bisogna tener presente che davanti ad una disgrazia guadagnano almeno dieci persone e poi la gente quando sei mirata per questi guadagni quando vede la povera vittima," taglia e cuce" di proposito perché la lingua è molle ma uccide più della spada.
Però l'importante e che tutti gli altri si sono sistemati.
(Lettore) esagerata! sarà stato un caso!
(Io) no è una pratica che ho visto spesso fare. So di vedove che si sono trovate con un uovo per cinque figli e potrei andare avanti con molti altri aneddoti di questo tipo.
Fammi continuare. Il problema che voglio documentare non è il furto alle vedove ma la giustizia per il popolo.
Siamo arrivati a tre stati di furti legalizzati in nome del popolo che ritiene giusto appropriarsi dei beni altrui per equità sociale.
Via il re abbiamo voluto la Repubblica e si è detto a chiare lettere tutti sono uguali di fronte alla legge e i nobili non hanno da accampare pretese.
Sento parlare un vecchio con soddisfazione davanti a me.
Io sto bene, sono in pensione ho molte proprietà e la mia famiglia si è arricchita grazie a quel grande uomo di Mussolini che ci ha dato le terre dei nobili.
Taccio ma mi viene in mente che nonno era molto serio quando mi ha detto del dopo Mussolini, di quando il governo italiano decideva cambiamenti strutturali del territorio e in nome della Repubblica italiana per un'autostrada mal fatta o una diga mai finita faceva l'esproprio delle terre sbattendo un urlo e pochi milioni sul tavolo e io alla sua età non sarò serena perché ho la pensione e le terre dello stato per giustizia sociale. Casualmente ho 20 centesimi in tasca e conto di saltare il pranzo  oppure mi tocca andare in mensa.
La reversibilità di mio marito dovrò conquistarla con un avvocato.
Ma non è la mia storia e taccio.
A quanti furti sociali siamo arrivati?
(lettore) Credo quattro vai avanti. Cosa vuoi dire con questo discorso?
(Io) Hai sentito cosa ne pensa Matteo Renzi sul furto ai nobili quando Firenze fu in crisi? La loro disgrazia permise al popolo fiorentino di rialzarsi . Fu giustizia sociale.
Questo è comunque un pensiero condiviso.
Siamo tutti d'accordo che in ogni periodo storico fu giustizia sociale l'aver tolto i beni ai ricchi per dare alla gente e non c'erano persone che dormivano sotto le stelle come ora. Anche dopo la seconda guerra mondiale molte persone senza più nulla, si sono appropriati di un immobile che oggi è di loro proprietà e tutti non abbiamo obbiettato.
Ora vengo al dunque:
Perché davanti all'Imam che ha chiesto una casa per i senza tetto, ho letto che tutti erano scandalizzati per una uscita così assurda ma troviamo giustizia sociale avere come proprie le ricchezze sottratte ai nobili che nulla hanno da pretendere dallo Stato, più le loro proprietà che gli permettono una vita differente e la possibilità di dare un futuro diverso ai figli e quei privilegi a cui neanche io posso ambire?
Perché non è giustizia sociale dare equità a questo nuovo popolo in ginocchio?
Quale storia possono raccontare i dirigenti e i capi di governo che hanno preso il posto dei nobili e godono nel soggiornare nei loro palazzi senza più eredi viventi? Sono veramente tutti morti questi nobili?
Ultima domanda, come mai i nuovi ricchi che provengono dal popolo e capiscono meglio di tutti cosa vuol dire giustizia non hanno ancora pensato di abbandonare una parte delle loro ricchezze al popolo dei disoccupati in nome di quell'equità sociale con forza sostenuta dai loro padri.?
Quando tocca a loro la legge cambia ?

martedì 28 luglio 2015

Quanto vale la vita di un uomo?

Quanto vale la vita di un uomo?
La sua verità?
La realtà si costruisce a tavolino. Si chiama conto svizzero, casa in Australia, cavallo che corre per figlie di ladri travestiti da signorine perbene. La verità è una fiala di morfina che non si riesce ad aprire e si muore agonizzanti.
E" entrare a casa degli altri per violentare la vita.
- Corri Alice che papà ti da il pane degli orfani così sei più felice. Non preoccuparti cara , sei nata fortunata. Hai i reni e il cuore che funzionano e un padre che ti pensa.
Avrai un lavoro un giorno. Ho rubato un destino e te l'ho consegnato. Ormai ti appartiene. Hanno versato lacrime di sangue e gliel'ho strappato.
Figlia mia sii felice sempre e mostra i denti se ti dicono che non sei perbene.
Continua a cavalcare questa vita. Fallo al tramonto quando il sole sembra tinto di rosso.
Per questo sei nata. Sei la bugia più grande. Verità che si fa persona e cede davanti ad una caduta.
Cos'è?
Solo meraviglia!
Non ho compreso che ho potuto comprarti tutto rubando,tranne l'eternità.
Siamo bestemmie viventi. Disgrazia di altri. Maledetti senza futuro vero. Le bestie.
Non piange Alice mentre si trova nel futuro. Non nota che anche il vento si fa largo al suo incedere. Figlia delle ombre vaga e non capisce perché accanto a lei la natura muore.
Si ingiallisce la bianca rosa. Vorrebbe pungerla ma non osa. Si avvelena l'aria al suo passaggio.
Verità domanda Alice . Nessuno risponde.
Chi sono io che maledico la vita che mi lusinga?
Baldracca tua madre ti mise al mondo sussurra la terra. Verme putrido il padre che ti ha generato. La bestia. Qualcuno dice a bassa voce.
L'oscurità si perde. Il futuro è un buio che non ha fiaba ma un letto che sempre caldo, porta un destino infame.
Fiale di morfina non hanno un padrone e toccano ad ogni ceto. Signori e non signori.
Sto morendo padre?
No figlia.
Guarda ! ho un destino per te se ti rialzi da qui. Io so che puoi.
Proprio nel mio taschino destro ho un foglio dove ho scritto una verità da consegnarti. Sei felice?
Sei contenta a papà?
Padre com'è che le tue verità proposte hanno sempre funzionato ma il dolore non passa ed io sempre piango?
La verità cos'è la verità? L'ho rifuggita una vita e ti ho dato ogni bene.
Oggi non puoi farmi questo. Sono tuo padre! difenditi!
Cosa posso fare? Sto soffrendo,
Non mi sono mai sentito così ferito, vinto, disarmato davanti alla vita!
Come se all'improvviso la storia mi rema contro.
Dio perché a me questo castigo?
Pietà ti imploro e perdono!
Dio cos'è la verità? Fammi la grazia e ridona salute a lei che soffre e mi viene pena .
Nessuno risponde alle mie preghiere. Sembra che dall'altra parte nessuno esiste. Un Dio ingrato di me si beffa eppure io sono un benestante con un conto svizzero.
Quanto vuoi Dio per togliermi dall'inganno?
Ti do tutti i denari che mi chiedi . Sono ricco. Ti mostro i miei beni se non ci credi.
Posso creare altre fantasie. Posso, posso... Posso uccidere per te se me lo chiedi!
 vuoi un posto per un tuo fidato?
Ti pago una cambiale dell'uomo nominato? Dimmi cosa posso fare e ti accontento.
Nessuna risposta proviene da ogni luogo.
Solo un lamento, uno spirar e il sonno.
Vita Francesca Genna
Tutti i diritti sono riservati.

lunedì 27 luglio 2015

Il mio punto di vista guardando la politica italiana e il mondo

Mentre Europa attraversa uno stato di profonda crisi economica causata da una cattiva gestione dei territori e delle risorse che hanno lo scopo di globalizzare il continente, i protagonisti della scena mondiale sono lo stato cubano e l'Africa. Quest'ultima, forte della famigliarità con gli afro-americani e grazie al presidente Obama in dieci anni si è avvicinata maggiormente alla cultura e agli usi commerciali tipici per tutti. L'ondata di sbarchi attraverso l'Italia da una parte crea un caos difficile da gestire ed un problema umanitario, dall'altra parte permette la promiscuità delle razze e la globalizzazione delle masse con l'annullamento nel tempo dei problemi razziali. I problemi da gestire sono molteplici. Il malcontento è generale e fa scaturire periodi di disoccupazione per la gente locale europea, povertà, dilapidazione dei patrimoni immobiliari e terrieri per sopperire alle tasse sempre più esose che servono a colmare un buco economico vertiginoso comune a molti stati.
Molti disoccupati immettono nelle casse tedesche piccole liquidità in gruppi che creano un contributo minimo di 5000 mila euro, per avere facile guadagno immediato. Nascono i guadagni da piccolo investimento piramidali che non aiutano le banche italiane e sono un nuovo modo di esportare il capitale all'estero che fa beneficiare non solo Germania ma anche l'argentina e la Svizzera.
La BCE è la banca europea che non tiene conto dei reali problemi della comunità che fatica a decollare mentre altri continenti si organizzano per le nuove alleanze.
La guerra ha tolto dalla scena i paesi mesopotamici e l'Italia come altri stati europei guardano alla Unione sovietica e ai paesi dell'est come nuovo sbocco per i traffici per uscire dalla crisi. La Cina investe in Africa puntando sulla creazione di edifici e strade e in Italia, rubando la piazza commerciale al terzo settore ormai decaduto. I nuovi ricchi sono i baroni della medicina e i manager che con i loro emolumenti gonfiati creano disuguaglianza sociale, caduta della classe media e aumento dei prezzi svuotando il valore della moneta.
Tra America e Unione Sovietica ci sono stati contrasti e ripicche e l'oro nero non è più l'unico interesse che il mondo cerca di ottenere. Le nuove tecnologie hanno bisogno di cristalli liquidi e la terra africana diventa interessante per le multinazionali.
A comandare il mondo comunque rimangono le case farmaceutiche, le banche e le multinazionali informatiche perché la rete e il nuovo sviluppo tecnologico rendono i pc e i dispositivi come i droni e i cellulari i veri capisaldi della nuova civiltà. Anche la guerra è diventata tecnologica. I missili e gli aerei sempre più letali possono essere telecomandati a distanza.
L'informatica sembra portare sviluppo e progresso ma di fatto se migliora le scienze e la tecnica crea un arresto nell'avanzare delle arti, molta confusione e poca selezione dei documenti e delle opere aggravata dai furti telematici e della perdita dei propri dati sensibili con maggior controllo della popolazione che racconta dati statistici che prima erano difficile da ottenere per lo sviluppo dei prodotti da proporre per incentivare i mercati e il consumismo.
Questo è in verità un periodo di transizione per molti lati considerato oscurantista ma che segna una fine epocale di ciò che siamo stati fino ad oggi e ci permette di vivere un nuovo modo di gestire l'umanità globalizzata, controllata e selezionata
. Io credo che i nostri figli guarderanno a noi pensando che nella nostra semplicità eravamo più felici e comprenderanno di avere delle carenze.
L'uomo ha sempre avuto bisogno di semplicità e di sentirsi a contatto con la madre terra. Quando questo non è avvenuto sono subentrate le malattie psichiatriche, le devianze e i suicidi anche di massa. Quale sarà la svolta a tutto questo ? Rispondo come un grande scienziato che mi ha preceduto. Conquisteremo nuovamente il nostro spazio e la nostra indipendenza dal prepotente con la clava.
Vita Francesca Genna

sabato 25 luglio 2015

Dono segreto la libertà di Vita Francesca Genna




OPERA TEATRALE










DONO SEGRETO LA LIBERTA'

di Vita Francesca Genna














 PREFAZIONE DELL'AUTORE.
Tutto ebbe inizio dopo questo sogno che vi propongo di leggere in prefazione e successivi altri  che sempre dormiente mi hanno condotto in vari luoghi  anche all'interno di un tempio buddista, la ruota del tempo in piena cerimonia. Ho dormito 24 ore. Era la notte del  25 maggio 1985 e il 26 maggio. Ho scoperto da poco grazie alla rete internet che realmente in quei giorni all'interno della ruota del tempo i buddisti hanno celebrato l'ultima cerimonia eseguita con rito tradizionale.  Ho fatto visita sempre in sogno, anche ad uno sciamano e altri personaggi,  Leggete cosa mi accadde nel primo sogno e gustatevi l'opera dono dell'amore di Dio per me, ricevuta per mezzo di un messaggero. Una settimana prima ho pregato all'interno di una chiesetta sita nell'ospedale Luigi Mangiagalli di Milano per avere un segno.  Volevo sapere chi ero e se dovevo farmi suora. Nessun risposta al mio quesito  solo un frate messaggero in apparizione onirica  e poi la nascita di un sentimento verso un uomo.  Venti anni dopo , nell'agosto 2005. Dimentica di questo avvenimento che ritenevo essere un semplice aver sognato. Mio marito vinse casualmente 10mila euro con un gratta e vinci. Decidemmo così di fare una bella vacanza in Campania ma le cugine che dovevamo incontrare,  avevano affittato due appartamenti in Calabria e le abbiamo raggiunte. Poi siamo andati a Ischia e Capri.
Abbiamo organizzato una crociera con il parentado ma la nave partiva dal porto di Paola e siamo dovuti andare da Belvedere fino in quella spiaggia. Un' improvviso annuvolamento  ha fatto annullare il giro in mare causa maltempo e non sapendo dove trovare riparo,  siamo andati nel più vicino santuario appena avvistato da una cugina di mio marito.  L'uomo proprietario dell'imbarcazione ci ha atteso in spiaggia per avvisarci dell'annullamento del giro turistico . Con mia somma meraviglia! appena entrati nel santuario la giornata si è aperta . Un magnifico sole ci ha permesso di  visitare il luogo. Io ho riconosciuto una parte del posto  e sapevo dove erano le grotte.  Ho detto: "qui ci sono delle grotte vi porto". Lo so perché io ci sono già stata in sogno anni fa.  Così li ho  condotti  alle grotte.  Ho notato una leggera modifica all'entrata di esse. La grotta del frate nel mio sogno dava direttamente verso l'esterno dove era facile raggiungere il ponte del diavolo. Quando siamo usciti dal santuario perché chiudeva ed eravamo anche gli ultimi, salutato il frate che ci ha aperto il portone per uscire, è tornato il cattivo tempo. Il 2005 era l'anno dedicato a San Francesco di Paola frate di cui non sapevo nulla. Nel mio sogno si è presentato con il nome che utilizzava, il vagabondo.
Al ritorno ho raccontato tutto a Don Giorgio prete dell'ospedale Buzzi di Milano ed egli mi ha detto che ho incontrato un messaggero di Dio. Ho avuto una preveggenza.


Il primo sogno.
 
 

 

 
Mi ritrovai presso una spiaggia a guardare che un frate dentro una barchetta si era avvicinato. Mi osservava con serietà mentre sistemava i remi.
Il sole mi abbagliava ed io socchiusi gli occhi facendomi ombra con la mano.
L' uomo mi incuriosì  e dopo averlo osservato attraccare gli chiesi:
" Chi sei?"
"Chi sei?"...
"Un vagabondo"
" E dai ! dimmi chi sei!"
" Sono solo un vagabondo."

 lo seguì fino alle grotte. Stavo dietro di lui ed egli ogni tanto si voltava a guardarmi senza dire di andare via. Portava in spalla un bastone e alla estremità di esso vi era un fagotto bianco.
Siamo entrati in una grotta concomitante ad altre ma il frate è uscito immediatamente per ritornare subito dopo rimanendo all'entrata Dietro di lui la luce del sole riusciva ad illuminare il luogo. Nuovamente gli ho chiesto il nome ridacchiando per il suo bastone con il sacco. Quando si è deciso ad entrare nella grotta ho notato che posto .al centro c'era un cavalletto ed una tela . Per terra un sasso rettangolare scuro.
" ah! ah! ah!  dimmi chi sei"
Silenzio
"Un vagabondo, Solo un vagabondo.
Ad un tratto mi ha detto:
Non è importante chi sono io ma chi sei tu. E' questo che hai chiesto.
Del signore non dovrai portare la sua croce ma solo la corona di spine"
e vidi l'immagine di Gesù sofferente animarsi in una tela di pittore dopo che il frate con un pennarello aveva scritto velocissimo dei numeri sopra. Quelli dell'Apocalisse.

Tenterai di scrivere tutta la vita ma non vi riuscirai. Solo un libro verrà considerato fra le più belle opere della letteratura italiana .
Il tuo numero è il 22 , il tuo simbolo la tigre.

"Qualunque cosa accada ricordati che Dio ti ama!"
Infine, puntò l'indice verso il mio orecchio destro e mi disse:
Ascolta! :
sentii parlare di me la gente.

" Perché mi giudicano? Perché se sono brava?" Dissi voltandomi verso quel lato.
Nessuna risposta ...
Il frate e la grotta non c'erano più.




                                                        -------------------------------------

                                     

 
 

Dono segreto la libertà




Trama e attori della scena prima


 

Nel tempo dei nostri giorni , anno solare 2013 , nel Paese Italia, si celebra questa commedia che parla di libertà intesa come acquisizione dei diritti primari dell'uomo. La scena prima si svolge all'interno di una casa. In una stanza posta sotto sorveglianza dai ricercatori per uno dei numerosi progetti di studio della mente umana che ha lo scopo di ideare un prototipo capace di fare le nostre stesse azioni umane ed avere una sintesi emozionale complessa da trasferire all'interno di un personal computer contenente un cervello ricreato simile al nostro. Altri studi ci sono simili a questo. Il principale è lo studio Human Brain che ha vinto un concorso europeo nel 2005 ed oggi viene eseguito in molti ospedali italiani per contrastare patologie degenerative del sistema nervoso. L''uomo e il ragazzo in studio sono collegati al satellite MK – Ultra. Gi scienziati sono capitanati da Macram nome coniato da MAC – RAM. Essi, grazie ad un sintetizzatore vocale riescono a leggere i l pensiero umano.

In questa situazione disumana con perdita di diritti inviolabili , il padre agisce con rabbia ed inveisce contro i suoi aguzzini. Intanto collabora al progetto che gli viene imposto, l'opera pia maledetta.( detta così perché impegnativa).

Il contenuto dell'opera è liberamente immaginato con lo scopo di riportare ai lettori una proiezione del tempo e della attualità del momento. Ogni riferimento a cose e persone è puramente casuale.

Protagonisti principali dell'opera sono L'Italia con tutti i suoi cittadini e la grave crisi che incombe . Nella prima scena, il tema trattato è la libertà come diritto di avere la consapevolezza di poter disporre di se senza essere strumento di un potere superiore. Di essere uomo che si muove in un contesto civile. La rabbia del protagonista alla fine si trasforma nel desiderio irrefrenabile di tentare la fuga . In questo ambito l'uomo insegna al ragazzo cosa è la vita.

Gli attori della prima scena sono :

Padre ,

Ragazzo

Voce fuori campo , non è la stessa voce del tiranno ma uno dei persecutori.

Tiranno. Voce che interagisce.



Scena prima

La libertà





Si alza il sipario.





In una stanza un uomo che chiamo padre, cammina nervosamente avanti e indietro gridando la sua rabbia ed un ragazzo lo guarda stando seduto vicino ad un tavolo.



Padre

(inveendo verso l'alto :)

Busso al tuo cuore sopito e sorrido con sguardi di lame lucenti!

Non conosco il tuo volto ma il tuo odio che

cola fino in basso dove è ceco il tuo sapere.

(detto con rabbia. Lavora senza volontà di farlo)

Brilla l'opera pia maledetta!

Vuoto è il calice sbattuto a terra!



Ragazzo

Perchè urli?



Padre

(detto con disperazione:)

Dove è sordo il mio sentire?

Voltati ed eremo vai, senza virtù e senza gloria!



Ragazzo:

Che tu dici padre, a chi ti rivolgi?





Padre:

Non parlo a te degli empi ma saggia beato l'arguzia mia

perchè tu possa un giorno ascoltare

canto di vergini e menestrelli.

Che il tuo orecchio non oda

mai ciò che a me è dato udire e

guardare ciò che io rinnego e

copro con la mia nobile mano.

Coperti sono gli occhi miei ma altro non oso fare.

Ogn'or maledico l'istante che conobbi le mie catene!



Ragazzo:

A che brami allor ?

Perdona il mio voler sapere!



Padre:

(tono di poco basso e contrariato)

Scellerato taci!

Non siamo soli ma sprovveduti!



Ragazzo

(a bassa voce tenendo la mano arcuata vicino alla bocca: )

Avvicino l'orecchio e ti ascolto.



Padre :

(a bassa voce)

Libertà figliol, libertà!



Ragazzo

(con voce più alta: )

Un dono!

 


Padre:

Già così io sogno e in grande viaggio.

Libero ero prima di cotal passaggio.

Amavo giovin fanciulla e frutta matura gustavo beato.



Ragazzo:

Ora sono stenti o padre e sacrifici che pesano in cuor.

Vorrei conoscer anche io il tuo bramar desìo.



Padre:

Solerte e fiducioso mi alzerò di nuovo.

Un tempo vedevo negli occhi miei

le stelle di un grande firmamento.

Il viso mio di rosse gote era vestito e

di alamari e specchi addobbavo il mio nido.

Gioiosi giorni conobbi e a te sorrisi o figlio!



Ragazzo :

(con dolcezza)

Di me racconta! chi sono ora?

Dov'è mia madre e la sua storia?

Dov'è quel volto di madonna che mi guardò la prima volta?



Padre:

Figlio mio è qui il difetto!

Non oso risponder per non turbar il tuo giovin intelletto.



Ragazzo:

Parlami allora di libertà ogni ora

affinchè io possa imparar cosa è un sogno ed una gioia.



Padre:

Commuover mi fai o figlio e oserei dir...

(Si arresta all'improvviso perchè sente un rumore )

Chi è là!

Hai visto?

Rischiar mi fai di me la vita!



Ragazzo:

Perdona padre la mia vocale.

Il tono alzai dimentico di tutto.

Troppa è la foga di saper di questo dono che celi in cuor.



Voce fuori campo:

Basta voi due , o son sferzate!



Ragazzo:

Padre, un tremito io sento sulla pelle

con goccia di sudor che dalla schiena discende.



Padre:

E' paura figlio. Su calmati e taci.

Domani è di nuovo l'alba.

Chissà se potrò insegnarti cos'è

(in un orecchio a bassa voce)

la fuga.



Trama:

Cala la notte e il ragazzo se ne andato.



Padre

(con calma si rivolge al tiranno: )

Stuzzica il mio ragionar beato il pensar con te.

Voce che malandrina sei e soggiogar mi vuoi, ti temo!

Stressante è il mio riflessar di giorno e notte con pilotato sogno.

Tiranno ti chiami e mi catturi per questo figlio di mio pensar natio.

Schiavo un dì mi facesti e mia libertà uccidesti.

Ad odiar mi insegni e con crudeltà mi fai pascer l'opera tua !

perciò oggi taccio e poi moro!

Vile destino mi lega e mi ferisce orgoglio.



Tiranno:

Non ti lamentar omo che per sapienza cadi.

Non sono io che ti maledico ma Macram il "divino".



Padre:

Un figlio, un figlio... cos'è un figlio?

Forse non sai che mai crudeltà conobbi come l'inferta?

Da donna fiorisce il seme.

Germoglia e colore prende.

Di acqua, di sole vive e per età poi cede.

Sintetica voce lasciarmi andar non vuoi.

Libero sono nato e non tuo schiavo!



Tiranno:

Or taci quando ragazzo dal riposo fa ritorno.

Parlagli del tuo saper di omo ma ! (piccola pausa)

non proferir parola alcuna di quanto detto

e del segreto!



Trama

E' mattino quando torna il Ragazzo:



Ragazzo

Eccomi padre ammira! un regalo porto!

Puoi guardar dal polifemico occhio.

Grande lente ci mostra vita di mondo.

Magnifici tempi e grandi castelli ormai deserti.

Mari immensi e ogni via dove sentire possiamo

reali storie vissute dall' umano.





Trama

Il padre si accosta e avvicina il capo alla lente

con fare meravigliato.

Poi ammette curioso il suo pensato:



Padre

Voglio vedere destino mio di fato.



Padre

Oh! cosa vedo, oh che sospiro!

Son montagne quelle ed un ruscello.



Trama

Poi sempre il padre rivolgendosi al ragazzo:



Padre

Una lacrima offro per darti emozione.

Guarda o figlio ti mostro:

Lontano, là in fondo c'è cranio l'antico monte!

Tre legni immagino piantati e

al centro depongo di rovi corona.

Cammino al mio passo e vo' in groppa ad un destriero.



Ragazzo:

Oh! padre! Sublime!

Un cavallo alla fine!



Padre:

Non fine ma inizio e corsa veloce

dove il masso si sposta

e nel fondale strapiomba

con magica forza.

Un frate mio amico conduce il cammino.

Un sacco egli porta e vagabondo loda.

Minimo è il pensiero e semplice il suo frutto.

Non figlio ma amor soave in dono mi offre e

tende l'orecchio al serpeggiar di serpi snidate

falsamente fiere.



Ragazzo:

Padre schiacciare tu puoi i rettili strisci?



Padre:

Non posso mio caro.

Si annidano e di cova son ora.

Aumentan ancora.



Ragazzo:

Che triste destino!



Padre:

Lo hai detto bambino.

sessantacinque i denari

ventiduemila i martirizzati.



Voce oltre campo:

Non proferir parola alcuna omo, ti redarguisco!

Osserva il polifemico occhio ed insegna il sentimento.

Colui che ti è accanto è il prediletto.



Padre verso il ragazzo:

Non ho altra sorte che stare al tuo cospetto

ma penso e cerco un segno.



Ragazzo

Mi spiace padre. Io non so nulla.




Padre

Ora fermati e taci.

Guarda è passato un omo oltre quel salice!

di blue vestito

cammina solingo e pare incupito

vaga con passo spedito verso la strada maestra.



Figlio

Saluta tutti con un cenno e pare un capo!

Potrebbe liberarci

urliamogli dove siamo!



Padre

Placa il tuo animo

è più distante di quanto pensiamo.

Invece ascoltiamolo

lo hanno fermato!



Figlio

Ci sono persone che possono tanto

ma difficile e chiedere quesito non compreso.

Io se potessi vorrei una cosa soltanto

libertà e rispetto

nella pace per l'uomo in ogni tempo.



Padre

Bravo ragazzo hai capito insegnamento.

Silenzio ora sentiamo il suo verbo!



 

Trama e attori della scena seconda




La prima scena finisce tronca di proposito. Poi parte il tema della giustizia. Padre e ragazzo guardano dal polifemico occhio una grande lente che proietta immagini passate registrate o create ad hoc dai ricercatori per stimolare i sentimenti del padre ed è una finestra verso il mondo libero,dove vi sono personaggi che si possono vedere come da uno schermo. Nel paese altre lenti sono posizionate nelle piazze principale, nelle vie e nei sentieri. Sono le telecamere. Attraverso questo dispositivo i due possono conoscere il presidente del consiglio sotto tutti i suoi aspetti, virtù e debolezze personali e il suo modo di porsi di fronte ai problemi dell'Italia



Attori:

Vecchio

Fanciulla che di tigre le fattezze prende

Frate

Serpi

Gnomi

Capo gnomo

Uno degli gnomi

Sirena

Tutti (la gente)







Scena seconda

La giustizia





Vecchio:

Fluisce il pensiero mio

innanzi al polifemico occhio.

Mi solleva veder da questa lente

il mondo che a me appartiene.

Ancora tu o fraticello mi sostieni.



D'un tratto appar fanciulla che subito di tigre le fattezze prende.

Fiera di bellezza sorprendente, sbuca da un anfratto

poi ferma i piedi all' uom di stato.

Su strada asfaltata poggia le sue zampe.

Il sole le fa brillare il regale manto.



Tigre:

Son fiera ardua e parlo

dopo averti accanto.

Il Vagabondo ha detto

di insegnarti strada maestra e vita terrena.

Non c'è libertà se non c'è giustizia.

Dono di chi tutto regna.

Speranza di anime pure

lieta novella porto.



Vecchio

Pensavo di trovare al posto tuo il frate.

Di forza e di coraggio armò il mio animo.

Caro errabondo (volta la testa verso un punto qualsiasi

come se si aspetta di vedere il frate) io ancora te invoco!

Promessa mi facesti e con l'indice mi dicesti:

Ascolta e taci

perchè a Dio tu piaci.





Voce di frate:

Oh! tigre di te conosco la favella

e messaggio altrui ti porto!

Non temere prigionia perchè tua è libertà di vita.

Di pietre più preziose sarai vestita a festa

e col calcagno fiera saprai schiacciar di serpe la sua testa.



Appare allora il frate e forte lui sostiene:

Si forte e valorosa e ascolta ancora:

Tre doni io ti porto:

le pagine più belle,

onore e gloria sempre!

Sei tigre lusinghiera.

Di fauci vanne fiera.

Azzanna la giustizia.

Calpesta impudicizia.



Tigre :

Giovin fanciulla io sono

ma amo le gioie e bramo virtù e gloria.

Frate vagabondo dammi il grave compito

perchè io possa un giorno vivere con vanità.

Come regina calpesto il suolo di questo mondo

a volte oscuro e ignoto.

Sorniona come un gatto che fa le fusa e sbrana o

da una zampata.



Vecchio :

Cos'è Giustizia o Tigre fiera?

Cosa vuol dir calpestar la serpe?



Tigre :

Uomo che chiedi hai paura e parli piano.

Alza la voce e sistema il tuo pastrano.

Io tengo in fuori il petto e bramo l'altrui cospetto.

Condanno e guardo il male.

Non temo il mio rivale.



Giustizia vuol coraggio,

temperamento e onor perpetuo.

Dritto guarda avanti e muori per il vero

perchè domani tuo figlio di te sia fiero.



Vecchio :

Mi chiedi impresa di coraggio.

Vuol dir rischiar la vita per Giustizia.

Per dar possibilità ad altri di viver pace

che in vita mia cerco.

E' assurdo tutto questo!

Non posso, non voglio, non ci riesco!



Tigre:

Bada tu, pussillamine!

Sparisci!

Non sai neanche cosa dici.

Esistono uomini di simil virtù.

Eroi senza pari che portavano in cuore

la Costituzione.

Dalla Chiesa, Falcone e Borsellino

son periti un pomeriggio.

Anime pure, temerarie

han vissuto senza inganni.

Io ti parlo di grande forza

a quegli uomini onore e gloria!



Vecchio:

Hai parlato di Costituzione

cosa dici per questo testo?



Tigre:

Non è a me che devi domandare

ma ai procuratori che di esso fanno bibbia.

Scendi a valle e sali le tre scale

incontrerai statua di donna

che su una mano il testo porta.



Trama

Il vecchio si ferma.

La tigre lui osserva

e solo allora si accorge che qualcosa lei cela.

La serpe sotto l'unghie si dimena

mentre le malefiche zanne avida esce.

Nasconde il capo di famelica donna

poi da tigre si trasforma.

Raccoglie il corpo il suo bottino nasconde.



Dopo, il Lui si volta

e un colpo ascolta.

Un tonfo sordo e il sangue cola.

Il vecchio non vede ma si sporca il piede!



Mai liquido più putrido fu motivo di disgusto.

Orripilante agli occhi,

nauseabondo al naso appiccicato resta.

L'uomo cerca acqua

pulirsi riesce e si disseta.



E allor che vede omini che scalano il recinto.



Giustizia appare a lui di marmo costruita.

Arte bellissima e quasi viva

porta in alto seduta e assai distinta

il libro mastro che di luce brilla

e di tricolore il verbo porta.

Una bilancia è nell'altra mano.

Tiene lo sguardo fisso oltre

e sopra il capo vicino ad un piatto

accesa è fiaccola di fuoco ravvivato.



Trama:

Il vecchio si sentì assai piccolo davanti alla giustizia.

Gli altri alla sua vista si nascosero di soppiatto.

Gnomi

Chi sei tu? Chiesero con coraggio

senza celare a lui il volto assai nascosto.



Vecchio:

Non oso parlar a chi non conosco.

Fuggito sono da un losco posto.

Bramo Giustizia e legger Costituzione oso.

Anch'io voglio virtù e onore in ogni loco.



Gnomi:

Bada omo, non sai che dici.

Se rubi il libro poi ci dici.

Nessun riesce ormai da anni

racconta come puoi e a noi poi...



Vecchio:

Vergogna! non cerco simil onta!

Io che conobbi prigionia

voglio conoscer passione mia.

Uomini hanno ucciso e sono morti.

Hanno sofferto e scritto con le vene

la verità che ci appartiene.



Trama:

Sgattaiola uno gnomo dall'anfratto.

Di unghia lunghe è la sua mano.

Anello dor che pesa porta in gioia

lo sfila e verso l'uomo lui lo rotola.



Capo gnomo:

Vecchio amico tuo io sono.

Ti omaggio di questo dono.

Altri denari avrai un giorno.

(Ma il vecchio il digrigno recuperò al volo)

Da quando è nato il mondo

tutto si è contrattato.

Anche Giustizia è in vendita

perciò allunga la tua mano.

Osserva attentamente:

in alto non son stelle ma un mare di gioielli!

Io di te faccio un re e di ori ti ricopro.

Prendi il testo senza leggere e gettalo nel fuoco!



Vecchio:

Cosa mi dici con tanta parsimonia?

Chi sei così malvagio

che attenti a me con l'inganno?



Capo gnomo:

Che ridere mi fai vecchio

guarda attorno a te e svegliati un poco.

In nome di tesori si son venduti onori.

L'uomo si guarda intorno

e vede ogni horror del mondo.



Gnomi:

C'è pure una puttana

se vuoi è la tua dama.

Chiedi ciò che vuoi

o gioca un po' con noi!

Ah! ah! ah! Ah!



Uno degli gnomi:

Capo lascia perdere se alto è il di lui braccio.

Vieni a giocar! Il poker è cominciato!

Non riesce neanche lui a rubare il testo

conviene spaccar la dama

ma moriamo per la sua fiaccola.



Trama

L'uomo tacque sedutastante (vecchio)

e una goccia gli cadde tra le mani.

Forse è pioggia oppur lacrima d'acqua

che scende da una foglia.

Non vide nulla questa volta!



Sirena si sente improvvisamemte.

Bruni i capelli e belle son le vesti.

Dolce nenia canta.

Lo culla e si addormenta ai piedi di giustizia.



Il vecchio in sogno le risponde:

Voglio amarti fata ma...

s'addormenta e tace

accarezzato da lisce mani vellutate.



Sirena:

Nel paradiso io ti porto.

Non leggere il libro omo.

Conosco beltà e passione

so farti battere il cuore.

Dormi come un fanciullo.

Desidera di me fino a saziarti.

Non pensare a nulla ma

torna da dove vieni...



Vecchio:

Prigionier io sono

a farmi fuggir fu il Polifemico occhio.

Libertà io cerco

ma prima ancora in giustizia io credo.



Sirena:

Non esiste ciò che credi in questo mondo.

Arrenditi all'evidenza e sogna ancora.

Spogliarmi davanti a te io oso.

Pura e verginale a te mi dono.

Toccami uomo son carne pura.

Bacia le mie labbra e godi un poco.

Son baci che ti offro se mi sostieni.

Brucia il libro al tuo risveglio

e bevi dal mio calice un vin di bacco.

Lasciati tentare e non mi condannare!



Vecchio:

Non oso svegliarmi

perchè virtù più bella mai conobbi.

Come sirena mi tenti ma io sogno!

Perciò ti dico domani è un nuovo giorno.

Stanotte con me dormi ma dopo non ti ascolto.



Sirena:

Vile marrano!

Non sono il tuo gioco!

non hai compreso pericolo imminente.

Costituzione è un libro di passione,

di nobili gesta e ti porterà alla morte.

Mai uomo osò così tanto.

Io me ne vado!



Trama

Frate che all'improvviso appare:



Frate

La sirena vuol sedurti.

Non lasciarti insidiare e avvincere dal male.

Ricordati che giaci e lei incanta e tace.



Son frate pellegrino e seguo il tuo cammino.

Ti pascio di virtù e di svegliarti ti dico.

Non gnomi o tentazioni ascolta.

Ma solo la di me parola.



Male e bene attanaglian la tua mente.

Operoso fu sempre l'uomo e uguale ad altri

anche se di altro mondo.

Non creder a tutto ciò che vedi.



Diritto non fu mai inganno

ma solo motivo di guadagno!

Lusinghe son fallaci e ruina porta

a chi invano le persegue.



Caddero tiranni

bersaglio di popoli arrabbiati.

Persero tutto i malvagi

perchè giustizia ogni ora conta

e una bilancia pesa azioni rovinose.



Quando ti risvegli facci caso :

Il tuo atto su un piatto giace

e diritto nell'altro appare.



Vecchio:

Grazie o frate che mi illumini e di verità mi vesti.

Non ruberò il testo dei fieri

ma leggerò il contesto per imparare ad essere libero

in questo mondo che appar funesto.



E' libertà che io sento proferir dalla bocca tua.

Spirito di grazia avrai giustizia domani e forse

(piccola sospensione)

già ora.

Con te io voglio aprire la bibbia del diritto.

Citami legge a cui devo obbedienza.



Frate:

Ci sono tante cose che devi tu conoscere:

Una è che devi rispettare il popolo che t'appartiene.

Fondato sul lavoro è il tuo paese.

Salute protegger vuole

con rispetto cerca di organizzare

il di te mondo.



Non hai colore, né religione!

solo diritti e obblighi d'onore.

Non è difficile vivere in pace.

Bisogna essere sociali e solidali.



Vecchio:

Dici parole che mi commuovono un poco.

Io non conobbi il diritto che citi ora.



Frate:

Non è così. Non ti ricordi ma,

ci fu un giorno che conoscesti Democrazia

non una sirena ma giustizia vera.

E' la famiglia la tua vera vita.

Piccolo stato di grande poesia.

Amore di donna incontrasti una volta.

Amore sincero e giustizia di nostro Signore

che non è terreno.



Trama

Appare la Tigre:



Tigre

Ama ciò che è da amare.

Sogna ciò che puoi realizzare.

Cammina veloce e non ti voltare.

Guadagna con le tue opere

e rispetta la tua gente.



Non cercare un cavallo se non sai galoppare.

Alimenta la fiaccola di giustizia

e lotta perchè mai si spenga.

Ardua è l'impresa e non sempre funesta.

Cambia il gioco e non farti fregar di nuovo.



Trama

In groppa la tigre il fraticello

e se ne va lasciando riposare il vecchierello:

Dolce sonno e sogno profondo

ed un risveglio con un libro in mano.

Quanta emozione scorrer le pagine ingiallite.

Racconta di eroi e di imprese coraggiose.

Ogni norma è una storia scritta con onore.


Si scopre l'uomo dalla coperta avuta :

E' la bandiera di una Italia forte e fiera!



Il cuore gli palpita in petto.

Un solo grido si sente!

Giustizia a tutte la gente!

Lottiamo per l'onor!



Il Piave ha mormorato.

Milano l'austriaco ha scacciato.

Terre di Piemonte lo straniero ha condannato

ma Cavour con l'acqua non gli ha ceduto il passo.

Napoli lo scugnizzo all'assalto ha mandato.

Il piccolo Genovese una pietra di coraggio ha lanciato.

Falsa alleanza con la Germania

e aerei di carta per la grande Italia!



Trama

Ad un tratto si sente udir una voce.



Voce fuori campo di Sirena

Vecchio dal Polifemico occhio

tu stai ad osservare il tuo mondo.



Piegata e battuta è stata mille volte la tua terra

ma nobiltà di Spagna l'ha comandata fiera

anche se al popolo negò letteratura e scienza.



Vecchio:

Il tempo che decanti è più lungo ancora.

Non serve rivangar ma a guardar ora.

Voglio un ' Italia di grandi gesta

che si rialzi a realtà funesta.



Frate:

Ricorda figlio che per fare un popolo onorato

serve che la gente impegni il suo operato.

E' la famiglia virtù e forza grande.

Piccolo stato in uno stato assai più grande.

Non pesa la moneta e più non vale.

Aumentan uomini soli, tristi e i servizi per il sociale.

Pesano questi sul popolo d'Italia:

Manca la compravendita e qualcuno che guadagna.

Denari fuoriescono per topi senza scrupoli.

Casse dello Stato son da consolidare

Le tasse aumentano per chi rimane.



Vecchio:

Capito ho l'inganno e perchè poi sempre pago!



Appare la Sirena:

Uomo non ascoltare il verbo.

Seguimi te ne prego.

Voglio portarti oltre, sotto la luna piena.



Trama

L'uomo di colpo cambia luogo e

sopra un monte si ritrova d'uopo.





Vecchio:

Di nuovo solo sono e vago nel mio mondo.

Cerco la libertà ma imparo verità.

Giustizia ho conosciuto

Costituzione ho letto e cosa tengo in petto?

Ho il libro con me dietro.



Voce di campo:

Ah! ah! Ah!



Vecchio:

Chi ride orsù?

Chi è là?

Ancora tu gnomo!



Capo gnomo:

S'affila l'unghie e ringhia.

Lo guarda e lo sfida:

Qualcosa porti in seno.

Gli dice così di netto!



Vecchio:

Guai a te o infido figuro!

Se passi al mio passaggio ti sfido in un duello

io porto grandi gesta e sono un italiano vero!



Gnomo:

Lasciami il libro mastro.

Il diritto così io cambio.

C'è un vento di riforme e non ti puoi appellar.



Tigre:

Non hai capito un fatto.

Guarda il mio manto e prostati davanti.

Rimani a testa china.

Son fiera e decisa

una fiaccola mi porto.

Italia mi chiamo e volo o ringhio.

Di zanne ti condanno

se tocchi il vecchio uomo.



Trama:

Appare di fatto donna con abbondanti poppe.

Una corona in guglie

e una fiaccola di fuoco accesa:



Tigre

Son tigre ma son signora

sono una grande forza!

Il libro dammi uomo

a custodirlo io ci sono.

Guarda i miei piedi:

Son pien di figli

soldati valorosi fino alle caviglie.



Trama:

Gli gnomi uscirono a frotte

ma davanti al fuoco di passione

periron per loro sorte.

E' il popolo che insorge.

Evviva la Nazione!



Trama

Il vecchio finito tutto guardò la donna statuaria

prendere il volo trasformata in aquila.



Vecchio:

Non son più solo disse

con fare un po' commosso.

Davanti a me c'è tutto il popolo.

Voglio anch'io andare in volo

e si aggrappò ad una zampa.



Cieli azzurri di libertà conobbe allora.

Acque cristalline , monti più verdi

e salutò le genti.

C'è un cuore che batte e appartiene a tutti.

E' verde bianco e rosso ed emoziona troppo.



Tutti:

Nessuno tocchi mai la nostra verità.

Giustizia ereditata e libertà con gran forza conquistata.






Trama e attori della scena terza






La giustizia è nata per la società. Per regolare i rapporti umani dando delle norme che tutelano e non condannano. E' difficile garantirla se non si tiene conto che le leggi esistono per fare vivere in pace e sicurezza le persone.

Qui tocco un tema caldo, il diritto di famiglia per l'interesse del fanciullo che deve avere due figure distinte, l'uomo e la donna quali educatori di vita e motivo di confronto per la crescita. Dio padre ha posto questa regola dal principio non dando la possibilità a due persone di uguale attributo di concepire.

Ma se due dello stesso sesso si amano sinceramente chi siamo noi per condannarli?

Perchè la società e la legge non li tutela? Anche San Francesco di Paola dice nei miei versi non posso dare una risposta a questo quesito, mi rimetto al verdetto del creatore. Se due persone provano sentimenti sinceri perchè dobbiamo giudicarli?

Hanno dei diritti anche loro. Il diritto di tenersi la mano in ospedale, di avere gli stessi diritti degli sposi anche se conviventi di stato per la tutela del patrimonio condiviso e creato durante il tempo di unione e di sentirsi accettati come coppia di fatto dalla società senza pregiudizio.





Vecchio  (presidente)

Viandante (gay)

Frate Vagabondo

Capo Gnomo

 


Scena terza

L'unione


 


Vecchio:

Sento un rimbombo come un frastuono

non è un cannone neanche un tuono.

Ho per la mente cose segrete

stesso pensiero dolce e terreno.



Giustizia conobbi appesa all'Italia di forza vestita

leggera è volata e mi ha conquistata.

Caro viandante ti lascio diritto.

Fanne tesoro, libertà e perdono.



Viandante:

Sicuro che legge colpirmi ora può

io giudico tutto e dichiaro perciò

diritto è castigo per chi come me,



non nacque da unione di due nuovi sposi

ma da amore profano perchè condannato.



Giustizia conobbi ignaro del nome

che mai portare potrò

eppur appartenermi per sangue io so.



Che colpa ho io se nacqui da pura passione

senza catene spontaneo di cuore?

Giustizia si fece con tante pretese.

Per me un'altra sorte.

Son chiuse le porte.



Dio che tutto il creato creasti,

perchè son bandito anche se vivo?

Giustizia io chiedo e a te  prego.

E' mio il giardino promesso all'inizio?



Quale verità è giusta per l'uomo

che Dio condanna

e poi sua creatura creata dichiara?



Un nome non porto.

Un casato non ho.

Fatale destino coprirmi sì o no?



Cos'è la giustizia per infante innocente

di quale peccato macchiato io sono?



Costituzione di pagine gialle insegni famiglia

ma amore cos'è?

Amare è un destino.

Io amo il vicino

di uguale attributo perdonami allor.



Male, bene, cosa conviene...

dov'è la morale se tutto qui tace.

Vecchio che urli raccontami tutto.

Io sono l'inganno problema di fato.

Di colpa ho peccato.

Amare io so.



Ci sono cose che non comprendo.

Tu stringi la legge e io grosse pene.

Fanciullo io nacqui e son donna di cuore.

Conosco dolore e infamità d'onore.



Frate:

Difficile è il caso.

Inchino il mio capo.

Non fu mai capito amore profano

che Dio condannò.



Un regno non hai

ne al mondo consenso

ma coppia rimani con l'omo a te degno.

Non tutti son vili, bastardi e infingardi.

Iddio già lo sa.



Per colpa del male

oltraggio è il tuo amare.

Perdona la prova

e chiedi al Padre la porta di verità.

Io porto un mesaggio di pace e speranza

non posso ingannarti, ti lascio a metà.



Vecchio:

Difficile è dire giustizia per tutti.

Ora comprendo e provo pietà.

L'umane genti, son moltitudini

e conoscono inganni di loro sorte.



Non posso sperare la pace per tanti

ma forse ambisco a grandi traguardi.

Ci vuole coraggio ad accettare il diverso

oggi che tutto si muove all'inverso.



Viandante:

Cos'è la famiglia ti chiedo di nuovo?

Apprezzi l'unione di due persone

di sesso diverso che sposi non sono?

Dov'è quel bambino di dolce visino?

Reclama cosciente un padre e una madre

e solo rimane.

Nessuno lo vede che forse ha sete

di cose sincere.



Padre perdona!

Io non ti credo!

Iddio mi ha ascoltato

Anche io sono fiero.

Non avrò mai un figlio e forse è un castigo

ma amo l'amico

e Dio già lo sà.



Gnomo:

Ho sentito castigo e qui mi ritrovo.

Sono lo gnomo di questa città.

Non credere al frate, al vecchio intrigante

seguimi amico ho un affare importante!

Non credere a nulla.

Se paghi preziosi son io tuo marito

e canto convinto.

Ti trovo una strada e una passeggiata

tu porta la borsa, sarà la tua svolta!



Frate scagliandosi verso lo gnomo:

Ignobil figuro ti ordino di andare

dove non puoi più dannare!

L'uomo di qualsiasi condizione

non può essere oggetto di profanazione.

E' essere umano non tuo guadagno!




Frate verso il viandante:

Ricordati figlio che esiste il divino.

Continua ad amare ma non peccare.

Se sincero è il tuo sentimento

giustizia condanna

ma l'altissimo valuta.



Son cose difficili.

Arduo è il mio dire questa verità.

Se amore perdona inganno non c'è.

All'ultima ora si vede cos'è.



Il vecchio si inchina e bacia la terra:

Su questo suolo ci fu prima pietra.

Italia che amo ascoltami un poco:

Dammi la forza di comandare ogni omo!

Son capo di stato e non più condanno

ma valuto anch'io destino di un fato.



Giustizia è rispetto di tutto il diverso

di cose speciali che sono umane.

Non sono un Dio ma padre dei padri

e guardo dall'alto l'uomo più in basso.

Condanno l'inganno ma ho fede e ragione

in questa Italia di molti colori.



Io cerco giustizia ma trovo reato

se l'uomo nasconde ogn'ora il misfatto.

Non c'è giustizia se non c'è rispetto.

Non c'è libertà se non c'è tolleranza

e solidarietà umana.



Io abbraccio le genti e mi alzo in piedi.

Vent'anni d'amore mi legarono i piedi.

Cosciente e superbo in groppa alla tigre

da sempre galoppo su strade di ogni regione

in questa Nazione.



Bandiera io porto.

Nel cuore ho l'orgoglio!

Di tigre son fiero e dico sincero:

Io Falco rapace lei aquila in volo!

Tanti saluti e grazie di nuovo.



 

Trama e attori della scena quarta




Il popolo arrabbiato scende in piazza. Ha fame e chiede un lavoro.

il governo davanti alla grossa crisi economica che incombe non può fare altro che ascoltare le numerose vicessitudini che affliggono le persone per cercare di arrivare ad una soluzione.

Le figure più colpite, Il padre, il commerciante, lo straniero, la vedova si presentano e dicono perchè non hanno pace.



Attori



Popolo

frate

Italia

commerciante

straniero

padre

vedova

voce fuori campo (popolo)




Scena quarta

Lavoro e dignità




Popolo

Rullano i tamburi ma non è festa.

Avanti popolo alla riscossa!

Cerchiamo pane, lavoro e ripresa.

Chi ci ha rubato la nostra vita?

Forza italiano, urla più forte

in tutto il mondo vi è uguale sorte.

All'arrembaggio osiamo dire

forconi in mano e grida infinite.



Trama

Volano pagine di Costituzione

quarto capitolo non ha padrone.

Celle si aprono non è indulto

ma affar di Stato non contemplato.



Popolo

Grande signora dove sei ora?

Cosa succede in questa aurora?

Cos'è scompiglio, chi ha tradito

chi non ha dato o ha dormito?



Europa si chiama la nostra condanna

Italia è ferita, si sente tradita.

Scelte si fanno senza ragione

il popolo ha fame e cerca un signore.



Che dici mio frate?

Chi è il designato?

Cerchiamo qualcuno che ami lo Stato.

Io guardo da un angolo e non capisco ragioni

poi vedo una donna andare dai tuoi.



Italia

Sono l'Italia, non vi abbandono

triste è il destino ma non repentino.

Vi abbraccio fratelli son quasi sconfitta

ma non finita, continua la vita.

Vi osservo e mi chiedo se posso sapere

chi siete e che fate mostrate le mani!



Commerciante

Io sono un commerciante di cose pregiate

ho perso i clienti e non sono tornati.



Straniero

Io sono straniero e voglio conoscere diritti di tutti.

Voglio una casa e la mia salute.



Padre

Io sono padre e voglio portare

un pezzo di pane ai figli e al cane.



Trama

Ad un tratto Italia si sposta di netto

e lì che mi vede e incontro mi viene. (vedova)

Esito un poco ma capisco che è il tempo.

Allora, le dico il vero:



Vedova

Strappata mi fu la vesta

con cupidigia maldestra.

Con passo che tentenna,

vago avanti e indietro

e alla folla non mi lego.

Amor di Cristo mi vestì

e una rosa lascio cader sul suolo

davanti a te signora.



Italia

Chi sei donna quasi ignuda

lei mi chiese porgendomi il suo manto.

Non vergognarti di mostrarti

e raccontami perchè nel viso

tuo traspare il pianto.



Vedova

Vedova sono e orfani del mio grembo porto.

La città dove vivo dei miei beni mi ha reso spoglia

e oggi non ho bandiera per dirti onore e gloria.



Italia

Il vento è fermo e stendardo mio sventolar non vuole.

Costituzione ti dono

e un inchino ti porgo.



Copriti con la mia veste

come si è sempre fatto.

Mandato via è il gran capo

ma diritto e rimasto!



I figli tuoi sono i più belli!

Italia li abbraccia prima di altri fratelli.

Lavoro e dignità gli deve

e non preoccuparti perchè

se madre con te io sono

l'amor di padre li veglia d'uopo.



Non piangere donna al mio cospetto.

Italia ama le madri dei suoi figli

Coraggio ti dico e avanti alla folla mettiti.



Vedova

Infreddolita raccoglier oso l'abbandonata rosa

la metto in capo mentre Italia con forza

si è strappata il manto.



Italia

Se malagente ti ha tolto tanto

io ti rivesto e ti do coraggio.

Poi, mi copre il corpo asciugandomi il pianto.



Vedova

Forse sto sognando mi dico allora

in questa confusione ho visto tutti perder diritti

domani sarò sveglia e triste come ora.



Un uomo io ho sepolto,

l'amore mio di sempre.

Lavoro mi han rubato e denaro dato

a chi non conosce affanno.



Intanto che parlavo,

Il falco pellegrino volava e ritornava

voleva non esser vinto d'Italia innamorato:



Falco

Signori che votate un gesto vi chiedo ancora

Prendete la bandiera e urlate più di ora!

 


Voci fuori campo

Togliamo ai ricchi per dare a chi non ha.

Aumento ai dipendenti rialziamo le saracinesche.



Trama

A furor di popolo urlavan tutti !



Popolo

Vogliamo libertà, giustizia e democrazia.

Un uomo che ci guidi che ami la nostra terra.

Non riforme ma soldi e trionfi!

Clienti e tangenti ci hanno piegato

ma siamo un popolo forte e ci risolleviamo!

Libertà chiediamo in coro.

Dono segreto per ogni uomo!


 


Trama e attori della scena quinta

 

la scena è ambientata nella stanza del padre. L'uomo esordisce provocando il santo

ma viene redarguido. Nasce un dialogo tra i due che tocca temi di una certa complessità. Dove si trova e come recuperare il patrimonio italiano?

Il frate che è san Francesco di Paola ricorda all'uomo che ha dei doveri verso lo stato. Che siamo una famiglia e dobbiamo avere come interesse comune il bene sociale. Nessuno è solo in terra di Italia e possiamo scegliere di dichiare il nostro paese discendente diretto dei nostri averi in cambio di un giaciglio sicuro per le nostre spoglie e una targa che ricordi che ci siamo stati.

 

Attori:

Padre

Frate

 



Scena quinta

Il patrimonio




Padre con aria di sfida avvicinandosi alla grande lente e rivolgendosi al frate:

Volano sottane al vento di piacere

di donna dai grandi affari

e signora delle strade.

Che metro porgi ora o frate vagabondo?

Qual è la tua morale.

.Sei forse ben pensante?

 

Frate :

Bada tu! Padre di triste inganno

puoi vegliar dal Polifemico occhio

ma non tradir il mio cuor di olio unto.

Vagabondo per sentieri

porto messaggio d'amore e pace

e giudizi non oso dare!


Destino ti volle padre di una bugia

ma figlio di un paese senza ipocrisia.

Il tuo tesoro non ha eredi,

tuo padre è lo Stato e a lui va lasciato!

Non è badante che eredita i tuoi denari

ma Italia tutta che li riusa.



Mancata è ricchezza e tesoro gli appartiene

scegli lo Stato e la Chiesa che ti sostiene.



Dovere è dare per ottenere

non hai diritto di sostenere.



Io vagabondo, tu di passaggio

nulla appartiene ad uomo soltanto!

Ciò che è ricchezza in vita terrena

è di chi resta: Comunità intera.



Fratelli riconoscenti curan le tue spoglie

in giardino all'inglese fra sentieri con viole.

Targa riporta lascito e gloria,

sorriso di fanciulla accompagna la tua ora.

Dormi in pace mentre il tuo corpo giace

e Dio lo benedice per l'ora a te felice.



Padre:

Se madre terra è l'Italia e gli italiani son fratelli,

io ho famiglia e comprendo testamento!

Nessun figlio mi piange e straniero conto cointesto

con Banca d'Italia per amor di patria.



Frate :

Tornano i denari che nessuno più reclama.

Si riempiono le casse e si annullano le tasse.

Famiglia di popolo sostiene le spese

per pace e benessere senza interesse.



Semplice è il mio pensare di minimo uomo

vestito di luce.

Io tolgo l'inganno per vita terrena

per farti capire che triste è la fine

di chi mai più spera.

Giustizia è anche questa:

Solidarietà sincera

e coscienza di avere una famiglia vera.



Padre:

Dici parole che mi commuovono un poco.

Non ho mai pensato alla mia ora ignaro.

Adesso ho capito non sono da solo,

ho tanti fratelli che conosco ogni giorno.

Muoio sereno non più col pensiero

sapendo che ho un fiore,

gratitudine e onore!

 




Trama e attori della scena sesta




Quando è visibile la costellazione di Orione, le stanze di un ospedale si illuminano della luce delle stelle. Avvengono nuove scoperte tecnologiche innovative servendosi di leggi matematiche. Anche in campo astronomico ci sono ulteriori sviluppi.

Nuovi pianeti vengono avvistati nel nostro spazio. Sono posti satelliti in cielo e in terra e l'uomo di scienza diventa responsabile della vita umana con le sue scelte .

Gli appare San Francesco di Paola per ricordargli che c'è un limite al grande dono che ha ricevuto. Un muro invalicabile posto da chi ha creato tutto: La morale.

La scienza è grazia ricevuta da Dio per sconfiggere la malattia.

Poi sempre il frate Benedice il medico e lo consola asserendo che se durante la sua missione casualmente lui stesso perisce avrà la vita eterna. Inoltre ricorda che i migliori farmaci si sono trovate in natura, insetti ed erbe, veleni animali, sono stati a lungo utilizzati nell'antichità. Perciò può capitare che grazie ad una casuale puntura di insetto raro un ignaro ragazzino guarisca da una patologia in essere pensando sia fortuna casuale. Ma può capitare il contrario ad altri con altri animali.

Invece, il Brasile è il polmone del mondo, la nostra aria.

Quando la luce divina irraggia tutti a spezzarsi è il robot nato per vanità umana.

Il padre soffre la perdita perchè lo ha considerato a lungo il figlio ma San Francesco Di Paola lo redarguisce dichiarando che ciò che l'uomo crea è fine a se stesso ed è destinato a distruggersi nel tempo. Solo Dio è il creatore e l'uomo è suo subalterno.

Lo scienziato comprende la parola e dichiara che si atterrà ai principi morali.

Emerge anche la figura di Dio Padre che indulgente ci fa scoprire un pezzetto di quelli che sono i grandi segreti della creazione creando una alleanza con l'umanità. Da quì la frase, Dio può tutto!

Attori

Professore

medici

Padre

Ragazzo

Frate.





Scena Sesta

La scienza




Trama

Cosa riporta oggi la lente

è il ragazzo che vede e per primo si siede.

Alberi alti e palazzi distanti sono alla vista di tutti quanti.

Poi si sofferma zummando i centrali.

Dentro c'è un professore che spiega ai dottori

teorie che aiutano noi:



Professore

Costellazione di Orione segna la via

che illumina stanze senza allegria.

Calcoli indefiniti per numeri primi

rivelano leggi di tecnologie.



Nuovi pianeti si scoprono ancora

dopo plutone non batte l'aurora.

Satellite spia vigila alto

e suo fratello resta più in basso.



Colonne portanti ci tengono testa

e realtà diventa funesta.

Con fermezza ed esperienza

tengo il cronometro all'esistenza.



Trama

D'un tratto il ragazzo distratto

volge lo sguardo in un altro spazio.

Un bel giardino di viole vestito

in un mattino d'estate in avvio.



Un medico allunga il suo passo

e per strada incontra il mio santo



Professore

Chi sei tu (gli domanda ignaro)

che ti accosti al mio passaggio?

Dice sentenza il dotto fermato mentre l'abbaglia l'azzurro

di un fresco mattino di sole irraggiato

poi sente la gioia di esser beato.



Frate

Non importa chi son io ma chi sei tu

in questo mondo e nel mio.

Io sono solo un vagabondo al servizio di Dio.



Tu porti le spine di tristi mattini

e momenti felici di faticose conquiste.

Di virtù io nutro il tuo cuore

ma di peccato rivesto il mio onore. (calunnia)



Camice bianco triste è l'inganno

per chi è adagiato in un letto disfatto.

Angelo brilla di luce divina

e s'accosta a quel talamo bianco

per destino di ignaro.



Sorridi dunque se per disgrazia perisci

perchè per gloria domani gioisci!



Nasce l'insetto dopo cent'anni e punge

fanciullo con raro malanno.

Negro è il colore e di zampe ne porta

ricorda è il suo manto che salva l'ingrato.



Farmaco utile per scienza suprema

combatte all'origine un grande problema.



Brasile polmone di tutte le terre

ma Monti nascondono tesori più antichi

farmaci fra boscaglia di erbe ed insetti .

Formiche non sono ma lo sembrano un poco.



La scienza è infinita

aperta ha la porta di chiaro vestita.



Lunga è la strada che ci porta alla via

ma solo un pezzo conoscere puoi

per andare dove tu vuoi.



Trama

(Nella stanza il Padre si avvicina al ragazzo

per guardare cosa accade e dice)

Hai sentito il frate cosa sostiene e il medico cosa detiene?

Mi sono perso qualcosa ma taciamo per ora

Segreti di scienza si svelan costoro.

parlano di cose che anche io capisco poco.



Taciamo comunque

perchè il frate continua

Per lui ho grande stima.



Frate

Dio ama il diritto e crede in giustizia.

Vanta ricerca e morale cerca.

Infinita è l'opera che ci contorna.

Ogni creatura qui nata se stessa richiama

come fanciulla falsamente specchiata

o bifronte ubicata.

Credetemi ancora perchè ho una nuova!

Grande è Dio che d'amore si è vinto

ma ci ha condannato

per un grande peccato.

Triste è il destino per chi si approfitta

di scoperte importanti

per diventare giganti.



Amate l'Altissimo e fate ricerca

per dare vita a missione suprema.

Ci sono persone che chiedono aiuto

assistenza e coscienza

che il male ha negato ma Dio ha condonato.



Cortina c'è in fondo.

Non puoi valicarla

si chiama morale tienine conto.



Il genio è un dono ma può essere tolto.

Ti chiedo perciò di pensarci un poco.

Demonio è passato e ci ha rovinato.

Non fare il tuo male ma aiuta le sorti.



Ricordati sempre che Dio è potente

ti guarda e ti guida se non oltrepassi misura.

Perche lui conosce il tuo cuore fanciullo

e la coscienza per tanto studio.



Trama

Il padre si accosta e abbraccia il ragazzo.

Si sente diverso e dice contento:

 

Padre

Non sono libero di andare e venire

ma attraverso il Polifemico occhio

ho conosciuto mistero del mondo.



Frate rivolgendosi al padre:

Tuo corpo è chiesa di respiro d'amore

custodiscila a fondo e guarda per terra.

Un raggio riflette la lente e illumina tutta la gente

Il padre cammina ma il fanciullo tentenna.

Ad un tratto si spezza!



Trama

Un urlo si sente. Il padre è gemente!

Straziante è il dolore.

Per l'atto accaduto

Ma il frate l'indice alza

e con voce seria proclama:



Frate :

Non puoi chiedere al padre di essere lui.

Non era un umano ma un giocattolo raro.

Dio solo è il creatore e l'uomo vi è sotto.

Ama il tuo popolo e aiuta il prossimo.

Ricordati ancora che l'avrebbe accettato

solo per aiutare e non fare reato.



Trama

Il medico guarda è non dice parola

ma abbassa la testa a virtù maestra.

Poi prende coraggio e afferma deciso:



Professore

Vo' per la via dimentico eterno dell'opera mia.



Trama

Il frate lo osserva con fare deciso

alza il suo braccio ed indica un punto.



Frate

Italia che senti ti porto un tributo

alziamo la testa a virtù Maestra!



Adesso ti lascio altra sorte mi attende

ricorda sempre di esser coerente

per cose di scienza e il padre le accetta.



Dio nella sua magnificenza

illumina il viaggio dell'umana coscienza.

Non vuole l'inganno ne abuso passato

ti chiede la pace e la morale per tanto.



Quando ti senti l'animo inquieto

o se non trovi verità che cerchi

prega con fede e pensa convinto

ad un aiuto sicuro

perchè Dio può tutto!

 


Note dell'Autore

Finisce così questo libro di speranza e di amore.

In attesa che torni a risplendere nuovamente la primavera italiana.

Non dimentichiamoci mai di rimanere uniti sotto il tricolore, per essere sempre più forti e decisi perché  popolo di una grande Nazione.

In passato siamo stati derisi e calpestati perchè non ci siamo riconosciuti simili ma siamo figli di virtù e gloria. Romani e barbari per una goccia. Solo se avremo coscienza di essere un unico popolo e cercheremo il comune interesse,

vinceremo ogni battaglia.

Vita Francesca Genna