sabato 8 novembre 2014

La Vanità

Chissà se il vero problema dell'uomo non solo contemporaneo, è la sua vanità.
In nome di questo si diventa insensibili. Si commettono errori. Si uccide. Si accumulano ricchezze da non spartire con nessuno. Per Vanità si è falsi e apparenti. Si perde il senso della realtà e il lume della ragione. La vanità ha creato il pregiudizio, l'olocausto o semplicemente il dramma. Per lei si toglie agli altri e si precipita in un vortice senza fine. Secondo me, è una patologia più grave della pazzia. Dovrebbe essere curata ma non basterebbero gli psichiatri che ci sono in attività.
Tutti più o meno ne soffriamo.   Essa è come una nevrosi che alla fine non viene considerata patologica perché di rilevanza sociale. Sotto il range di sopportazione non è malattia ma input che sprona.
Chiunque messo in condizione di affermare la propria superiorità rispetto agli altri, per prima cosa spadroneggia per fare vedere che comanda e cerca di accumulare consensi e ricchezze per determinare e stabilizzare il proprio dominio.
Senza vanità non avremmo conosciuto figure come Napoleone o Hitler.
Non avremmo creato la schiavitù. Le streghe e il razzismo.
Non avremmo avuto Rockfeller né le piramidi d'Egitto.
La vanità influenza da sempre la  vita dell'uomo e quando supera i livelli di guardia lo fa suo schiavo.
Per questo ritengo e ribadisco che secondo il mio punto di vista è una patologia sociale che può se non contenuta portare alla disfatta o alla gloria. Chi è vanitoso è un po' ladro. Si fa bello davanti alla sua vittima e seducendolo, lo deruba.
Una bellissima persona che ha curato ed affinato la sua vanità è capace di portare via il cuore. Fare soffrire o condurre un altro individuo a commettere reati.
Fra le tante cose che siamo chiamati a conoscere in questa vita, ciò che dobbiamo temere più di tutto è noi stessi. Soprattutto, quando superiamo i parametri di vanità consentita perché esagerando con i nostri comportamenti negativi, siamo capaci di distruggere la nostra stessa esistenza. Oppure ci facciamo dei nemici che ci fanno subire il loro pregiudizio. Anche quando miniamo la sicurezza di un altro otteniamo lo stesso risultato. Il nostro destino, a questo punto, smette di appartenerci e siamo vittime di altri sentimenti che sono:  il pregiudizio, l'ipocrisia, l'egoismo e la prepotenza.
Ci mettiamo in condizione di essere giudicati dai più abbietti ed efferati che di noi fanno l'agnello sacrificale su cui scaricare le  frustrazioni di una vita.
Se avessi la possibilità e gli strumenti per contrastare la vanità,  creerei un ramo della psichiatria per la sua cura.

 Gli darei come simbolo un albero con tanti rami.  
Per ogni ramo indicherei gli effetti collaterali sulla vita dell'uomo. Il più grave di tutti a parer mio è la perdita del senno.
Non credo che esisterà mai un "mondo migliore" rispetto al "nostro" perché siamo troppo pieni di noi stessi,
orgogliosi di essere andati sulla Luna e dimentichi che raramente, siamo capaci di atti di solidarietà verso gli altri. Siamo convinti di aver creato il progresso, le fabbriche ed evitiamo di dire che tagliamo il polmone del mondo e sfruttiamo male le risorse minerarie e agricole.
Abbiamo un buco nell'ozono e nascondiamo i rifiuti nel mare o in falsi prati.
La vanità è il nostro male di vivere. E' il motivo dell'infelicità umana. Crea uno stuolo di depressi, tossicodipendenti, farabutti e imbroglioni e gente di "successo" o semplicemente appagata.
Il consumismo è uno degli effetti di questa patologia e, come l'effetto serra, lentamente ci distrugge.
           Vita Francesca Genna
 
da PensieriParole

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