domenica 17 maggio 2015

Il mio segreto più grande. La mia identità

 Chi sono io?
Chi siamo veramente spesso non lo sappiamo perché la verità si perde nella notte dei tempi.
Io poi, sono una figlia naturale e per me diventa diverso. Non è palese la verità.
Porto un cognome prestigioso nel sangue e nell'anima. Esso ha radici preistoriche e rappresenta un dono verso gli uomini. Mio padre del tempo della pietra, ha posato la clava e guardando il cielo, ha detto per primo Dio esiste. E' stato un dono la sua fede e questo ha cambiato la storia dell'umanità.
E' nata la religione. Gli etruschi hanno tradotto il mio cognome l'aer che vuol dire padre. Poi si è modificato ed è diventato per la Roma arcaica I Lari .  Nel tempo moderno Ilari. Io come il mio bisnonno Iseo I Lari tenore internazionale durante il  secondo conflitto mondiale, continuo a scriverlo con l'articolo scisso dal nome.  Lui lo faceva utilizzando una i con un altro carattere. 
Vesta, mia ava, è stata considerata sorella di Zeus  figlia di Giove, dio della creazione e la mia famiglia ha capito che siamo anime. Spiriti che vivono il mondo e che ogni essere anche le piante hanno una loro energia e si vive e si muore ma si rimane eterni.
I figli di Vesta sono Amuleio e Numitore due grandi Re d'Italia ma fratelli di sangue.
Non volevano che le loro figlie avessero la prole per mantenere la purezza genealogica generata dal maschio e  se esse rimanevano incinte, erano destinate a morire e a non generare il figlio.
Le Vestali così si chiamano le vergini considerate dee sono state tumulate vive per avere amato ed avere permesso così di spegnere il fuoco sacro creando disgrazia al popolo.
Ancora oggi si può vedere il muro delle vestali a Roma. Oggi esso è considerato un monumento nazionale.
La leggenda narra, che a volere la legge che le donne della mia casa non dovessero partorire fosse stata imposta da Numitore perché era sterile e non aveva figli.
La mia antenata  figlia di Amuleio, avendo avuto la colpa di amare un uomo  e riuscendo a nascondere la sua gravidanza, ha abbandonato i suoi figli gemelli  all'interno di una cesta e si è salvata la vita.  La corrente del fiume li ha trasportati  un po' distanti e una famiglia semplice li ha recuperati. Troppo piccoli non potevano nutrirsi così si sono alimentati con latte di lupa e sono diventati grandi. Cresciuti hanno voluto costruire insieme una città ma litigando uno ha perso la vita lasciando solo e re della nuova città l'altro. I due gemelli si chiamavano Romolo e Remo ed erano i figli del re di Alba  Longa.
Ho letto che anche Giulio Cesare  Augusto era un I Lari. Appartengo perciò alla gens patrizia dei Giulia per parte di padre e ho non solo molti personaggi che hanno fatto la storia nel mio albero genealogico ma ho avuto essendo una Ilari, di avere il dono che Dio si è rivelato alla mia casa amandoci e consegnandoci gloria, onore e amore.
I miei padri possono essere considerati sciamani e poi sacerdoti del tempio. Mio padre naturale  ancora oggi lo è. Essi sono i custodi del fuoco che ha permesso l'aggregazione e lo sviluppo del progresso e sono stati strumento di  congiuntura e rispetto verso i respiri di Dio. Le anime degli avi preposti a proteggere ogni casa.  La religione era di natura animista,  e le donne erano considerate dee della prosperità, rappresentanti della madre terra, capaci di farsi amare da ogni spirito e quindi potevano proteggere i confini del territorio. Anche io sono sensibile e animista. Ho ricevuto il "battesimo" animista a 15 anni e quello cattolico alla nascita.  In quanto vestale originale da parte di padre e di madre, lo era anche la mia nonna materna,  abbraccio un albero e nell'abbracciarlo sento che è vivo e ha uno spirito, una sua energia. 

In cosa credo oggi? Sicuramente il mio dio non si chiama più Giove ma considero che ha molti nomi. Allah, Javè , e molti altri nomi che i cattolici hanno il dovere di non nominare. La curiosità casuale che si palesa è che l'iniziale del mio cognome unito all'iniziale dei nomi  mio e dei miei fratelli naturali come me, rivela uno dei nomi di Dio ed è IAVE'.  Tutti e tre da piccoli siamo entrati nell'ordine di San Michele arcangelo ed abbiamo rappresentato durante la cerimonia dei Misteri di Trapani  accogliendo i cittadini  tutti, gli arcangeli Michael, Raphael e Gabriel  per volontà di papa Giovanni XXIII di cui ci sentiamo i figli. Ancora in fasce , mio nonno materno ci ha lasciati tra le braccia delle suore vaticane, sotto la protezione del papa. Tre suore ci hanno accudito personalmente educandoci  con amore e gioia. Mio fratello Elio era il più piccolo, aveva 6 mesi ed è finito tra le braccia di Suor Amabile. Io con suo Beatrice, mia sorella Angela con un'altra. Elio ancora oggi tiene accesa una luce perpetua per il papa buono.  Ma perché mio nonno ci ha affidati alle cure amorevoli del vaticano in un collegio dei frati minori, di sant'Antonio di Padova? Perché la mia famiglia materna ha avuto un grande legame con la chiesa. Il nonno Nino Valois cav. Genna è un Valois, figlio discendente diretto di Josè Valois , conosciuto come Luigi IX  re di Francia. Il re che diventò  frate ed Innocenzo terzo papa, dichiarò santo. Oggi è patrono di Francia. Josè è conosciuto anche per avere unito la Spagna e per avere dedicato la sua vita a ritrovare comprando a qualsiasi prezzo le reliquie della croce. Il pezzo che  ottenne con grosse difficoltà fu la corona di spine.  Un chiodo è custodito sopra l'altare della croce all'interno del Duomo di Milano e un tappeto posizionato lì sul retro portava la mia storia ed un segno per farci riconoscere. Questo è stato il motivo perché fra molte città , mio nonno ha pagato un viaggio per Milano a mia madre. Noi in collegio vivevamo godendo di molti privilegi e a  cinque anni ho debuttato in teatro insieme a dei veri professionisti che da Roma arrivavano per presentare i loro spettacoli. Ero un intermezzo. Una farfallina che attraversando il buio della platea con lo sguardo cercava fra le prime file di un teatro pieno di gente una luce. I capelli lunghi e biondi della mamma. La gente applaudiva perché  mi fermavo due o tre volte a guardare i presenti e accennavo un saluto con la mia mano. Come si può capire,  il mio trionfo artistico è stato un po' casuale ed ha convinto tutti e alla fine anche me, che sarei diventata un'attrice  professionista. Le lezioni di canto fatte con suor Grazia,  una suora bergamasca, sono diventate giornaliere ed obbligatorie. Io invece volevo suonare il pianoforte ma non  mi veniva permesso per non scordarlo.


Nessun commento:

Posta un commento