venerdì 7 agosto 2015

mercoledì 5 agosto 2015

Vorrei raccontarti di quando

Vorrei raccontare di quando e di quando e poi ridere di noi, di te che mi leggi e della vita stessa.
Mi ami? Non rispondermi subito ti prego e fai un lungo respiro  prima.
La tua voce si perde in un pensiero che sorride e rido anche io di te.
Vanità? Forse lo è. Mi scopro ogni volta un po'  soddisfatta nella mia vanità quando capisco di piacerti.
Non ti piaccio veramente ma sei curioso di me e dei miei versi perché?
C'è qualcosa, un filo sottile che ci unisce. Forse riconosci in me il tuo esistere oppure mi sei distante e ti metto curiosità. Non aspetto di piacerti allora ma scrivo  comunque per affascinare i miei quattro lettori perché questa è la mia vera bellezza. L'intrigo delle parole che con giochi sinuosi ed effimeri incantano. Sirena ecco cosa sono.
Ora faccio un tuffo nel mio mare di parole e ti scelgo una frase. La vuoi?
Ah! ho pescato una sola parola. Strizzo l'occhio mentre la sussurro ripeti con me : Io amo .
Wow . Anche io amo il mondo , la vita, il futuro perché il pensarlo mi da gioia.
Sono sempre stata convinta, anche nei momenti più bui che non dovevo dimenticarmi di sorridere e di essere felice dentro perché il futuro ha per forza in serbo per me, una sorpresa che mi meraviglia e mi riscatta.  Questo pensiero in verità è la mia forza e il mio coraggio davanti alle avversità più dolorose. So che non ti sto annoiando ma ti lascio così per riconquistarti ancora domani e domani l'altro. Ricorda il nostro segreto. La mia parola : io amo e sorridi con me a questa vita fatta anche di sorprese. Ti abbraccio.
Francesca
 

domenica 2 agosto 2015

Lontana dalla terra mia

Desolate spoglie degli avi miei non hanno fiori sulla tomba.
Non conoscono le carezze della loro figlia lontana.
Le onde burrascose si infrangono e gridano le loro voci.
Mi chiamano in patria a calpestar l'amata terra.
La luna e le stelle illuminano i cari sepolcri e mi raccontano di pace
in silenziosa attesa.
Un dì tornerò o padre mio e almeno tu che superstite rimani
potrai sentire l'eco del mio addio e un carezzar di pensieri che
attendono il mio volar da te.
Ormai canuto e stanco
non riconoscerai le mie fattezze ma sì il mio cuore di figlia
perduta a nord della terra che mi ha dato vita e lasciata andare via.
Veglia il sole o padre mio è lo stesso che guardo io.
Ti porta il mio saluto lontano ed un bacio.
 

Tutta la vita

TUTTA LA VITA
 

Ripetete queste parole con il cuore. Vi renderete conto che essa è una bellissima poesia. Forse la più profonda mai scritta dalla gente. Vuol dire molte cose. Può essere il preludio e la promessa di un grande amore. Oppure, l'espressione di gioia per alcuni per avere trovato in un altro il loro oggetto di fortuna. Allora, in questo caso  è la più brutta maledizione. Infatti il detto dice: "Sopra una disgrazia ci mangiano almeno in dieci."
Tutta la vita non è una poesia che ho scritto io.
Se l'avessi concepita, avrei potuto aspirare al Nobel per la letteratura!
Invece, io sono un semplice operaio della parola. Uno dei tanti che come me amano questa arte.
A volte, la mia sensibilità mi porta a comporre con esse musica.
Versi che amo rileggere ad alta voce. In essi  vi posso ascoltare una dolce melodia e se chiudo gli occhi, vedo delle immagini che oserei chiamare fotografia immaginata.
No, non sono stata io a scrivere tutta la vita! Altri lo hanno fatto per me.
Altrimenti, a queste parole avrei dedicato una pagina centrale. Nelle pagine successive avrei raccontato di quanto sono stata felice di esserci e di amare.
Avrei scritto della gioia di essere madre. Di come ci si sente ad essere il centro del mondo per gli altri.
Della forza del donarsi per ricevere soddisfazione.
Ma avrei sbagliato! Per tutta la vita è meglio scriverla su un libro con tanti fogli bianchi. Nell'ultima pagina. Proprio alla fine,
senza punti di sospensione. Perché dopo tutta la vita non so cosa c'è.
Forse il nulla fino all'ultimo giorno prima del primo: "La Resurrezione."

 Si dice essere il primo giorno perché il tempo si ferma quando moriamo per un tempo infinito lungo secoli per poi  ripartire con tutte le anime, il primo giorno quello del risveglio.
Chissà, se fosse vero, avrei oggi la stessa età di alcuni grandi della letteratura italiana o delle scienze e se morissi in questo momento potrei interagire con loro. Mi sentirei fortunata e anche un po' emozionata.
Tutta la vita è diverso per ognuno di noi.
Cosa siamo e da dove siamo partiti a costruire queste parole. Quale peso gli possiamo dare?
Quale punteggiatura mettiamo in esse ogni giorno?
A volte è un'esclamazione perché ci imponiamo o abbiamo ottenuto delle soddisfazioni.

 Un punto di domanda se ci siamo persi. Tre puntini di sospensione li mettiamo tutti e spesso. Infatti, capita che le certezze cadano e ci rimangono le nostre aspirazioni. Esse sono tante e noi scegliamo la più bella. Infine, all'improvviso, ci tocca scrivere il punto. Da qui, o si riparte con una nuova vita o è basta per sempre. A questo punto esisti solo nel cuore di chi ti ama fino a quando anche lui smette di esserci.
http://www.italiaebook.it/home/7832-emozioni-in-versi.html

giovedì 30 luglio 2015

A proposito di giustizia

Oggi ho pensato ad una cosa.
Abatantuono (comico italiano) si metterà la mano in testa appena sa che sto pensando.
Mi grida fermati !!!! ah! ah! ah! io invece ve lo dico::
Se vi ricordate bene una volta c'erano i nobili che vantavano il possesso di terre e privilegi perché Ariani che hanno anche compiuto gesta valorose e perché sono i veri proprietari di questo ponte, crocevia dell'umanità che si trova al centro del mondo.
(lettore) - dove vuoi parare con questo?
(io ) niente, voglio dire che un giorno è apparso l'eroe dei due mondi, un certo Garibaldi e ha preteso che si rispettasse la volontà di Giolitti , di Mazzini e di molti altri ben pensanti di creare l'Italia sotto un Savoia spodestando il re delle due Sicilie. E' andato a Marsala a raccontare la novità e i siciliani si sono trovati a pagare le tasse in nome della Nazione unita. Fin qui niente da dire se non che, sono iniziati i primi problemi gestionali e davanti ad un sud impoverito molti nobili hanno perso le terre e molti arricchiti commercianti ed imprenditori hanno comprato titoli nobiliari.
I motivi del dissesto economico in verità erano anche da imputare al fatto che Prima Ferdinando II poi la chiesa con il vescovo sostituto di Giovanna di Castiglia  hanno dirottato la nostra fonte di guadagno primaria, il commercio con i paesi affacciati al Mediterraneo, Turchia, Grecia e Portogallo, verso la  Spagna . Essa ha conosciuto un periodo di ricchezza e splendore  concomitante con l'inizio di un periodo difficile per l'economia italiana.
Comunque arriviamo al periodo industriale, all'abbandono delle campagne fino alle prime due guerre e compare Mussolini.
Questo mangia, beve a casa dei nobili ma fa confiscare le loro terre.
In totale sono due furti ai nobili per giustizia.
(lettore) hai ragione. I nobili avevano case e terre e noi dovevamo lavorare per loro. Lo stato ha richiesto equità sociale.
(Io) perfetto. quindi è giustizia che se muore un nobile i contadini si appropriano delle terre in gabella dichiarando che il loro capo è morto per fattura a morte e  per sorte perde ogni avere per fare giustizia di popolo e la vedova con i figli torna dalla madre perché non ha cibo. Ella insegna così che le vedove non devono dichiarare la disgrazia, ma digiune devono vestirsi bene e andare ai ricevimenti. Tanto la pancia non ha specchio. Bisogna tener presente che davanti ad una disgrazia guadagnano almeno dieci persone e poi la gente quando sei mirata per questi guadagni quando vede la povera vittima," taglia e cuce" di proposito perché la lingua è molle ma uccide più della spada.
Però l'importante e che tutti gli altri si sono sistemati.
(Lettore) esagerata! sarà stato un caso!
(Io) no è una pratica che ho visto spesso fare. So di vedove che si sono trovate con un uovo per cinque figli e potrei andare avanti con molti altri aneddoti di questo tipo.
Fammi continuare. Il problema che voglio documentare non è il furto alle vedove ma la giustizia per il popolo.
Siamo arrivati a tre stati di furti legalizzati in nome del popolo che ritiene giusto appropriarsi dei beni altrui per equità sociale.
Via il re abbiamo voluto la Repubblica e si è detto a chiare lettere tutti sono uguali di fronte alla legge e i nobili non hanno da accampare pretese.
Sento parlare un vecchio con soddisfazione davanti a me.
Io sto bene, sono in pensione ho molte proprietà e la mia famiglia si è arricchita grazie a quel grande uomo di Mussolini che ci ha dato le terre dei nobili.
Taccio ma mi viene in mente che nonno era molto serio quando mi ha detto del dopo Mussolini, di quando il governo italiano decideva cambiamenti strutturali del territorio e in nome della Repubblica italiana per un'autostrada mal fatta o una diga mai finita faceva l'esproprio delle terre sbattendo un urlo e pochi milioni sul tavolo e io alla sua età non sarò serena perché ho la pensione e le terre dello stato per giustizia sociale. Casualmente ho 20 centesimi in tasca e conto di saltare il pranzo  oppure mi tocca andare in mensa.
La reversibilità di mio marito dovrò conquistarla con un avvocato.
Ma non è la mia storia e taccio.
A quanti furti sociali siamo arrivati?
(lettore) Credo quattro vai avanti. Cosa vuoi dire con questo discorso?
(Io) Hai sentito cosa ne pensa Matteo Renzi sul furto ai nobili quando Firenze fu in crisi? La loro disgrazia permise al popolo fiorentino di rialzarsi . Fu giustizia sociale.
Questo è comunque un pensiero condiviso.
Siamo tutti d'accordo che in ogni periodo storico fu giustizia sociale l'aver tolto i beni ai ricchi per dare alla gente e non c'erano persone che dormivano sotto le stelle come ora. Anche dopo la seconda guerra mondiale molte persone senza più nulla, si sono appropriati di un immobile che oggi è di loro proprietà e tutti non abbiamo obbiettato.
Ora vengo al dunque:
Perché davanti all'Imam che ha chiesto una casa per i senza tetto, ho letto che tutti erano scandalizzati per una uscita così assurda ma troviamo giustizia sociale avere come proprie le ricchezze sottratte ai nobili che nulla hanno da pretendere dallo Stato, più le loro proprietà che gli permettono una vita differente e la possibilità di dare un futuro diverso ai figli e quei privilegi a cui neanche io posso ambire?
Perché non è giustizia sociale dare equità a questo nuovo popolo in ginocchio?
Quale storia possono raccontare i dirigenti e i capi di governo che hanno preso il posto dei nobili e godono nel soggiornare nei loro palazzi senza più eredi viventi? Sono veramente tutti morti questi nobili?
Ultima domanda, come mai i nuovi ricchi che provengono dal popolo e capiscono meglio di tutti cosa vuol dire giustizia non hanno ancora pensato di abbandonare una parte delle loro ricchezze al popolo dei disoccupati in nome di quell'equità sociale con forza sostenuta dai loro padri.?
Quando tocca a loro la legge cambia ?

martedì 28 luglio 2015

Quanto vale la vita di un uomo?

Quanto vale la vita di un uomo?
La sua verità?
La realtà si costruisce a tavolino. Si chiama conto svizzero, casa in Australia, cavallo che corre per figlie di ladri travestiti da signorine perbene. La verità è una fiala di morfina che non si riesce ad aprire e si muore agonizzanti.
E" entrare a casa degli altri per violentare la vita.
- Corri Alice che papà ti da il pane degli orfani così sei più felice. Non preoccuparti cara , sei nata fortunata. Hai i reni e il cuore che funzionano e un padre che ti pensa.
Avrai un lavoro un giorno. Ho rubato un destino e te l'ho consegnato. Ormai ti appartiene. Hanno versato lacrime di sangue e gliel'ho strappato.
Figlia mia sii felice sempre e mostra i denti se ti dicono che non sei perbene.
Continua a cavalcare questa vita. Fallo al tramonto quando il sole sembra tinto di rosso.
Per questo sei nata. Sei la bugia più grande. Verità che si fa persona e cede davanti ad una caduta.
Cos'è?
Solo meraviglia!
Non ho compreso che ho potuto comprarti tutto rubando,tranne l'eternità.
Siamo bestemmie viventi. Disgrazia di altri. Maledetti senza futuro vero. Le bestie.
Non piange Alice mentre si trova nel futuro. Non nota che anche il vento si fa largo al suo incedere. Figlia delle ombre vaga e non capisce perché accanto a lei la natura muore.
Si ingiallisce la bianca rosa. Vorrebbe pungerla ma non osa. Si avvelena l'aria al suo passaggio.
Verità domanda Alice . Nessuno risponde.
Chi sono io che maledico la vita che mi lusinga?
Baldracca tua madre ti mise al mondo sussurra la terra. Verme putrido il padre che ti ha generato. La bestia. Qualcuno dice a bassa voce.
L'oscurità si perde. Il futuro è un buio che non ha fiaba ma un letto che sempre caldo, porta un destino infame.
Fiale di morfina non hanno un padrone e toccano ad ogni ceto. Signori e non signori.
Sto morendo padre?
No figlia.
Guarda ! ho un destino per te se ti rialzi da qui. Io so che puoi.
Proprio nel mio taschino destro ho un foglio dove ho scritto una verità da consegnarti. Sei felice?
Sei contenta a papà?
Padre com'è che le tue verità proposte hanno sempre funzionato ma il dolore non passa ed io sempre piango?
La verità cos'è la verità? L'ho rifuggita una vita e ti ho dato ogni bene.
Oggi non puoi farmi questo. Sono tuo padre! difenditi!
Cosa posso fare? Sto soffrendo,
Non mi sono mai sentito così ferito, vinto, disarmato davanti alla vita!
Come se all'improvviso la storia mi rema contro.
Dio perché a me questo castigo?
Pietà ti imploro e perdono!
Dio cos'è la verità? Fammi la grazia e ridona salute a lei che soffre e mi viene pena .
Nessuno risponde alle mie preghiere. Sembra che dall'altra parte nessuno esiste. Un Dio ingrato di me si beffa eppure io sono un benestante con un conto svizzero.
Quanto vuoi Dio per togliermi dall'inganno?
Ti do tutti i denari che mi chiedi . Sono ricco. Ti mostro i miei beni se non ci credi.
Posso creare altre fantasie. Posso, posso... Posso uccidere per te se me lo chiedi!
 vuoi un posto per un tuo fidato?
Ti pago una cambiale dell'uomo nominato? Dimmi cosa posso fare e ti accontento.
Nessuna risposta proviene da ogni luogo.
Solo un lamento, uno spirar e il sonno.
Vita Francesca Genna
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