domenica 19 ottobre 2014

OVER 65





Over 65 Vita Francesca Genna
© Laboratorio eBook Edizioni  www.laboratorioebook.it  1    
Vita Francesca Genna Over 65
Hai più di 65 anni? Vivi la tua vita alla grande!             
Pubblicato da:  
ISBN 9788898712328 
Copyright © 2014 Vita Francesca Genna Laboratorio eBook Edizioni Prima edizione digitale Giugno 2014 Quest’opera è protetta dalla Legge sul diritto d’autore. È vietata ogni duplicazione, anche parziale, non autorizzata.  
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Indice 
1.  Il corso di teatro         pag. 3
2.  Giorgio, Aldo e Rosa        pag. 9
3.  Ivana           pag. 15
4.  Le prove          pag. 19
5.  Amore virtuale d’altri tempi       pag. 23
6.  La torta          pag. 28
7.  Gita in montagna         pag. 30
8.  La lettera di Flavia        pag. 33
9.  I nuovi esercizi         pag. 36
10.  Strane emozioni         pag. 40
11.  Voglia di riscatto         pag. 42
12.  Tutti in scena!         pag. 45
- Nota dell’autrice         pag. 51
 
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1.  Il corso di teatro 
Il teatro era quasi deserto.
Rosa guardò le sedie vuote e subito dopo i suoi occhi si posarono sulle due uniche
persone sedute in prima fila.
L'uomo aveva circa cinquant’anni, forse sessanta, di statura piccola e con i capelli
grigi. La donna vicino a lui, lo stesso colore dei capelli e qualche ruga in più. 
Si avvicinò a loro lentamente non per timore ma per esplorare con lo sguardo più
elementi possibili.
I due, sentito lo scalpiccio dei suoi tacchi pesanti si voltarono di scatto. Rosa
indietreggiò per un momento.
<<Vieni avanti!>>, si sentì urlare.
Lei sorrise ed accelerò il passo. Poi, con il tono della voce pieno di energia si
presentò: <<Sono Rosa e mi sono appena iscritta a questo corso>>.
L’uomo le diede la mano: <<Complimenti! Saggia decisione. Siete in dieci. E se ci
impegniamo possiamo preparare uno spettacolo per fine anno. Tra poco arrivano gli
altri. Puoi iniziare a sederti. Quando ci siete tutti, partiamo con le presentazioni>>. 
La donna accanto a lui le fece un sorriso rassicurante e poi disse: <<Il teatro è
un’esperienza unica. Vedrai che ti divertirai e faremo grandi cose insieme>>.
<<Va bene>>, rispose Rosa sedendosi sulla prima sedia che aveva trovato vicino a
lei. 
Poi, prese dalla borsa il cellulare; faceva scorrere la rubrica telefonica con i numeri di
telefono dei figli e dei nipoti perché si sentiva a disagio.
Era arrivata troppo in anticipo e non sapeva più cosa guardare.

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Aveva già studiato il soffitto minuziosamente, le grandi tende pesanti appese alle
finestre, il palco e il pavimento color magnolia.
Il teatro era piccolo, ma vantava una grande storia, vi avevano recitato almeno una
volta nella vita, tutti i grandi attori del passato. 
Adesso c'era lei, si era iscritta ad un corso universitario per la terza età promosso dal
comune, perché a casa non aveva più niente da fare.
Non voleva lavorare all’uncinetto o cucire e gli occhi erano troppo stanchi per le
letture. Aveva fatto la visita oculistica e le avevano tolto la patente. A questo punto
non le restava che fare una scelta: aspettare a casa il giorno della sua morte o
cercare nuove alternative. A settant’anni è difficile stare in casa da soli tutto il
giorno, tutti i giorni.
Il tempo non scorre mai, è troppo lento, quasi infame. Castiga ed intristisce. 
Aveva provato a dormire un po’ di più, ma la notte rimaneva sveglia. I figli l’avevano
abbandonata per seguire i propri interessi e lei spesso non sapeva cosa fare.
In quei momenti usciva. Faceva il giro dell'isolato e poi tornava a casa.
Era vecchia per tutti ormai. La nonna, così la chiamavano, ma lei si sentiva ancora
un’energia dentro. Aveva uno spirito allegro e difendeva la sua solarità. 
No, Rosa non voleva invecchiare. Aveva ancora voglia di darsi al mondo, di provare a
se stessa che era ancora viva.
Dentro di sé, il cuore di fanciulla batteva ancora, a volte così forte che lo sentiva
uscire quasi dal petto.
Si era iscritta al corso di teatro di nascosto dai figli, quasi avesse paura di essere
giudicata. Non voleva rinunciare ad esserci anche se sapeva bene che per quanto
avesse lottato per la vita, ogni giorno era un regalo vivere.
Nel suo cuore sentiva che avrebbe vissuto ancora per molto. Secondo lei altri
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trent’anni, forse più di molti giovani. Si alimentava bene e aveva cura della sua
persona.
Sì, il Signore non l'avrebbe chiamata non prima di questo tempo e quindi per forza di
cose doveva ricostruirsi. 
Ogni tanto alzava la testa perché sentiva la gente entrare nel teatro. Li guardava e
sorrideva per salutare. Tutti facevano lo stesso rito che aveva fatto lei e poi si
accomodavano sulle sedie vicino alle sue. Si erano già fatti i gruppi e si iniziava a
sentire un leggero vociare.
Anche lei decise di farsi coinvolgere. Sentiva cinguettare le storie di Ivana, di Sara e
vi si ritrovava. Avevano tutti la stessa vita, la stessa energia, lo stesso destino che le
aveva condotte ad incontrarsi. 
Sorrise. Sapeva che sarebbero diventate amiche e che stava iniziando un’esperienza
unica ed irripetibile. Il professore batté le mani per attirare la loro attenzione. Li
trattava come studenti giovincelli e questo fece ridere tutti. Rosa li guardò e nel loro
sguardo capì che stava vedendo la stessa luce che avevano i suoi occhi.
<<Su, forza! Tutti sul palco!>>, disse l'insegnante invitandoli a sedersi al centro del
palco. <<Dietro le quinte ci sono delle sedie, prendete la vostra e accomodatevi>>.
In brevissimo tempo tutti erano in cerchio. 
<<Io sono il professor Rossi>> esordì l'insegnante. <<Mi alterno con la mia
assistente. Insieme abbiamo pensato di mandare in scena l’Odissea. Naturalmente
non seguiremo alla lettera tutta la storia ed ognuno di voi dovrà recitare una parte.
Abbiamo preparato i testi, voi dovrete scegliere quale fare. Per prepararvi verrete
divisi in due gruppi e studierete in coppia. Qualcuno ha da fare domande?>>
Silenzio. 
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<<Benissimo! Vedo che avete capito. Allora dopo le presentazioni andate a casa e
dalla prossima volta si va in scena!>>
Tutti applaudirono. Il professore era soddisfatto.
<<Un’altra cosa: questo corso è anche un momento di aggregazione e sono previste
delle uscite serali, delle cene per intenderci, per stare insieme e scambiare quattro
chiacchiere fra amici. Come vedete anche io ho la mia veneranda età e sono
contento di condividere con voi questa esperienza>>. 
Rosa lo guardò sbalordita. Gli sembrava più giovane di lei! Il professore aveva colto
lo stupore dei presenti e rise!
<<Va bene, lo confesso! Ho bevuto l'elisir di lunga giovinezza e così sono rimasto
affascinante!>>, risate generali.
La battuta del professore li aveva resi tutti vicini. Non c’erano più dieci persone che
si erano appena incontrate, ma dieci compagni che avevano aperto il loro cuore e si
erano rilassati. La battuta era stata benefica e adesso tutti erano pronti a
raccontarsi. 
Aldo fu il primo. Era un uomo alto e asciutto. Ormai calvo, si vergognava di mostrare
la sua calvizie e portava un cappellino che sembrava si fosse incollato al capo, tanto
che non lo voleva togliere.
Aveva un sorriso smagliante ed uno sguardo ancora birichino. In lui si intravedeva
benissimo l’eterno ragazzo furbetto.
Aveva fatto notare da subito il suo passatempo preferito, corteggiare le donne.
Non erano passati neanche venti minuti da quando era entrato in teatro che, con
Giorgio aveva tenuto banco. Aveva fatto i complimenti ora a questa, ora a quella
signora, facendole pavoneggiare. 
Le donne lusingate si erano accese e con atteggiamento superiore facevano
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scivolare la mano sui capelli come a volerli rimettere in piega e si parlavano tra di
loro dandosi un tono.
Aldo aveva rallegrato l'ambiente e creato la festa.
<<Sono Aldo>>, disse guardandosi intorno, mentre gli occhi gli balenavano. Sorrise a
tutti alzandosi dalla sedia. Il suo petto era in fuori ed aveva un atteggiamento fiero.
Molte conoscevano già il suo nome. Ivana lo guardava di sottecchi con occhio
interessato.
Aldo si distrasse un attimo e disse: <<Professore, posso mandare un bacio alle mie
donne?>>. Risate. Ivana arrossì… 
<<Vedo che è scoppiato l’amore fra noi!>>, disse il professore sorridendo e fissando
Ivana.
Poi continuò: <<Dunque, dicci caro Aldo… a parte il burlone, che cosa hai fatto da
grande?>>
L’uomo rispose prontamente: <<Sono pensionato da cinque anni. Ero un portiere
d’albergo. Sono qui perché il mio sogno era fare l'attore ma non ho mai avuto la
possibilità di studiare. Ora che sono pensionato, mi godo la vita!>>
Strizzò l'occhio e nuovamente tutti risero.
<<Puoi sederti! Parla il tuo compagno;. 
Giorgio non era spavaldo come Aldo. Si sentì impacciato perché non si aspettava di
essere chiamato. Si era distratto un attimo a commentare le prodezze del suo
compagno.
Sono un dirigente di una ditta di scarpe. Ho scelto di frequentare questo corso per
passare il tempo. Due giorni alla settimana sono volontario in ospedale, faccio il
pagliaccio. Regalo un sorriso a chi non sta bene.
Tutti applaudirono. Anche il professore si era commosso.
Allora ogni tanto ci fai ridere tutti. Sei d’accordo se vieni la prossima volta vestito 
di tutto punto?
Sì, ed ho intenzione di portarmi un naso in più. Voglio regalarlo all’amico Aldo.
Risate generali. 
Aldo lo guardò divertito e gli rispose che era d'accordo.
Guarda che ti prendo in parola. Aspetto il naso e con quello ci annusiamo le belle
bionde!
Ancora risate generali. 
Silenzio prego! Dobbiamo continuare le presentazioni;
Prof l’ora è finita. Sono le 18:00, disse Rosa. 
L'insegnante guardò il suo orologio e confermò il termine della lezione.
Ci vediamo la prossima volta. Vi sedete negli stessi posti e continuiamo le
presentazioni. Da giovedì abbiamo due ore. 
Ivana, Rosa e Giò si avvicinarono, e parlottando in modo confidenziale, insieme si
diressero verso l'uscita. Avevano molte cose da dirsi e dovevano percorrere lo stesso
tragitto per raggiungere i loro appartamenti. Aldo e Giorgio uscirono dal teatro con
l’insegnante. Entrati nelle rispettive auto, si allontanarono salutandosi con un cenno.

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